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In pensione a 70 anni e forse anche più. Mirabilia della legge Fornero

by Giuseppe Maneggio
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Roma, 16 ott – Rischia di diventare un miraggio, per chi comincia a lavorare oggi a ha vent’anni, la pensione di vecchiaia. La riforma Fornero ha dei vincoli molto ferrei ed ĆØ utile ricordare che l’unico trattamento che rimarrĆ  nel lungo periodo, con l’eliminazione di quello di anzianitĆ  basato sugli anni di contribuzione, c’è non solo l’aumento dell’etĆ  pensionabile (considerando anche gli scatti dovuti all’adeguamento alle aspettative di vita, sul cui automatismo ĆØ aperto il dibattito con i sindacati), ma anche il requisito trappola dell’importo minimo, che costringerĆ  i giovani che si affacciano nel mondo del lavoro a rimanere in attivitĆ  anche oltre i 70 anni d’etĆ .

Per ottenere l’assegno previdenziale oggi ĆØ necessario che il lavoratore abbia raggiunto l’etĆ  anagrafica (66 anni e 7 mesi) e in caso di primo accredito contributivo versato dopo il 1° gennaio 1996, che abbia versato un determinato numero di contributi. Ma quello che molti ignorano della riforma Fornero ĆØ cheĀ l’assegno raggiunga, con i contributi versati, un importo minimo. Senza questo requisito sarĆ  necessario rimanere al lavoro fino a 70 anni.
Nello specifico, l’importo della pensione non dovrĆ  essere inferiore a 1,5 l’importo dell’assegno sociale, pena il rimanere nel posto di lavoro fino a 70 anni e 3 mesi, ferma restando un’anzianitĆ  contributiva effettiva di cinque anni, esclusi eventuali contributi figurativi.

Abbiamo provato a fare una simulazione tramite il servizio Inps “La mia pensione Online” e prendendo in esame un lavoratore di 40 anni con stipendio di 1500 euro netti con quindici anni di contributi alle spalle, da qui a quando raggiungerĆ  l’etĆ  pensionabile potrebbe non arrivare neppure a questo minimo (circa 700 euro al mese con i calcoli di oggi). Per arrivare a circa 1000 euro dovrebbe infatti lavorare sempre con uno stipendio non inferiore ai 1500 euro attuali. Una certezza che non tutti possono assicurarsi in un mondo del lavoro caratterizzato da continui cambi e carriere discontinue. Inoltre, le retribuzioni esigue a cui sono soggetti gli under 30, non consentiranno l’accesso all’assegno previdenziale con i requisiti anagrafici prestabiliti.

Alcuni volponi esperti di finanza invitano queste categorie di giovani lavoratori ad investire in Borsa (generalmente in bond, ma anche in azionariato) per moltiplicare l’importo dell’assegno. Vengono offerti piani finanziari personalizzati e calibrati sulla base dell’etĆ , e questa babele si aggiunge alla barbarie di una riforma pensionistica voluta e attuata dal peggior esecutivo che l’Italia abbia avuto negli ultimi 30 anni: il governo Monti.

Ma non ĆØ tutto, perchĆØ se, durante il lasso di tempo che ci separerĆ  dalla pensione di vecchiaia, dovesse aumentare l’aspettativa di vita degli italiani, si potrebbe arrivare ad attendere il compimento dei 74 anni per andare in pensione con oltre 50 anni di contributi versati.
Una vita passata a lavorare. Una schiavitù legalizzata. E pensare che nel 1939 il governo MussoliniĀ abbassò l’etĆ  pensionabile a 55 anni per le donne e 60 anni per gli uomini, venendo anche introdotta le reversibilitĆ  della pensione che lo ricordiamo, ai quei tempi era pari al 100% dell’importo ricevuto dal coniuge. Altri tempi, un’altra Italia ma soprattutto un vero esecutivo in grado di farsi valere contro l’abominio del liberismo economico.

Giuseppe Maneggio

 

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5 comments

Tony 16 Ottobre 2017 - 10:37

……questo ĆØ il risultato degli ultra liberisti alla Soros………nessuna nazione..nessun popolo, nessuna identitĆ , ma solo un unico mercato mondiale, senza controlli, senza frontiere…come predica questo su confindustria…
Un minorato morale che , in un paese regolare, ora, raccoglierebbe le cicche……….

http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1189126/-Io–Bush-e-la-Tatcher——Il-racconto-di-Giannino—sara-un-altra-balla—.html

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