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Boxe, morto Sandro Mazzinghi: il “guerriero indomabile” che vinceva quasi sempre

by Alessandro Della Guglia
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Mazzinghi, pugile

Roma, 22 ago – Incontri disputati: 69. Vittorie: 64 (43 per ko). I pugni di Sandro Mazzinghi erano una sentenza, sul ring non ce n’era quasi per nessuno. Uno dei più grandi pugili italiani della storia, senza alcun dubbio, che se ne è andato oggi all’età di 81 anni. Mazzinghi è morto all’ospedale “Felice Lotti” di Pontedera, città toscana dove nacque il 3 ottobre 1938. Personaggio decisamente poliedrico, è stato anche scrittore e cantante apprezzato dal pubblico. Campione del mondo dei pesi medi junior (1963-1965 e 1968-1969) e campione d’Europa della stessa categoria (1966-1968).

Un guerriero indomabile

Come spiegato dal giornalista sportivo Claudio Colombo “Mazzinghi è stato l’esempio del pugile coraggioso, combattente, leale. L’imperfezione tecnica elevata a sistema: boxe ribelle, da zigomi gonfi e sopraccigli scheggiati, da brividi sulla schiena e pronostico aperto”. Un guerriero indomabile celebre anche per la sua storica rivalità con Nino Benvenuti, che oggi lo ricorda così: “Per parlare di Sandro Mazzinghi bisogna trovare le parole migliori. Ci siamo battuti, sono sempre state battaglie dure, ma l’ho sempre rispettato e ora lo ricordo con affetto. La nostra è stata una rivalità come quella fra Coppi e Bartali, abbiamo diviso l’Italia dello sport”, ha dichiarato Benvenuti all’Ansa.”Sul ring Sandro era un guerriero: ti metteva paura, lo guardavi negli occhi e capivi che per lui c’era solo il volerti sopraffare, voleva vincere a tutti i costi. E per batterlo – dice Benvenuti – dovevi dare veramente qualcosa in più”.

“Non indietreggiavo mai”

Mazzinghi lo sapeva bene e infatti di se stesso disse: “La mia boxe non prevedeva il risparmio di energie, non indietreggiavo mai. Cercavo sempre di lavorare i miei avversari al corpo per fargli abbassare la guardia e trovare lo spiraglio per entrare con i miei colpi”. Certo, era una boxe di altri tipi, verace, ruvida, a volte amara. All’italiana, sguardi “cattivi” e pugni secchi senza fronzoli. E proprio per questo straordinaria e indimenticabile. Addio guerriero.

Alessandro Della Guglia

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