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Si rivolge a un trans chiamandolo “uomo”, Twitter banna deputato Usa

by Cristina Gauri
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levine banks trans

Roma, 25 ott — Sospeso da Twitter per aver dichiarato l’ovvio: cioè, per aver utilizzato il pronome maschile parlando dell’assistente segretario della Salute Usa Rachel Levine, che è un trans, quindi, di fatto, un uomo.

Sospeso da Twitter per avere chiamato un trans “uomo”

E’ accaduto al deputato statunitense Jim Banks, repubblicano dell’Indiana ed esponente dell’ala più oltranzista del «partito rosso» americano. Secondo il sommo tribunale inquisitore della piattaforma, Banks avrebbe «violato i termini di servizio» di Twitter utilizzando il «pronome sbagliato» per rivolgersi a Lavine in un tweet sul suo profilo ufficiale. «Il titolo di “prima funzionaria a quattro stelle” è stato preso da un uomo», ha twittato il deputato rivolgendosi a Levine.

Ammiraglio Levine

Levine, arruolato da un Biden post-elezioni per inaugurare l’era della «Casa Bianca inclusiva» ha l’incarico di supervisionare i programmi sanitari chiave in tutto il dipartimento sanità degli Stati Uniti, 10 uffici sanitari regionali a livello nazionale, l’Ufficio del chirurgo generale e il Corpo del servizio sanitario pubblico degli Stati Uniti. Un potere enorme, quindi, riconfermato dallo stesso presidente il 19 ottobre scorso, che aveva nominato Levine ammiraglio a quattro stelle dell’Us Public health service commissioned Corps, ovvero l’ufficio federale in uniforme del Servizio di salute pubblica Usa.

Del resto, l’attitudine al comando e al pugno di ferro — da «mal pensanti» potremmo pensare si tratti di qualche rimasuglio di mascolinità tossica che ormoni, trucco e parrucco non sono riusciti a lavare via — Levine l’aveva già dimostrata sin dall’inizio della pandemia, quando si era fatto promotore di restrizioni durissime e regole di distanziamento sociale aggressive, suscitando aspre polemiche.

Ma Banks non fa marcia indietro

Da qui il tweet polemico di Banks e la conseguente azione silenziatrice di Twitter, che come da copione ha rimosso il tweet e ha oscurato l’account di lavoro del deputato. Il quale, fortunatamente, milita nella schiera dei poco inclini al «chiedere scusa» e inginocchiarsi sui ceci a comando ogni qual volta una minoranza coccolata dall’establishment viene offesa da una doccia di realtà. Banks ha quindi scritto dal suo account personale: «Mi hanno sospeso per aver espresso un fatto. Non intendo fare alcun passo indietro». 

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