Roma, 3 giu — Per chi si è già ammalato di Covid è quasi impossibile reinfettarsi: è quanto emerge da una ricerca lombarda pubblicata sulla quotatissima rivista scientifica Jama Internal Medicine. «Quello condotto da noi è uno tra i primi studi sulla popolazione generale — spiega all’Agi Nicola Mumoli, uno degli autori della pubblicazione — e riguarda l’area di Milano nord ovest che ha un bacino di mezzo milione di abitanti». Per la stesura dello studio Mumoli ha collaborato con altri colleghi dell’azienda socio sanitaria Ovest Milanese a cui fanno capo gli ospedali di Legnano, Cuggiono, Magenta e Abbiategrasso

Quasi impossibile riammalarsi di Covid

La ricerca si basa sui risultati di 122mila tamponi molecolari e due gruppi di pazienti di età media di 59 anni. Il primo gruppo di positivi al tampone e l’altro di negativi, seguiti a partire dalla fine del febbraio 2020 fino alla fine dello stesso anno, per una media di otto mesi. L’analisi, «dimostra che chi ha già avuto il Covid ha 15 volte meno probabilità di ammalarsi rispetto a chi non l’ha avuto». Dei pazienti che già si erano ammalati solo 5 sono risultati nuovamente positivi e solo uno è finito in ospedale. Per cui, «chi è entrato in contatto col virus ha un’immunità naturale che perdura di sicuro per almeno otto mesi, l’arco di tempo dello studio, ma probabilmente anche per un anno».

L’immunità stazionaria

Non solo: gli autori dello studio mettono sul tavolo la teoria — ancora da verificare— dell’immunità stazionaria: preso una volta il Covid, poi non lo si riprende mai più. Come, ad esempio, accade per il morbillo.

Nonostante questo, Mumoli consiglia lo stesso di eseguire una dose di vaccino. Lo motiva in questo modo: «Per avere l’immunità di gregge occorre che almeno il 70-80% della popolazione si ammali, un prezzo da pagare altissimo per l’immunità perché si conterebbero tanti morti. In questo momento sono 5 milioni gli italiani che hanno preso il Covid, saremmo lontanissima dall’immunità di gregge seguendo questa via. Pensiamo al vaiolo che fu debellato solo attraverso l’immunità artificiale. Il vaccino consente di liberarsi molto più velocemente del virus. Ecco perché è doveroso che chi ha già fatto il Covid si sottoponga all’iniezione entro sei mesi aggiungendo all’immunità naturale quella artificiale del vaccino che rafforza ancora di più il sistema immunitario».

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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