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Manca solo il nano da circo: anche un partigiano di 94 anni dà la caccia a Igor

by La Redazione
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Ferrara, 17 mag. – La cattura di Igor pare sia questione di poco. Dopo i cani molecolari, i cacciatori di Sardegna, i paracadutisti, il superdrone usato in Afghanistan è stata svelata l’ultima arma che permetterà di stanare il killer fantasma e consegnarlo alla giustizia: un partigiano di 94 anni.

Non è uno scherzo. Gli investigatori, probabilmente non sapendo più a che santo votarsi, hanno chiesto aiuto a Giuliano Gaggiani, classe 1923. Lui quelle campagne dove oggi si concentra la cosiddetta “zona rossa” le conosce come le sue tasche, avendole percorse mentre dava la caccia ai fascisti. Del resto quella era il cosiddetto triangolo della morte.

La notizia è stata riportata ieri nell’edizione di Ferrara del Resto del Carlino. Gaggiani è un vecchio capo partigiano considerato la memoria storica dei canneti del ferrarese. E anche lui, ai tempi, insieme alla sua squadra si è nascosto tra le frasche. Un esperto di canne, dunque, che aiuterà i reparti speciali a cercare il plurimo omicida con due ordini di espulsione a suo carico laddove la vegetazione ha fatto sparire i casolari abbandonati.

Un “brav’uomo”, il Gaggiani, che in un’intervista dell’anno scorso rivelò sull’epoca della sua avventura partigiana “Ho ucciso tanti uomini, quando gli sparavo alla nuca, cadevano come birilli”. Tutti disarmati e con le mani legate. Anche lui, era un Igor sui generis, senza un addestramento militare ma con la stessa tempra violenta. Ma si sa, i delitti partigiani vanno contestualizzati.

Sta di fatto che anche il giovane partigiano ritiene difficile che Igor riesca a nascondersi per così tanto tempo nella zona. Gli esperti cacciatori, però, restano convinti che il killer vada cercato lì, perlustrando anche sottoterra e sottacqua, nelle paludi. L’ultima ipotesi che si sta facendo strada, adesso, è quella che Igor potrebbe aver usato una barchetta di legno per spostarsi lungo il fiume Reno. Da lì alle valli di Comacchio, quindi al Mar Adriatico il tragitto è breve. La leggenda continua.

 

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nemesi 18 Maggio 2017 - 8:38

l’idea di un Rambo che riesce a vivere cacciando e mangiando bisonti allo spiedo, per poi comunicare in codice via radio solo con il Col.Trautmann, poteva andare bene unicamente nel primo episodio di quel film.

che ci sia un collega di questo “migrante” che lo ospita tranquillamente a casa sua mentre fuori anche i partiigiani danno a lui la caccia credo sia una ipotesi assolutamente realistica quanto poco presa in considerazione.

consoliamoci pensando che nel nostro Paese anche alcuni più importanti “intellettuali” della sinistra,non riescono neppure a trovare i bagni giusti in un piccolo aeroporto qualsiasi.

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