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Missione archeologica italo-olandese scopre un’importante nuova tomba a Saqqara

by Andrea Bonazza
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Roma, 13 apr – Ancora una volta attraversiamo il Mediterraneo e torniamo a parlare di Antico Egitto. Oggi però lo facciamo in compagnia degli archeologi italiani del Museo egizio di Torino che, insieme ai colleghi olandesi del Museo di Leiden hanno scoperto una tomba di alto rango nella necropoli di Saqqara, in Egitto. Sotto la supervisione del Consiglio Supremo delle Antichità, la missione archeologica congiunta italo-olandese che opera nell’area archeologica di Saqqara, nel corso degli scavi ha rinvenuto una tomba di tremila anni e quattro piccole cabine risalenti all’epoca ramesside.

Ministero del turismo e delle antichità

La scoperta della missione italo-olandese

Il segretario generale della SCA, Moustafa Waziri, ha affermato che, la nuova scoperta Italo-olandese, “supporta anche teorie precedenti che suggeriscono che lo spazio tra le tombe della XVIII dinastia, sia stato riutilizzato in epoche successive e, tombe e capanne siano state costruite durante il periodo ramesside”. A sua volta, Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino e capo della missione italiana, ha aggiunto di aver trovato all’interno della sepoltura un dipinto raffigurante il proprietario della tomba, tale “Banhasi” e sua moglie “Paya”, che portava il titolo del cantore di Amon. Secondo l’archeologo italiano, il dipinto mostra i modi in cui Banhasi e sacerdoti adoravano la dea Hathor.

L’antica Saqqara che continua a stupire

Saqqara fungeva da necropoli per i reali dell’antico Egitto durante il periodo dell’Antico Regno. Durante il Nuovo Regno, invece, dalla XVIII dinastia in poi, la necropoli fu utilizzata da molti funzionari di alto rango di Menfi. La tomba scoperta dagli archeologi italiani e olandesi apparteneva con ogni probabilità a un individuo chiamato Panehsy, “amministratore del tempio di Amon”, e risale alla XIX dinastia (dal 1292 a.C. al 1189 a.C.) quando il Nuovo Regno d’Egitto raggiunse l’apice del suo potere sotto Seti I e suo figlio, Ramesse II.

La tomba di Panehsy

La tomba ha l’aspetto di un tempietto, con un cortile centrale di 13 x 8 metri, un colonnato circostante, di cui due parzialmente in piedi, e un pozzo centrale che conduce alle camere sepolcrali. La struttura superiore ha pareti in mattoni di fango che misurano 1,5 metri di altezza e presentano lastre di rivestimento in pietra calcarea, decorate con rilievi del proprietario della tomba, sua moglie, vari sacerdoti e portatori di offerte. Una scultura in rilievo raffigura Panehsy mentre adora la dea mucca Hathor con sua moglie a un tavolo per le offerte, insieme a un sacerdote funerario che indossa una pelle di leopardo e spruzza acqua in onore della coppia defunta. Ma gli scavi sul lato est del monumento di Panehsy hanno portato anche alla scoperta di quattro cappelle, una delle quali menziona: Yoeyoe, “creatore della lamina d’oro del tesoro del faraone”, mentre un’altra cappella presenta un ritratto scolpito del proprietario della tomba e della sua famiglia.

Andrea Bonazza

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