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“Tra cinque anni dobbiamo essere in guerra”: il generale Breuer lancia l’allarme in Germania

by Andrea Grieco
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Breuer

Roma, 12 feb – Alla luce del protrarsi del conflitto tra Russia e Ucraina (oltre che la situazione in Medio Oriente), la questione della guerra e di un possibile ritorno di scenari bellici nel cuore del continente è nuovamente nella mente e nelle parole delle alte gerarchie militari degli Stati europei. Dopo decenni di assoluto silenzio, si torna a discutere di ristrutturazione di eserciti, potenziamento di armamenti e tutto ciò che concerne la possibilità di dover scendere in campo contro una minaccia militare. Succede anche nella “pacifica” Germania, dove il Generalinspekteur della Bundeswehrovvero la massima autorità militare della “difesa federale”, Carsten Breuer ha affermato che “Tra cinque anni dobbiamo essere in guerra”.

Le parole del generale Breuer

Parole che assomigliano maggiormente ad un imperativo piuttosto che ad un avvertimento. L’ispettore generale dell’esercito tedesco già da tempo aveva fortemente consigliato di avviare una profonda ristrutturazione delle forze armate e dell’arsenale bellico per rendersi pronti ad un’eventuale guerra. Breuer ha parlato inoltre della necessità di un “cambio di mentalità”, affermando come, al momento, l’esercito non sia in grado di difendere il Paese adeguatamente. “Se fossimo attaccati adesso, potremmo difenderci? Sì, lo faremmo, però potremmo farlo bene? No, non saremo in grado”, queste le parole del tenente generale.

L’Europa torna parlare di guerra

Il governo del cancelliere Olaf Scholz, per la prima volta dopo anni, ha deciso nell’ultimo periodo di aumentare sostanzialmente la spesa per la difesa e ha istituito un fondo speciale di 100 miliardi di euro per l’acquisto di sistemi d’arma avanzati e la modernizzazione delle forze armate. La stessa tendenza può essere ravvisata anche nelle parole del ministro della Difesa Guido Crosetto, il quale poche settimane fa aveva sottolineato come avessimo “trasformato le forze armate con l’idea che non ci fosse più bisogno di difendere il nostro territorio e che la pace fosse una conquista di fatto irreversibile” e di pensare “agli scenari peggiori”.

Andrea Grieco

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