La causa di questa apparente anomalia risiede nel sistema delle aliquote marginali effettive. Per comprendere meglio quanto detto ĆØ necessario approfondire nel dettaglio lo studio del Senato. Come noto il sistema di tassazione sui redditi Irpef in Italia ĆØ basato sul criterio della progressivitĆ : cinque aliquote e cinque scaglioni di reddito, con unāimposta che va dal 23% fino al 43% per i contribuenti con redditi molto alti. Purtroppo, però, una serie di imposte abbattono i redditi della classe media portando la pressione fiscale reale al 48,8% (secondo gli ultimi calcoli della Cgia). Secondo lāanalisi, la struttura fiscale italiana ha assunto di fatto una conformazione riconducibile a tre soli livelli di cuneo: lāesenzione; un livello intermedio fino a circa 28 mila euro di imponibile Irpef; un livello massimo indifferenziato tra 28 mila e infinito. Insomma, non esiste soltanto lāIrpef: accanto alla tassazione per aliquote e scaglioni un peso rilevante ĆØ dato dalle aliquote marginali effettive (Ame).
LāUfficio valutazione impatto del Senato spiega che: āNellāattuale sistema di imposte e benefici, allāaumentare del reddito di persone e famiglie crescono le imposte dovute e diminuiscono i benefici connessi al sostegno del reddito, del carico familiare e del tipo di lavoro. La combinazione di imposte crescenti e di benefici decrescenti determina lāemergere delle Ame che indicano la percentuale di ogni incremento di reddito guadagnato che deve essere versato come imposta o che viene compensato da una diminuzione di benefici incassati. A paritĆ di reddito lordo, le diverse condizioni individuali e familiari produrranno diverse aliquote marginali effettive e ciò influirĆ sullāofferta di lavoro oltre che sulla redistribuzione del reddito.ā Con riferimento allāofferta di lavoro, continua lo studio, āquando le aliquote marginali effettive sono alte gli individui tendono a lavorare meno, a ridurre lāintensitĆ del lavoro oppure a decidere di non lavorare affatto, poichĆ© il guadagno addizionale verrebbe eroso dalla combinazione di maggiori imposte e minori beneficiā. In sostanza, quello che sostiene lo studio ĆØ che per pagare meno tasse conviene non guadagnare più di 28.000 euro: questa ĆØ lāidea diffusa che tuttavia rischia di alimentare povertĆ e scoraggia i lavoratori.
Salvatore Recupero
1 commento
non lavorare, tasse o non tasse porta sempre miseria, non scherziamo… , ma lavorare di più e guadagnare di più per regalare il tutto al fisco …….Se si guagagnano grosse cifre può ancora convenire ma per chi arriva a qualche migliaio di euro, il 50% di tasse ĆØ una batosta da far cadere le braccia! Occorre una riforma fiscale che preveda un prelievo ascendente, progressivo e non a comparti…