Home » Polemica su arditi? Cara Anpi, un bel tacere non fu mai scritto (ma nemmeno letto)

Polemica su arditi? Cara Anpi, un bel tacere non fu mai scritto (ma nemmeno letto)

by La Redazione
7 comments
anpi, arditi

Roma, 23 lug – L’Anpi anziché tacere, scrive l’ennesimo comunicato in cui toglie ogni dubbio sulle proprie conoscenze della storia. Alla collezione di brutte figure questa volta si aggiunge la squallida polemica sull’evento organizzato dalla Federazione Nazionale Arditi d’Italia a Sdricca di Manzano per ricordare il 105° anniversario della creazione dei reparti d’assalto nonché il 100 “compleanno” dell’associazione stessa.

L’assurda polemica dell’Anpi sugli arditi

Oggetto del contendere? La fantasiosa appartenenza, durante la Prima Guerra Mondiale, dei reparti d’assalto al fascismo. Ora, che l’Anpi avesse una visione distorta della storia era chiaro già dalle precedenti uscite, ma è altrettanto evidente che con questa uscita abbia toccato il fondo. Secondo l’Anpi la manifestazione sarebbe “inquietante” tanto che “sul piano storico come su quello democratico e civile hanno tutte le prerogative di una manifestazione di ispirazione fascista”. Insomma, gira che ti rigira, il problema è sempre il fascismo. Peccato che la fondazione dei reparti d’Assalto risalga al 1917 a ben 5 anni di distanza dal Ventennio. Passi, quindi, l’ignoranza storica, ma pure quella matematica appare un po’ eccessiva. Per evitare brutte figure, infatti, sarebbe bastato fare 2022 (l’anno in corso) meno 105 (gli anni indicati sulla locandina). Ignoranza che invece viene mostrata in tutta la sua chiarezza attribuendo addirittura a Mussolini la nascita della Federazione Nazionale Arditi d’Italia che avviene nel maggio 1922 (e non nel novembre), ben 5 mesi prima della marcia su Roma.

Su questi punti va fatto un breve approfondimento: la nascita degli Arditi è dovuta al risultato delle sperimentazioni di alcuni brillanti ufficiali italiani stanchi della guerra di trincea. Per questo motivo il 29 luglio 1917 venne inaugurata la scuola, affidata al neopromosso tenente colonnello Giuseppe Bassi che scelse proprio Sdricca per l’addestramento dei reparti d’assalto, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, del principe di Galles, del principe ereditario del Belgio, del generale Cadorna, del generale Capello, del comandante della 3^ Armata Emanuele Filiberto duca d’Aosta, di ufficiali italiani e stranieri addetti al Comando Supremo e di molti giornalisti.

Ignoranza totale

Anche il colore nero, che nell’immaginario dell’Anpi richiamerebbe a prescindere il fascismo, altro non fu (nel 1917) che un omaggio al patriota risorgimentale Pier Fortunato Calvi che era solito indossare una cravatta nera, simbolo dei carbonari veneziani che hanno liberato Manin e proclamata nuovamente la Repubblica Veneta. In questo senso, la scelta di Bassi, che era parente di Calvi, voleva porre in continuità storica i Reparti d’Assalto con quei martiri risorgimentali che hanno sacrificato la loro vita per la nascente Italia. Anche in questo caso, quindi, il fascismo non c’entra nulla perché il colore nero dei carbonari era prima di tutto un simbolo di libertà.

Va poi analizzata la locandina. Una foto con due reduci aventi tre file di mostrine sul petto simbolo di indubbio eroismo e dedizione alla Patria. Si tratta, infatti di due eroi di guerra medagliati al valor militare che, dalle mostrine, parteciparono a quasi tutte (se non tutte) le campagne di guerra degli Arditi d’Italia quali, ad esempio, Libia, Fiume, Spagna etc… Va inoltre notata la doppia mostrina bianca sulla spalla dell’ardito a sinistra, a indicare che si trattava di un ferito (e molto probabilmente invalido) di guerra. Anche il fez, per alcuni confuso con il copricapo del ventennio ma che fino ad allora apparteneva ai bersaglieri, venne preso nel 1918 dal 27° Reparto d’Assalto che dal color cremisi originale lo dipinse di nero in tinta col resto della divisa.

Infine, sempre per smentire le visioni fasciste in ogni dove dell’Anpi, un piccolo appunto anche sulle “fiamme nere” e sul gladio: si tratta, in effetti, di due simbolo ancora oggi in uso al IX Reparto d’Assalto Col Moschin dell’Esercito Italiano che nel 2018 li hanno ereditati grazie all’interessamento del presidente Cossiga che ne fu promotore in quanto parente diretto di Maurizio Zanfarino, medaglia d’oro al valor militare e tenente del IX Reparto d’Assalto caduto eroicamente nel 1918 sul Col della Beretta col Tricolore in mano.

Insomma, l’attacco dell’Anpi è come sempre scomposto, inutile, strumentale, fuori luogo. E dimostra, anche se non c’era bisogno di altre dimostrazioni, che si tratta di un’associazione la cui utilità è indiscutibilmente dubbia, specie se si considera l’imponente quantità di finanziamenti pubblici che ogni anno riceve. Piuttosto che parlare del patrocinio di quattro comuni, quindi, sarebbe più interessante parlare dei soldi che un’associazione, che fa sovente disinformazione storica, riceve.

Aurelio Del Conte

You may also like

7 comments

fabio crociato 23 Luglio 2022 - 10:48

Non solo l’ Anpi non sa un beato c…o. Grazie perché anch’io non sapevo tutto.

Reply
Antonio 23 Luglio 2022 - 2:34

Anpi fuori luogo… fuori tempo…fuori spazio.. ma soprattutto fuorilegge

Reply
paolo pulvirenti 24 Luglio 2022 - 10:33

Fascistelli inconsapevoli….

Reply
Giuseppe 24 Luglio 2022 - 4:12

Purtroppo l’ignoranza non ha limiti, bene le puntualizzazioni fatte, anche perché mio nonno ragazzo de 1899l chiese di entrare negli arditi, cosa che non avvenne per intervenuta pace, ma vi posso garantire che il suo pensiero era ben lungi dall’ideologia fascista che subì come milioni di italiani. Fra l’altro si era rifiutato di pagare, come tutti i dipendenti dello Stato, due lire da devolvere al partito fascista e fu minacciato di licenziamento, quindi, dai suoi racconti ho contezza di ciò che è stato puntualizzato. Ma la mistigicazione storica non conosce barriere, soprattutto nel momento attuale in cui certa forza politica a corto di idee deve fare appello strumentale per ottenere consensi.

Reply
brutta ciao 25 Luglio 2022 - 1:09

Clicco, come sempre “a caso” e voilà… trovo il commento benevolo del compagno enciclopedico di turno, quanti cani? Perchè si chiama Treccani? Divertiti con noi che altrimenti e noia, come quando eravate a nord Ossola e scendevate a scambiare quattro chiacchiere. Alla cazzo di cane s’ intende, se non cercate neppure di cambiare verso il meglio.

Reply
Gaetano Casella 25 Luglio 2022 - 7:12

Preg.mo Dott. Aurelio Del Conte, la ringrazio per il suo completo e preciso articolo, che rende merito all’operato di tutti quei Ragazzi che sono morti sul campo di battaglia per difendere la “Patria” dal nemico di quel tempo e per riunire alla Patria i territori occupati dall’Austria.
Sono figlio di un Ragazzo del 1899 che ha fatto la Grande Guerra nell’ 11° Reparto d’Assalto dal 1916 al 1920. Ha partecipato alla liberazione di Gorizia combattendo sul Sabotino. Due ferite di guerra, Pluri decorato ma è tornato a casa, gli altri Casella sono seppelliti nel 4° gradone del Sacrario di Redipuglia ed nel Circolo del Mausoleo di Caporetto (UD). Nella mia famiglia non siamo mai stati Fascisti, nessuno ha mai posseduto la Tessera del Partito Fascista. Mio padre a servito dal 1922 sino al Congedo, prima Sua Maestà il RE, come Sottufficiale dei Carabinieri Reali e poi sciolti dal giuramento, la Repubblica sino alla fine del suo servizio.
Io sono nato quando mio padre Giuseppe aveva 48 anni compiuti, 4 figlio, prima di me c’erano tre ragazze. Non ho mai sentito inneggiare mio padre a quel periodo e i suoi ricordi di guerra erano ricchi di momenti tristi e di gioia, ogni qualvolta raggiungevano una quota che si erano prefissata. Grandi sacrifici, ma felici di quanto avevano fatto per la gloria d’Italia.
Una sola precisazione su quanto hanno scritto costoro che oggi si firmano
A.N.P.I. Coloro che hanno combattuto nei Partigiani sono quasi tutti morti, tranne una che è la Prof.ssa Paola Del Din Carnielli, Medaglia d’Oro al V.M. ma Partigiana della Divisione Osoppo, che io rispetto e che conosco personalmente che ha 96 anni. Chi sono costoro che scrivono a nome dei Partigiani? perché sono tutti morti, io ne ho conosciuti parecchi vivendo a Palmanova, dove alcuni purtroppo sono stati trucidati, sono forse quelli che hanno fatto l’eccidio di Porzìus (UD). Se si, condanniamoli e che paghino per tutti i morti innocenti, uccisi con l’inganno e per ordine del Maresciallo Tito, che ha massacrato con le Foibe tutti gl’Italiani della Zona A e B, che non hanno avuto la fortuna, di rientrare in Italia in tempo e comunque innocenti. Ma non sono stati gli Arditi!! Che con il loro sangue hanno liberato il nostro paese. Questi non conoscono la storia, si parla di due guerre diverse e differenti, in un contesto storico che non ha nulla a che fare con il Fascismo. Ma come si fa a confondere due periodi storici cosi differenti, ci vuole molta fantasia ed molta ignoranza. A Sdricca di Manzano, sono anni che fanno questa manifestazione e Voi dove eravate? Nessuno a mai protestato prima. Adesso ve lo dico io dove eravate! Non esistevate neanche, perché non eravate nati. Chi vi scrive ha 74 anni compiuti ed ancora oggi leggo, mi documento ed ascolto, chi può insegnarmi qualcosa. Proprio loro si riempiono la bocca di Libertà di Democrazia? Non sono credibili e smettiamola di regalare sovvenzioni ogni anno a pioggia a costoro, per qualche Corona d’Alloro che mettono il 25 Aprile di ogni anno giustamente, ma quanto costano queste corone, perché altro non fanno e se fanno qualche convegno, sono troppo costosi, per raccontare il poco che hanno fatto, quelli che oggi sono morti. Storicamente più tosto, ringrazino gli Alleati e le Truppe ricostituite del Regno d’ltalia, che partiti da Brindisi e Salerno e via via sono venuti su a liberare l’Italia, loro sarebbero ancora nascosti nelle caverne delle montagne, aspettando di accodarsi a loro, man mano che salivano, cosi come hanno fatto! Certo che solo l’ignoranza gli può dare tanta arroganza. Mi scuso per il mio sfogo forse un pò troppo lungo.
Saluto cordialmente.

Comm. Gaetano Casella
(Nipote, da parte di nonna paterna, del Gen. di Corpo d’Armata, Antonino Di Giorgio).

Reply
SergioM 26 Luglio 2022 - 12:07

Chi si iscrive all’ anpi è un ASINO .

Ma detto questo , distinguendo il reparto militare dai suoi appartenenti , Vi
ricordo che i Fasci di Combattimento e le Squadre erano composte da
ARDITI e LEGIONARI , a San Sepolcro quelli c’ erano !!!!!

Poi , BEN , che era un politico IMMENSO , ma forse manco era Fascista …. trasformò il fascismo in una sorta di DC ….. imbarcando gente come Galeazzo Ciano , Ingrao , G. Napolitano , G. Bocca , Scalfari e DarioFo .

Uno zio di mio padre , che portava in viso i segni dei combattimenti , più impressionante dei mascheroni di film americani dell’ orrore , fu ARDITO ,
Squadrista e FASCISTA , anche DOPO il tradimento di Cassibile .

Non insultate la memoria degli ARDITI che furono ANCHE FASCISTI ,
sareste peggio dei finti partigianelli .

Il Fascismo c’era , c’ è e ci sarà SEMPRE in ITALIA e ne faranno parte
ARDITI e LEGIONARI , i vili entrino nell’ anpi …….

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati