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Ecco come una Fiorentina da Champions ha bloccato la Roma

by Renato Montagnolo
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Firenze, 28 gen – La prima giornata di ritorno ha proposto allo stadio Artemio Franchi di Firenze l’interessante sfida tra Fiorentina e Roma, due squadre dal dna propositivo e con la volontà di giocarsi tutte le partite a viso aperto. La Fiorentina arriva a questa sfida reduce da 5 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 8 partite di campionato. La Roma, invece, si presenta imbattuta da 9 partite, ma dopo aver totalizzato 4 pareggi nelle ultime 6 partite, uno score non proprio entusiasmante che ha permesso alla Juventus di guadagnare, a fine del girone d’andata, cinque punti di vantaggio sulla diretta inseguitrice.

La Fiorentina si presenta col il solito 3-5-2 in fase di possesso che si trasforma in un 4-4-2 nella fase di non possesso nella propria trequarti campo, attraverso i movimenti di Joaquin o, prevalentemente, Pasqual che si abbassano sulla linea dei difensori. Nella fase di non possesso nella propria trequarti Montella ha chiesto a tutti i suoi giocatori di abbassarsi dietro la linea della palla, per poi sfruttare, durante le transizioni offensive, la velocità di Cuadrado.

La Roma torna al suo 4-3-3 in fase di possesso e 4-1-4-1 in fase di non possesso.

La Fiorentina parte con il piglio giusto e dimostra subito grande coraggio. Durante la fase di costruzione bassa dei giallorossi,  i viola si alzano in pressing ultraoffensivo, con una disposizione a specchio: dato che in fase di costruzione bassa la Roma porta De Rossi sulla linea dei due centrali di difesa, la Fiorentina ha alzato Mati Fernandez in linea con Gomez e Cuadrado, chiudendo le linee di passaggio per i tue terzini con Joaquin e Pasqual. In questo modo ha spesso costretto la Roma ad attacchi diretti sui tre attaccanti: la Fiorentina ha rischiato il 3c3 mantenendo una difesa molto alta e sfruttando le migliori dote aeree dei suoi uomini rispetto a quelle degli attaccanti della Roma.

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La Fiorentina passa in vantaggio al 19esimo con un’azione ragionata che mette in evidenza molte soluzioni tattiche della Fiorentina, nonché altrettante lacune della Roma. Pizarro riceve palla da fallo laterale ed ha troppo tempo a disposizione per impostare (il centrocampo della Roma è troppo basso e nessuno dei tre attaccanti va in pressione sul cileno) e per cambiare fronte di gioco su Joaquin, che garantiva massima ampiezza alla squadra sul lato debole (fig. 1). Sul controllo di Joaquin, Cuadrado – nel corso dell’incontro molto bravo a muoversi su tutto il fronte di attacco – attacca la profondità sull’esterno destro e viene servito dallo spagnolo (fig. 2). L’uscita obbligata in chiusura di Yanga-Mbiwa e il contemporaneo inserimento da dietro di Mati Fernandez costringono Strootman e De Rossi ad abbassarsi sulla linea dei difensori (fig. 3). Cuadrado rallenta l’azione e permette alla Roma di riorganizzarsi: nonostante ciò i giallorossi portano troppi uomini su un’unica linea difensiva e lasciano scoperta la zona al limite dell’area (fig. 4). Il cross di Joaquin, respinto fuori area da Holebas, verrà raccolto da Pizarro: il suo tiro, deviato da Gomez, finirà in porta.

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Dopo il gol la Fiorentina continua a portare una pressione aggressiva, costringendo spesso all’errore la Roma. I giallorossi soffrono la grande mobilità dell’attacco dei viola, i movimenti combinati di Mati Fernandez – bravissimo nel ricevere palla tra le linee – e Cuadrado, le giocate a muro di Gomez, la libertà di Pizarro.

E su quest’ultimo giocatore Garcia adotta il primo accorgimento: in fase di costruzione bassa uno tra Totti e Ljajic ha il compito di coprire le linee di passaggio per Pizarro. In questo modo, però, la Roma abbassa il proprio baricentro e permette ai difensori della Fiorentina di giocare in superiorità numerica di 3c2: di fatti, se la Fiorentina trova difficoltà ad uscire dalla parte di Iturbe, sulla propria sinistra non trova quasi mai un’opposizione aggressiva.

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Questo cambiamento, necessario per la fase di non possesso, modifica anche lo schieramento in fase di possesso, con la Roma che passa ad un 4-3-1-2. Il cambiamento, e l’ingresso in campo di Pjanic al posto dell’infortunato Strootman, comportano miglioramenti: la Roma nel finale di primo tempo riesce a prendere in mano il pallino del gioco.

Nel secondo tempo la Roma scende in campo e mantiene l’atteggiamento tattico del finale della prima frazione. Si può subito notare un maggior agonismo dei giallorossi, obbligati a cercare da subito il pareggio. Il gol nasce a seguito di una serie di rimpalli e da una successiva giocata di Totti a centrocampo: ottimo il passaggio in profondità per Iturbe che prima sfrutta l’indecisione di Basanta e poi premia l’inserimento di Ljajic, il quale deposita in porta. Pronti via, la Roma si riporta in parità.

Passa un minuto e la Roma propone un’azione simile: Totti riceve palla tra le linee, Ljajic, Iturbe e un centrocampista attaccano la profondità. Totti in questa occasione serve Iturbe, che poi gioca a Ljajic: il cross di quest’ultimo sarà intercettato dalla difesa viola dopo un velo di Naingollan per Totti.

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All’11esimo, un altro errore di Basanta, permette alla Roma di creare una nuova occasione sull’asse Totti-Iturbe, con l’argentino che perde il tempo per concludere a rete: nonostante il risultato rimanga invariato, con gli attaccanti più vicini tra loro, la manovra dei giallorossi risulta essere molto più efficace.

Dopo questa terza occasione, la Fiorentina riesce a riorganizzarsi: prende in mano la gara per alcuni minuti, trovando però solo qualche cross lungo e qualche tiro debole o intercettato dagli avversari.

Al 25esimo Montella decide di cambiare qualcosa per provare a rendersi pericoloso: con l’ingresso di Alonso la Fiorentina passa ad una difesa a quattro, spostando Cuadrado e Joaquin esterni alti di attacco. L’obiettivo è provare a sfruttare gli spazi che concedono Holebas e Florenzi con le loro sortite offensive. In quest’occasione, su un recupero palla di Borja Valero, Joaquin si lancia nello spazio tra Holebas e Yanga-Mbiwa, riceve palla e riesce a crossare per Gomez: l’ottimo intervento in anticipo di Manolas impedisce all’attaccante tedesco di provare a girare in porta.

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Per lo stesso motivo, al 32esimo, Montella inserisce Babacar; Garcia, contemporaneamente, cambia Totti per Destro. Il risultato finale rimarrà immutato nonostante un’occasione per parte: al 43esimo Cuadrado ha l’opportunità di sfruttare lo spazio lasciato dal neo-entrato Maicon, ma il cross sbagliato arriva a Tomovic sull’altro fronte che spara sul primo palo su De Sanctis; negli ultimi secondi del match è Florenzi a trovarsi solo in area su lancio di Yanga-Mbiwa, ma davanti a Tatarusanu, calcia altissimo.

Per concludere, la Fiorentina, con il recupero di Gomez, può ambire al terzo posto: quella di Montella è una squadra i cui principi di gioco sono chiari e assolutamente solidi, applicati con grande efficacia e organizzazione. La Roma, invece, continua a perdere terreno dalla Juventus e paga l’assenza di Gervinho: ormai i giallorossi sono obbligati a vincere lo scontro diretto del 2 marzo per poter continuare ad ambire allo scudetto. Prima di quella partita, però, ci sono altre quattro partite: soprattutto quando non è disponibile Gervinho, giocare con un trequartista dietro due punte vicine può essere la giusta soluzione per Garcia?

Renato Montagnolo

 

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