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Ora la sinistra incensa Achille Lauro. Ma un mese fa gli aveva dato del “fascista”

by Vittoria Fiore
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Achille Lauro a Sanremo

Roma, 6 feb – Doveva essere una «marcia su Sanremo», e invece è stata solo un’esposizione di lustrini. Stiamo parlando dell’esibizione di Achille Lauro, il trapper romano che David Parenzo ha esaltato come specchio della nazione: «Il Paese è totalmente con Lui! Il riformismo avanza. Lento ma avanza», ha twittato festante il noto opinionista. Di quale riformismo parli Parenzo è difficile dire, ma il cantante ha cominciato a piacere un po’ a tutta la sinistra, sempre bisognosa di accaparrarsi l’artista di turno.

«Il motto spregiudicato e schietto»

E pensare che, fino a circa un mese fa, Achille Lauro era stato accusato nientemeno che di «fascismo». Il motivo? Semplice: era stato da poco annunciato che la canzone con cui il trapper avrebbe calcato il palco dell’Ariston si intitola Me ne frego. Di qui l’indignazione montante del «popolo del web», che rimproverò al cantante di resuscitare – e rendere popolare – il famoso motto fascista. In effetti, l’adagio «me ne frego», derivato dal dialetto romanesco, era stato dapprima politicizzato da Gabriele D’Annunzio ai tempi dell’impresa fiumana, e poi fatto proprio dalle temute squadre d’azione fasciste. Di qui la conclusione più «logica»: Achille Lauro è un fascista. Magari incosciente, ma pur sempre fascista.

Achille Lauro: da gerarca a idolo della sinistra

E invece, colui che era stato dipinto come un gerarca mussoliniano si è alla fine presentato a Sanremo con indosso una calzamaglia tutt’altro che «maschia» o «marziale». Un abbigliamento, quello di Achille Lauro, che ha peraltro suscitato un dibattito di altissimo livello politico-culturale. Senza contare il testo del tanto temuto Me ne frego: la solita canzonetta d’amore come se ne sentono tante. Eppure, da sempre a prova di figuracce colossali, la sinistra ci ha messo un attimo a trasformare il trapper in un eroe dei tempi moderni. Insomma, doveva arrivare in orbace, ma giunse a Sanremo ricoperto di lustrini, truccato e con il «pacco» in bella vista. Non proprio l’outfit del perfetto squadrista.

Vittoria Fiore

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2 comments

Jos 6 Febbraio 2020 - 2:25

..se quell’essere alieno ermafrodito era “camerata”….compagnucci è tutto vostro..e usate mutande di ferro…per parenzo ,ormai, non servono più..

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Nuccio Viglietti 8 Febbraio 2020 - 7:59

Isteria ottunde le menti…sempre…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

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