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Ambasciatore italiano: i giovani armeni non possono curarsi e studiare in Italia

by Andrea Bonazza
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Roma, 18 ago – Esattamente un mese fa, sulle colonne de il Primato Nazionale, vi abbiamo raccontato la storia di Albert, quattordicenne armeno, che ostacolato da un muro burocratico non riesce a venire in Italia per curarsi. La sua storia la avevamo raccontata tramite un intervista a Manvel Ayrapetyan, residente in Italia dal 2001, che sta seguendo tutta la vicenda con apprensione. Manvel è presidente della comunità Italo-Armena di Bergamo, oltre che essere un appassionato allenatore di calcio della Lena Academy di Bergamo. Mentre l’Italia continua ad essere invasa da migliaia di immigrati irregolari, con sempre maggior tolleranza da parte di tutte le istituzioni, c’è però chi, perfettamente in regola e bisognoso di cure, non sembra aver diritto di entrare in Italia. E’ la triste storia di Albert, un giovanissimo calciatore armeno, la cui famiglia non riesce a portarlo in Italia per ricevere le cure necessarie a causa di un grave infortunio subito. Abbiamo nuovamente intervistato Manvel Ayrapetyan, oggi nominato responsabile del giovane direttamente dalla famiglia di Albert, per conoscere gli sviluppi di questa vergognosa vicenda, la quale non intendiamo abbandonare.

Buongiorno Manvel. A distanza di qualche settimana ci risentiamo per questa assurda vicenda che vuole lo Stato italiano, nella persona del suo ambasciatore in Armenia, negare l’accoglienza in Italia ad un quattordicenne armeno, per potersi curare a Roma, presso Villa Stuart.

Ci sono stati sviluppi in merito alla vicenda di Albert?

Due settimane fa mi sono recato a Roma, a Villa Stuart, dove ho incontrato la direzione della struttura, la quale, con grande disappunto, ha dichiarato che l’ambasciatore, dott. Alfonso Di Riso, ha dichiarato diverse cose non vere. La prima è che in Armenia c’è la guerra e che c’è un legge dello stato armeno che non permette l’uscita dal Paese ai minorenni. Quando abbiamo dimostrato, con le prove, che in Armenia oggi non c’è la guerra (ad eccezione delle tensioni in Artsack e lungo il confine orientale con l’Azerbaigian) e che, per diversi motivi, i minorenni armeni continuano ad andare in Europa accompagnati dai propri genitori, l’ambasciatore Di Riso ha subito cambiato motivazione. A detta dell’ambasciatore italiano, tale intervento chirurgico si può fare anche in Armenia.

Il ginocchio di Albert, intanto, peggiora ogni giorno

La direzione di Villa Stuart, però, ha dichiarato formalmente che tale intervento, molto delicato e rischioso, non si può fare in Armenia. Come se non bastasse, poi, il dott. Di Riso mette in campo una nuova assurdità, ovvero che problema sarei io, Manvel, e il gioco del calcio, perché secondo l’ambasciatore vorrei portare il ragazzo in Italia unicamente per giocare a calcio. Non so se ridere o piangere. Il ginocchio di Albert, intanto, peggiora ogni giorno. Egregio Ambasciatore, Lei sta facendo della discriminazione e prende in giro tutti quanti, senza capire cosa sta facendo. Perchè non risponde alle lettere di Villa Stuart?

Villa Stuart ha fissato una nuova data dell’intervento nel giorno 7 agosto 2023 ed eravamo tutti fiduciosi che finalmente l’ambasciatore avrebbe svolto il suo dovere per il quale è stato incaricato. Alla fine ho inviato anch’io una lettera aperta, chiedendo di ricevere i genitori del ragazzo a Erevan, così che potessero aiutare a risolvere il problema. Niente. Nessuna risposta o comunicazione. Forse a Erevan non c’è una vera ambasciata italiana, ma solo un ufficio privato. Passato il giorno 7 agosto, data dell’intervento, il Dott.P.P.Mariani, con grande delusione, non ha potuto aiutare il nostro piccolo Albert.

Perchè i giovani armeni non possono venire in Italia?

Ci raccontavi che il vergognoso caso che coinvolge questo ragazzo non è l’unico del suo genere: altri giovani hanno avuto problemi con il visto di ingresso in Italia? Soprattutto studenti? Perché?

C’è anche un altro caso molto grave, di un studente armeno con il quale ho una procura speciale in Italia. Anche in questo caso, a causa del Sig. ambasciatore, questo ragazzo ha perso un anno di scuola, dichiarando a me personalmente, all’ambasciata Italiana di Erevan nel febbraio 2023; “perché un giovane armeno deve andare studiare in Italia?”. Gli ho chiesto come mai, allora, giovani ragazzi della sua stessa età, siano essi provenienti dall’Azerbaigian, dal Kazakistan, dalla Georgia, dalla Spagna o dall’Australia, studiano tranquillamente nei convitti nazionali Italiani ad Assisi e Milano. Perchè invece un ragazzo armeno, con tutti i documenti regolari e accettato dalla scuola Pietro Longone di Milano e dallo stesso Ministero dell’Istruzione Italiana, no può venire a studiare in Italia? Anche in questo caso non ho ottenuto nessuna risposta.

Attraverso questa intervista, vorrei dire al Sig. Ambasciatore Alfonso Di Riso che, forse Lui non sa che non è vietato per gli armeni giocare a calcio e che, tutte le nazionalità, così come gli armeni, possono venire a giocare a calcio in Italia se hanno un contratto regolare da parte di una Società calcistica Italiana. Questo giovane studente, però, vuole studiare in Italia per motivi che non centrano con il calcio. Inoltre non potrebbe comunque avere un contratto sportivo, perché ha solo 15 anni.

Dal Parlamento al Tar per vincere la discriminazione

Ho portato questo caso al Parlamento Italiano, all’attenzione dell’On. Salvini. I genitori di alcuni ragazzi di Bergamo che alleno ed educo, hanno inoltre informato della vicenda il Presidente della Repubblica Italiana, Dott. Mattarela, e il Ministro On. Tajani. Alla fine, il nostro avvocato, Gianfranco Ceci, ha portato la causa di questo giovane studente armeno al TAR. Ora, noi italiani e armeni dall’Associazione Italia-Armenia, siamo fiduciosi che tale discriminazione sarà superata e finalmente vincerà verità, onestà e giustizia.

Sappiamo che, oltre alle varie documentazioni che hai presentato al Tar del Lazio tramite legali, hai scritto anche una lunga lettera di sfogo all’ambasciatore italiano in Armenia. Puoi raccontarci il tenore di questa lettera e hai mai ricevuto risposta?

Mandando la lettera all’ambasciatore Dott. Alfonso Di Riso, speravo in un riscontro legale e anche umano. Passano però i giorni e Albert si trova ancora con dolori e lacrime, i suoi genitori disperati e centinaia di italiani arrabbiati e delusi, che
si domandano chi ha deciso di mandare tale rappresentate Italiano all’estero. Al momento stiamo preparando una manifestazione a Bergamo, alla quale parteciperanno molti italiani, armeni e persone di altre nazionalità, che abitano in Italia, Francia e altri paesi europei, per lottare insieme contro questa discriminazione. Non molleremo mai. Andremo in tutte le sedi legali, italiane ed europee per ottenere finalmente giustizia.

La lettera all’ambasciatore italiano in Armenia

Pubblichiamo integralmente di seguito e volutamente senza correzioni o modifiche di sorta, la lettera di Manvel Ayrapetyan all’ambasciatore italiano in Armenia

Buongiorno Egregio Ambasciatore Alfonso Di Riso.
Mi sono recato in questi giorni a Roma a Villa Stuart(con la quale collaboro da più di 10 anni), dove ho avuto modo di incontrare il dirigente Dott.Bruno Turchetta e altri dirigenti.
Mi hanno detto che L’ambasciata Italiana a Yerevan ha negato il visto d’ingresso in Italia per motivi di salute al mio parente Albert Gareginyan motivando che in Armenia c’è la guerra e c’è la legge dello stato armeno per cui i ragazzi minorenni non possono uscire dall’Armenia.
Contattando tanti amici e parenti in Armenia
ho scoperto che in “Armenia non c’è la guerra e non esiste una legge dello stato armeno che non permette di uscire dal proprio paese i minorenni per qualsiasi motivo” .
Inoltre proprio in quei giorni tanti ragazzi dai 12 ai 17 anni tra cui i figli dei miei amici sono partiti per motivi di studio-campus in Inghilterra e altri paesi Europei per vacanze.
Anche la nostra società ha avuto opportunità di avere con noi 3 ragazzi armeni minorenni con i loro genitori a Jesolo per Campus Estivo, i quali sono tornati regolarmente
in Armenia.
Egregio Ambasciatore come lei ben sa io ho parlato telefonicamente con un Dirigente della ditta Renco in Armenia, il quale mi ha dichiarato che L’ambasciata Italiana a Jerevan pensa che in Armenia ci sia la guerra e per questo motivo non fa venire il ragazzo a curarsi in Italia….. Io ho detto a lui “ma se c’è la guerra in Armenia è pericoloso per la sua vita, lei cosa fa lì, prenda le valigie e torni in Italia….”
Dopo questa motivazione strana e non vera, la Vostra
Ambasciata ha subito cambiato la motivazione, dichiarando che il tale intervento può essere svolto anche in Armenia…. mi scuso ma non sapevo che lei ha anche competenze più importanti nella medicina di Dott. Pier Paolo Mariani e la struttura Villa Stuart.
Il dirigente della Villa Stuart Dott. Bruno Turchetta ha spiegato che questo è un intervento molto delicato che da giovane l’ha fatto anche Francesco Totti ed è difficile che in Armenia lo si potrà svolgere in modo professionale e giusto per non rovinare la carriera di un giovane, come ad esempio hanno già sbagliato interventi chirurgici con tanti giovani ragazzi, tra questi anche Rafik Misakyan che dopo è stato curato a Villa Stuart.
Da Villa Stuart la Dott.ssa Olga Yezerska le ha inviato una lettera dove spiega che tale intervento è molto delicato e non è così banale come potrebbe sembrare e solo i professionisti come il Professor Pier Paolo Mariani potranno fare tale intervento e aiutare un giovane calciatore a salvare la propria carriera.
Egregio Ambasciatore, Lei non ha risposto alla lettera di Villa Stuart, siccome non risponde mai alle lettere e alle documentazioni mandate da me e altre istituzioni italiani, invece quando serve a Lei, o chiama o manda lettere e riceve le risposte. Mi scuso ma non devo essere io a dirLe che la correttezza e il rispetto sono cose molto importanti, innanzitutto per una persona come Lei che rappresenta l’Italia.
So che eravate molto interessati riguardo alla mia cittadinanza.
Adesso mi potete fare i complimenti per l’ottenimento della cittadinanza armena e i miei legali rappresentanti stanno presentando i documenti per la mia famiglia per ottenere la cittadinanza italiana, perché da oltre 22 anni sono residente in Italia e non ho mai violato nessuna legge e regola dello stato Italiano. Io sono anche cittadino del mondo e ho i diritti come ce li hanno tutti i cittadini del mondo e vorrei che anche la Vostra Ambasciata rispettasse i miei diritti e quelli della mia famiglia.
Egregio Ambasciatore, nel mese di Febbraio un genitore dei nostri ragazzi che alleno, il Sig. Ermanno Ruggeri, si è recato nella vostra Ambasciata a Jerevan e ha anche regalato una maglia da parte dei nostri giovani calciatori della nostra squadra a suo figlio che gioca a calcio.

Da un buon padre e un uomo quando lei vede suo figlio giocare ed essere felice, Le prego di pensare un attimo ad un altro ragazzo di 14 anni armeno come Albert Gareginyan, che sta soffrendo ogni giorno dai dolori e aspetta quando Lei un giorno con il rispetto delle regole e dell’umanità, deciderà che Albert ha diritto come tutti i bambini nel mondo di curarsi in Italia.
Le prego di lasciare tutti i suoi pensieri riguardo ad Albert che è un giocatore promettente, ma vederlo solo come un ragazzo che ha bisogno di cura per la propria salute. E dopo le cure tornando in Armenia La ringrazierà perché gli ha salvato la vita.
Il giorno 7 Agosto 2023 già per la terza volta è stato fissato l’intervento a Villa Stuart di Albert Gareginyan, Le prego cortesemente di provvedere alla possibilità di presentare tutti i documenti di nuovo ai genitori di Albert Gareginyan presso la Vostra Ambasciata, per la fine di ricevere il visto d’ingresso in Italia per motivi di salute come richiesto da Villa Stuart.
Cordiali Saluti.
Manvel Ayrapetyan
02/08/2023, Bergamo

Andrea Bonazza

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