Bergamo, 24 apr – Il 25 aprile è nell’aria e con esso quell’atmosfera di tolleranza, quella voglia di manifestare pacificamente le proprie idee. Sarà per questo che questa notte alcuni vandali hanno preso di mira la sede elettorale del candidato della Lega a Bergamo, Giacomo Stucchi. La vetrina della struttura è stata letteralmente sommersa di vernice rossa, gettata a secchiate sui vetri e sull’insegna, mentre sul marciapiedi campeggia l’inequivocabile scritta: “Salvini muori”. Un segnale di benvenuto dai gruppi antagonisti bergamaschi proprio nel giorno della visita del leader del Carroccio. Ne ha dato subito notizia Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda, che ha denunciato il fatto in una nota: “Ci risiamo, un’altra aggressione a una sede della Lega in Lombardia da parte di chi alla democrazia, al confronto sulle idee, preferisce la violenza e la minaccia. Un atto vandalico che arriva proprio nel giorno in cui Matteo Salvini sarà a Bergamo a inaugurare questo punto elettorale dove i cittadini potranno incontrare Stucchi e confrontarsi sul programma”. L’ennesimo atto intimidatorio contro una sezione della Lega in territorio lombardo, dove a partire della scorsa estate “si ripetono attentati contro le nostre sedi, a Cremona, a Varese, a Bergamo (alla sede della Lega di via Cadore), in Brianza o a Milano dove lo scorso 22 gennaio è stata incendiata la saracinesca della sede di via Carcano”.

Il commento di Salvini

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha subito commentato sui social il raid subìto: “Ecco come hanno ridotto stanotte la sede elettorale della Lega a Bergamo, con tanto di scritta SALVINI MUORI sul marciapiede. VIGLIACCHI, violenti, penosi nazisti rossi, spero vi prendano. Più ci attaccate, più ci date forza. Questa sera alle 18 sarò proprio qui per incontrare e abbracciare i cittadini di Bergamo, proseguendo poi alle 20 a Grumello del Monte e alle 22 a Zanica. Il sorriso non ce lo toglieranno MAI, buongiorno Amici!”.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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