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Violenza rossa istituzionalizzata: a Torino legalizzato il centro sociale Askatasuna

by Michele Iozzino
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Roma, 30 gen – Il centro sociale Askatasuna deve avere un angelo in paradiso o, meglio, in Comune. Il sindaco di Torino, appartenente al Partito democratico, Antonio Lo Russo, vuole legalizzare l’occupazione da parte degli estremisti rossi dello stabile di corso Regina Margherita 47.

Il Comune di Torino vuole legalizzare il centro sociale Askatasuna

Sulla falsariga del “Regolamento dei beni comuni” approvato nel 2019 dall’ex sindaco del Movimento 5 Stelle Chiara Appennino, la giunta comunale vuole inserire il palazzo occupato da quasi trent’anni dal centro sociale Askatasuna nella lista di quegli immobili e beni che vengono considerati un valore collettivo per la città e trasformarlo in un “presidio antifascista”. Un riconoscimento e una istituzionalizzazione preziosi per gli attivisti dell’Askatasuna, che – tra i diversi guai giudiziari – proprio a dicembre hanno ricevuto un controllo di Digos, Vigili del fuoco e Asl che aveva messo in luce carenti condizioni igienico-sanitarie e mancate autorizzazioni per le attività svolte. Il sindaco Russo parla di un percorso di cogestione tra Comune e gli attuali inquilini che dovrebbe prevedere come prima condizione vincolante il rilascio dell’immobile di proprietà del Comune da parte degli occupanti, ma appare di più come il tentativo di scendere a patti con il centro sociale e dare a quest’ultimo un riconoscimento istituzionale.

La violenza rossa e le coccole della sinistra

Di certo non un fulmine a ciel sereno, se è vero che l’Askatasuna gode da quasi trent’anni dei favori e delle coccole della sinistra di governo, tant’è che, sebbene l’immobile sia di proprietà comunale, le varie amministrazioni non ne hanno mai denunciato l’occupazione. Oltretutto in tutti questi anni gli esponenti del centro sociale non sono rimasti con le mani in mano, con una lunga serie di denunce, perquisizioni, sequestri, arresti, obblighi di dimora a loro carico e addirittura un processo per associazione a delinquere. Proprio in relazione a quest’ultimo, lo scorso dicembre la Corte di Cassazione ha evidenziato propositi di “lotta armata” che sarebbero stati portati avanti attraverso la “preordinata provocazione di contrasti con le forze dell’ordine”.

Michele Iozzino

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