Roma, 18 ago – I minatori di Drmno, in Serbia, a 50km a est di Belgrado, per la seconda volta dal 2020, mentre stavano raggiungendo i livelli del giacimento di carbone con un’escavatrice, a 8m di profondità, si sono imbattuti nei resti lignei di un’antica imbarcazione Romana. I lavoratori hanno subito contattato gli archeologi del Parco Archeologico di Viminacium, associati all’Istituto Archeologico di Belgrado, che hanno identificato nei resti una nave di epoca romana. L’età esatta dell’imbarcazione è ancora sconosciuta per il momento, ma sulla base di precedenti ritrovamenti, i ricercatori pensano che possa risalire al terzo o quarto secolo d.C., ulteriori conferme arriveranno dopo attenti esami al radiocarbonio.
L’antica città romana di Viminacium
All’epoca, una vivace città romana chiamata Viminacium, popolata da circa 45.000 abitanti, si trovava non lontano dal fiume Danubio, a circa 70 chilometri a est di Belgrado. Oggi, tutta l’area circostante è un ricco sito archeologico.
Gli esperti pensano che l’imbarcazione trasportava merci lungo i piccoli fiumi che collegavano Viminacium al Danubio. Capitale della Mesia, Viminacium venne fondata tra l’epoca augustea e quella tiberiana, e divenne sede della Legio VII Claudia e poi dalla Legio III Flavia Felix, nonché quartier generale delle truppe romane che combatterono, in epoca traianea, contro i Daci di Decebalo. Nel 441 d.C. venne rasa al suolo dagli Unni, fu rifondata da Giustiniano I, ma nel 584 d.C. gli Avari la distrussero definitivamente.
Una chiatta romana per il trasporto merci sul Danubio
Gli studiosi, assieme agli ingegneri, stanno preparando una struttura speciale per sollevare l’imbarcazione romana. Seguirà poi l’intero processo di conservazione graduale. I minatori hanno scoperto le prime tracce della nave il mese scorso. Hanno allertato gli archeologi, che hanno iniziato a scavare con attenzione. L’umidità nel legno e nella sabbia circostante hanno contribuito a preservare i resti. L’imbarcazione ad oggi misura quasi 13 metri di lunghezza, ma in origine era lunga 20m e larga 3,5m, con fondo piatto, adatto a navigare sui fiumi. La chiatta veniva forse spinta con i remi e/o trainata dalla riva, probabilmente anche con l’ausilio di una vela.
La flotta imperiale Classis Moesica
Gli studiosi prendono in considerazione gli studi fatti sulle tre imbarcazioni ritrovate all’incirca nella medesima area nel 2020. Queste imbarcazioni non presentavano danni da battaglia o da incendio, lasciando gli archeologi con molte domande senza risposta su cosa sia successo. Una possibilità è che siano state abbandonate o evacuate, non sono infatti affondate improvvisamente con il carico. Sebbene gli scavi di Viminacium siano in corso dal 1882, gli esperti stimano di aver setacciato solo il 5% del sito: un’area vasta di 450 ettari, più grande del Central Park di New York.
La nave riaffiorata faceva parte probabilmente della Classis Moesica, una flotta provincialis imperiale romana creata da Tiberio.
Fulvio Cobaldi