Roma, 24 set – Mentre Pd e M5S vanno a braccetto al governo, in Parlamento e in vista delle Regionali, al Campidoglio questa “luna di miele” non si consuma. Sì, perché il sindaco pentastellato Virginia Raggi, che ha praticamente fatto talmente tanti rimpasti nella sua Giunta che ormai è quasi totalmente diversa da quella iniziale, non ne vuole proprio sapere di concedere poltrone ai dem. Dopo oltre tre anni di mandato, la Raggi dà il via a un nuovo rimpasto: fuori quattro assessori “tecnici“, peraltro tutte donne, che vengono rimpiazzate con esponenti pentastellati. Lasciano quindi Palazzo Senatorio Laura Baldassarre (Sociale), Flavia Marzano (Digitale), Rosalba Castiglione (Patrimonio) e Margherita Gatta (Lavori pubblici) ed entrano in giunta due consiglieri comunali M5S, Pietro Calabrese (Mobilità) e Valentina Vivarelli (Patrimonio), e un assessore sempre a 5 Stelle in Municipio VII, Veronica Mamì (Sociale). Mentre la titolare dei Trasporti Linda Meleo trasloca ai Lavori Pubblici. Con queste ultime nomine, sono ben 13 gli assessori ad essere transitati e poi aver lasciato la giunta, qualcuno per vicende giudiziarie, la maggior parte per scontri con la Raggi, che non vuole concedere nulla ai dem fino alla fine (che si avvicina inesorabilmente).
Dal 2016 rimasti in carica soltanto in due assessori
Da quel luglio 2016 in cui si è insediata la Giunta Raggi, nella squadra restano in carica solamente la prima cittadina, il fedelissimo Daniele Frongia allo Sport ed il vice Luca Bergamo, titolare della Cultura (ex Pci ed Ulivo). Per tutte le altre poltrone invece è stato un via vai, ma sempre tra esponenti 5 Stelle di gradimento (almeno all’inizio) della Raggi. E sebbene il sindaco ora parli di “fase due”, al termine del suo mandato mancano meno di due anni (al netto della campagna elettorale, al via a inizio 2021). Tra le rogne della Raggi (che difficilmente verranno risolte entro la fine del suo mandato), ci sono il prolungamento della Metro C oltre la fermata Colosseo, a parole votato all’interno del Pums (Piano urbano mobilità sostenibile) rimasto senza riesame del progetto. Entro fine ottobre il Campidoglio deve per forza di cose pronunciarsi, altrimenti le talpe per lo scavo rischiano di rimanere interrate sotto via dei Fori Imperiali.
Pd a bocca asciutta
Il Pd romano resta quindi a bocca asciutta. I 5 Stelle peraltro non sembrano intenzionati ad offrire ai dem neanche la guida delle due commissioni rimaste senza guida vista la promozione dei presidenti in Giunta. Dal canto suo, il Pd ribadisce che l’ennesimo rimpasto “è l’ammissione dell’assenza di una visione strategica della città“. Certo, l’inciucio giallofucsia potrebbe consumarsi alle Comunali del 2021, quando a seconda delle percentuali raggiunte al primo turno i due partiti potrebbero essere costretti ad allearsi.
Italia Viva contro la Raggi: “Va mandata a casa”
“Noi abbiamo fatto un governo col M5S per fermare Salvini ed evitare l’aumento dell’Iva. Ma allearsi con Virginia Raggi, il sindaco più incapace d’Italia, che oggi batte il record del ridicolo col ventesimo cambio di giunta, sarebbe troppo per chiunque. Sarebbe un tragico errore. La Raggi va mandata a casa e la Capitale va salvata dal suo fallimento. Roma merita altro”. Lo scrive su Twitter il deputato della neoformazione renziana Italia Viva, Luciano Nobili, considerato vicino a Roberto Giachetti, che la Raggi la conosce bene, visto che l’ha sconfitto al ballottaggio per il Comune di Roma.
Lo strapotere della “sindaca” così pervicacemente conservato fino alla fine può volere due cose: sa che sarà riconfermata e che potrà contare sui “suoi” 5 Stelle anche nell’eventuale secondo mandato (ipotesi remotissima), oppure sa che sarà mandata a casa (altamente probabile) e quindi questi sono i suoi “ultimi fuochi”.
Adolfo Spezzaferro