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Torino, 5 tunisini accusati di terrorismo evitano il carcere per “questioni procedurali”

by Davide Di Stefano
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Torino, 16 nov – Non finiranno in carcere i 5 tunisini accusati di terrorismo internazionale, nonostante la Procura di Torino abbia ottenuto le misure di custodia cautelare. A permettere agli aspiranti jihadisti di farla franca sono alcune “questioni procedurali”. Spieghiamo meglio. Sei mesi fa, nel maggio scorso, il Pm Andrea Padalino al termine dell’inchiesta condotta dai Carabinieri dei Ros, aveva chiesto il trasferimento in carcere per i 5 tunisini.

Il Gip però aveva respinto la richiesta. Il riesame però, ha dato ragione alla Procura. Perché allora non finiscono in prigione? La legge consente agli indagati di presentare ricorso in Cassazione entro dieci giorni dal deposito dell’ordinanza, con il rischio, se la la Suprema Corte dovesse accogliere il ricorso, di allungare a dismisura i tempi.

Nelle indagini iniziate nel 2014, quando i tunisini erano arrivati a Torino ottenendo dei permessi di soggiorno per motivi di studio, erano tenuti sotto osservazione anche altri due nordafricani, successivamente deceduti in Siria, dove si erano recati per combattere nelle formazioni islamiste. L’indagine dei Ros era scattata a causa delle false dichiarazioni del gruppo di immigrati nordafricani, visto che non erano iscritti all’università e né avevano superato gli esami.

Dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno per motivi di studio grazie alle dichiarazioni false, il gruppo si era spostato a Pisa, dove aveva creato una centrale di spaccio della droga. Una vicenda che dimostra non solo come sia facile per immigrati e aspiranti terroristi ottenere un permesso di soggiorno in Italia dichiarando il falso, ma anche come sfuggire all’arresto sfruttando le maglie larghe della nostra giustizia non sia un’impresa così impossibile.

Davide Romano

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4 comments

ANTERO 16 Novembre 2017 - 11:56

Incredibile !

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serena 16 Novembre 2017 - 12:12

Ormai non mi offendo più delle battute e delle vignette sull’Italia e gli italiani..

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Tony 16 Novembre 2017 - 12:40

……purtroppo, molti ”giudici” vengono dalla ”scuola di formazione” del PCI , ora PD, quindi indirizzati verso la carriera in magistratura col chiaro scopo di appropriarsi,con i propri infiltrati, delle istituzioni giudiziarie

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cenzino 16 Novembre 2017 - 4:00

Credo che esempi del genere avvengano in tutta Europa, basta informarsi su testate estere (almeno quelle non servili al delirio governativo attuale). Questo per dire che il declino europeo è cominciato e pare inarrestabile.

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