Reggio Calabria, 23 set – Non è (più) un paese per immigrati. Questa parafrasi un po’ brutale di McCarthy fa il punto su ciò che sta accadendo in queste ore a Riace, dove il neo sindaco Antonio Trifoli (Lega) ha deciso di buttar giù lo storico cartello di benvenuto posto all’ingresso del paese, con la scritta “Riace, paese dell’accoglienza”. Al suo posto ora campeggia un pannello marrone che recita “Benvenuti a Riace, paese dei santi medici e martiri Cosimo e Damiano”.
Solo l’inizio
E questo è solo l’inizio del repulisti. “A breve – ha spiegato il sindaco Trifoli nel corso dell’inaugurazione – ce ne saranno altri al confine con i Comuni di Camini e Stignano e verranno apposti altri cartelli turistici”. Con il placet del parroco, Giovanni Coniglio “perché finalmente si arriva e ci si trova davanti l’identità di Riace”, che si dice felice “per la nuova stagione di collaborazione con l’amministrazione”. I rapporti tra il don e Mimmo Lucano non erano certo improntati sulla reciproca simpatia.
Lo schiaffo a Mimmo
E’ “un’iniziativa dell’amministrazione in occasione del 350° anniversario dell’arrivo della Reliquia di San Cosma a Riace”, ha spiegato Trifoli. Difficile però vederci solo questo. In paese pochi però si stracciano le vesti per la svolta leghista che ha soppiantato di prepotenza la “dittatura dell’accoglienza” della precedente amministrazione: un bello schiaffo a Lucano, tornato in paese dopo 11 mesi di confino, che si vede ora la “sua” Riace regno dell’integrazione ritinteggiata di verde Carroccio. E a proposito di ritinteggiare, voci indiscrete riferiscono che il ban dei simboli dell’accoglienza potrebbe riguardare anche i murales che adornano le case del borgo e gli archi di legno all’ingresso di quello che fu il baluardo del “restare umani” e che alle ultime elezioni non ce l’ha fatta nemmeno a entrare in consiglio comunale. Del resto era stato chiaro Claudio Falchi, segretario di Noi con Salvini a Riace ed eletto nella lista che ha espresso il sindaco: “Questa è la fine di un’era. Riace non si è svegliata leghista oggi, lo è da almeno tre anni“, spiegava dopo il risultato delle Amministrative, “Noi non siamo contro l’immigrazione, ma di certo non si verificherà più di vedere qui più di 600 immigrati, tutti a ciondolare per le strade”.
Cristina Gauri