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Sassuolo, nazionale e mercato: i destini incrociati di Raspadori e Scamacca

by Marco Battistini
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Roma, 23 lug – Uno è alto, discretamente potente e abile nel gioco aereo. L’altro è brevilineo, agile e con una buona visione di gioco. Ad accomunarli giovane età – le classi rispettivamente sono 1999 e 2000 – indiscutibili doti tecniche e un futuro tutto da scrivere. Speriamo il più azzurro possibile. Per chi non lo avesse ancora capito stiamo parlando di Gianluca Scamacca e Giacomo Raspadori, i due gioiellini di casa Sassuolo. Protagonisti nel passato recente con la maglia neroverde, sono entrambi in attesa della chiamata a cui “non si può dire di no”. Dovunque portino le vie del calciomercato, i destini incrociati del romano e del bolognese si ritroveranno comunque con la casacca della nazionale.

Attaccanti diversi, storie differenti

Due storie completamente diverse. Se Raspadori ha indossato esclusivamente il neroverde, quello di Scamacca è stato un lungo peregrinare. Già dalle giovanili: Lazio, Roma per poi volare in Olanda nella scuderia del PSV Eindhoven. Nel 2017 l’approdo in quel di Sassuolo, dove vince subito il torneo di Viareggio. Poi la girandola di prestiti dove con Cremonese, Ascoli e Genoa cresce di anno in anno.

Entrambi si fanno conoscere al grande pubblico della Serie A nella stagione 20/21. Che il piccolo emiliano – il cui esordio nella massima serie risale al maggio 2019 – fosse un predestinato lo si intuisce nel giorno del Natale di Roma. Cornice prestigiosa (anche se desolatamente vuoto rimane comunque la scala del calcio), quella di San Siro: subentra al minuto 64 e in soli 7 giri di lancette con la sua prima doppietta ribalta un Milan ancora aggrappato al treno scudetto. L’aria primaverile fa sbocciare anche il collega, il quale nella Genova rossoblu dopo un buon avvio – rete nel derby alla sesta giornata – si prende l’attacco del Grifone proprio negli ultimi due mesi (6 reti in 8 gare).

Una stagione da incorniciare

Grazie all’occhio lungo dell’amministratore delegato Carnevali, Scamacca e Raspadori si trovano quindi l’estate seguente ai piedi delle colline modenesi in una squadra che si esalta nelle grandi occasioni. Juventus, ancora Milan, Inter: tra le mura amiche le più blasonate del calcio italiano sono costrette a inchinarsi davanti ai terribili ragazzi di Alessio Dionisi.

Se a Torino si meritano una sufficienza stiracchiata – tra i due ci sarà la staffetta intorno all’ora di gioco – è il capoluogo lombardo a mettere in risalto le qualità di questa coppia così ben assortita e letale, soprattutto quando anche Berardi risulta essere in giornata. I rossoneri infatti cadono sotto i colpi del numero 91 (sassata all’incrocio a conclusione di un’azione iniziata dal collega e bella girata su azione d’angolo) prima di essere finiti dalla “vecchia” bandiera sassolese. Raspadori invece colpisce a freddo la Beneamata, finalizzando una micidiale ripartenza. Sempre Scamacca – questa volta di testa – chiude ogni discorso con gli ex campioni d’Italia.

Raspadori e Scamacca, la coppia del futuro

Colpite e sedotte, negli ultimi mesi il nome delle tre strisciate è stato accostato spesso e volentieri a quelli delle promettenti punte. Sul centravanti tascabile registriamo anche l’interesse del Napoli. Per l’ex genoano si sono altresì dall’estero, in particolare PSG e West Ham.

Se difficilmente il destino di entrambi sarà tinto di neroverde il duo si ritroverà in nazionale. Saranno chiamati a prevenire ulteriori problemi che la fastidiosa secca di attaccanti ha già provocato in tempi non sospetti. “Sic ex murice gemmae” recita il motto inciso sul simbolo della città di Sassuolo. Da quelle gemme sorte dalla roccia fioriscano ora grandi campioni.

Marco Battistini

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