Padova, 22 nov – Picchiava brutalmente la moglie e la costringeva ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà. Non l’ha risparmiata nemmeno quando lei è rimasta incinta, ed ora è finito a processo. L’aguzzino è un giovane originario del Marocco che abusava bestialmente della propria consorte all’interno della loro abitazione situata ad Este (Padova). I fatti risalgono a circa tre anni fa, nel 2016, quando sono iniziate le violenze.

Angherie bestiali

La vittima era costantemente minacciata, umiliata, vessata, fatta oggetto di violenza e in alcuni casi anche stuprata. Nel mese di settembre 2016, infatti, il marocchino l’avrebbe immobilizzata e violentata nella loro camera da letto. La violenza si sarebbe ripetuta tempo dopo: il marocchino, in quell’occasione, avrebbe anche tempestato la moglie di calci e pugni, senza avere cura del suo stato interessante, e provocandogli contusioni che il pronto soccorso ha giudicato guaribili in dieci giorni.

Un’esistenza nel terrore

La donna viveva nel terrore e quindi nell’incapacità di poter denunciare il marito: nel periodo successivo aveva quindi seguito a subire le angherie del proprio aguzzino, che era arrivato a minacciarlo di morte. Le minacce si erano poi estese al fratello e alla cognata di lei. La tirannia del marocchino non si fermava alle violenze fisiche: l’uomo disponeva anche dei risparmi in possesso della moglie e li utilizzava a suo piacimento. 

La fine dell’incubo

L’incubo ha avuto fine solo quando le forze dell’ordine si sono interessate al caso della povera donna, avviando le indagini. L’uomo è accusato di di lesioni personali volontarie, violenza sessuale, minacce ed utilizzo illecito della carta di credito: il magrebino dovrà ora difendersi dinanzi ai giudici del tribunale di Rovigo. Il primo dibattimento, durante la quale l’imputato si è difeso assistito dall’avvocato d’ufficio Anna Osti, ha avuto luogo nella mattinata di ieri, 21 novembre. Al processo era presente anche la vittima, che ha richiesto di essere risarcita.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

3 Commenti

  1. Rientra nella loro cultura, magari non tutti i magrebini ovviamente arrivano a tanto, ma mediamente questa è la loro concezione della donna! Qualche simpatico esponente di centri sociali o del Pd, qualche Gruber o Annunziata o Fazio ha qualcosa da dire?
    Naturalmente no, al massimo direbbero che anche alcuni italiani vengono condannati per questo, che le persone vanno giudicate come soggetti, individui e non per la loro appartenenza etnica! E infatti fra pochi anni tutti queste femministe e filo lgbt e gay friendly dovranno stare attente a girare, allora forse se ne accorgeranno quanto le culture e le etnie contano!!

  2. Le culture e le etnie diverse contano sicuramente ma in questo caso sono solo delle attenuanti insignificanti.

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