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“Il Vento sulle braccia”: l’esempio del giovane Claudio, atleta paraolimpico

by La Redazione
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Torino, 13 ago – Quando si discerne di disabilità spesso ci si trova dinanzi a situazioni di triste ineluttabilità o dinanzi ai numerosi casi di malasanità o di scarsa assistenza sociale, comunque ci si trova dinanzi ad accadimenti particolarmente dolorosi che non lasciano troppo spazio alla speranza ed alla serenità. Per fortuna, non sempre è così. Nelle ultime settimane abbiamo voluto conoscere una modalità diversa dei portatori di handicap ed abbiamo scoperto che un altro atteggiamento è possibile, un’altra prospettiva è possibile, oltre il disarmante silenzio che il nostro Paese offre all’intero mondo del Terzo Settore. Mi riferisco alla bella storia di Claudio Palmulli, un giovane militante di CasaPound Italia, atleta paraolimpico, affetto da una tetraparesi che lo costringe su una sedia a rotelle con la passione per le maratone.

Dinanzi alle difficoltà che come sempre la burocrazia oppone ai diversamente abili per il soddisfacimento dei loro bisogni o delle loro legittime aspettative, Claudio e la sua cara famiglia non si sono persi d’animo, non hanno scelto né la strada dell’arrendevole silenzio né quella dell’arida lamentazione, ma l’unica possibile e nelle vene di veri combattenti, la lotta. Il SSN, nello specifico, non riconosce a Claudio l’attribuzione di una handybike, una bicicletta speciale, che gli consentirebbe di partecipare agevolmente alle competizioni agonistiche, con dei risvolti anche positivi sul piano terapeutico, oltre che di autostima. In verità, non essendoci limiti al peggio, l’ASL non intende neanche sostituire la normale carrozzina di Claudio ormai diventata piccola.

Quale la risposta del giovane Claudio? Con piglio deciso ha voluto mettere su carta la propria esperienza di vita, far stampare un libro, “Il Vento sulle braccia”, così da poter raggiungere tre obbiettivi: poter far fronte alle spese per l’agognata handybike, per una carrozzina normale idonea alle sue dimensioni, di una carrozzina normale e intraprendere una campagna di sensibilizzazione per il riconoscimento dei diritti naturali dei disabili, che lo stesso Claudio già conduce anche grazie all’aiuto dell’Associazione Impavidi Destini, attiva in tutta Italia con azioni, opere e seminari meritori nel campo. Tutto ciò è stato per noi una felice sorpresa, scoprendo una determinazione rara a non arrendersi alle difficoltà che la malattia pone innanzi nella propria esistenza, ma soprattutto all’indifferenza di chi dovrebbe provvedere alla sussistenza di fratelli meno fortunati e per questo motivo ancor legati alla comunità da un senso di leale solidarietà … almeno così ci illudiamo che dovrebbe essere!

“Il Vento sulle braccia” è il libro che Claudio Palmulli presenta in molte località d’Italia, accolto da numerosissime attestazioni di stima, è stato, leggendolo, il libro del coraggio e di un bell’esempio italico, di autentica bellezza e tutto ciò lo si evince immediatamente dal suo Incipit: “…è proprio da questa mia filosofia di vita che è scaturita la voglia di lottare ogni giorno per far sì che i diritti dei diversamente abili siano riconosciuti e rispettati. Non faccio ciò solo per me…” (p. 11). La storia che l’autore narra nel suo bel testo è la storia della sua vita, delle sue emozioni, delle sue passioni, delle amarezze, sempre descritte con leggerezza, quasi con distacco, come se la sua avventura di vita non riuscisse a condizionare più di tanto una forza d’animo che ha imparato a guardare oltre, oltre i limiti, oltre le paure. E davvero emozionati sono alcuni capitoli, bisogna riconoscerlo con sincerità. Il più toccante ovviamente non può che essere il primo, “Un lunedì di mezza estate”, in cui è descritta la nascita, l’anossia al parto, i primi soccorsi neonatologici, l’inizio di un autentico calvario per i genitori tra medici, esami diagnostici, speranze, desolazione e solitudine.

Vi abbiamo ritrovato parole secche, vere, che rendono l’idea di una situazione abissale che difficilmente può essere compresa da chi non la vive in prima persona, una situazione in cui il giorno più della tua vita, cioè quello della nascita di tuo figlio, diviene il giorno della disperazione, degli interrogativi mai risolti, delle vane ricerche d’aiuto: solo dopo un genitore comprenderà che quel giorno dovrà essere intenso non come un abisso ma come un privilegio, perché in quel giorno, che diviene ancor di più speciale, gli è stato affidato un tesoro che fiorirà nel corso della vita e che consentirà di conoscere dimensioni dello spirito particolari, altrimenti non sperimentabili: ”E’ vero, il destino era stato crudele con me, ma un regalo me lo aveva fatto: la mia famiglia e i miei splendidi genitori” (p. 23).

Vi si trova nel testo di Claudio davvero uno spaccato di vita affascinante: la sua passione per il mondo virtuale, il tifo per la nostra Lazio ed anche meravigliosamente l’Amore, che non è precluso a nessuno. In capitoli come “Gli angeli della strada” o “Rinascita”, inoltre, le note biografiche si intrecciano con l’impegno solidale a favore dei malati di distrofia muscolare, per l’abbattimento delle barriere architettoniche, nel confronto con le pubbliche istituzioni. Poi si giunge al racconto del giorno fatale, domenica 2 Aprile 2017 (dopo quella del 12 Marzo), il momento della maratona, quella corsa con un sistema di postura normale, non idoneo ad una competizione, con il meteo avverso, la sfida: “La maratona è questo: 30 km con la forza delle braccia; 10 km con la determinazione della testa; 2 km con il cuore; 195 m con lacrime di gioia”. La sfida si è, infine, conclusa con l’aspettativa di ritrovare all’arrivo le autorità cittadine, spesso solerti nelle immagini di rappresentanza coi disabili, per un riconoscimento di uno status, di una sensibilità, ma non disposte ad attendere sotto la pioggia. All’arrivo Claudio non ha trovato il sindaco Raggi, ma ha ritrovato l’essenziale, ha ritrovato quello che conta, l’Amore del padre e la fraterna vicinanza degli amici e dei combattenti dello spirito.

E’ un bel libro, “Il Vento sulle braccia” è un testo che fa bene alla mente, serve a riflettere, serve calarci con autenticità negli accadimenti della vita; è un libro che per i genitori di ragazzi diversamente abili fa bene al cuore, lo rinforza, gli fornisce nuova linfa vitale; per noi è stato un bel esempio di coraggio!

Luca Valentini

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