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A proposito della “idea più giovane” della storia politica europea (il Fascismo)

by La Redazione
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idea piu giovane fascismoRoma, 11 mag – Ad onta di ciò che può stupidamente argomentare taluno, sedicente adepto di certi sparuti “tradizionalismi” nostrani, è pacificamente acquisito, financo da una pur medio-bassa cultura di base, che il conflitto, il confronto, la sfida nonché le grandi ed immense guerre tra opposte e alternative forme di Civiltà, sempre, nella cosiddetta storia, in quanto vicenda conosciuta del genere umano, sono avvenute ed avvengono, in sostanza, tra Idee, Valori, Immagini e complessi di Pensieri senza parole che, come Visione unitaria, non sono altro che concezioni o intuizioni del Mondo e della Vita, sistemi viventi, organici e spirituali che animano, muovono, motivano, legittimano e creano un’epoca, un’era nonché l’uomo medesimo che, in virtù della Vita che lo muove e dell’Idea che lo guida o lo orienta verso una Via piuttosto che un’altra, crede, combatte, scrive, dipinge o scolpisce, insomma manifesta lo Spirito oggettivo che forma ed è quel momento storico della vicenda umana.

Le proposte alternative o le sfide rivoluzionarie non si eventuano mai tra le strutture materiali della storia che, per natura, sono transeunti e mortali, ma sempre tra le sovrastrutture, per usare una parola del lessico marxista seppur in un significato capovolto, o tra i sovrasensibili o le Realtà sovrannaturali e, quindi, nella dimensione della Metastoria che si serve, in quel momento o epoca, della cosiddetta storia che è come il corpo animato di un uomo che, alla sua morte naturale o accidentale, è un cadavere e cioè una brocca vuota, mentre ciò che lo animava e spiritualizzava resta Vivo ed Eterno.

Ciò detto, come premessa necessaria, apparirà vieppiù chiaro e privo di equivoci, per colui che è in buona fede, il senso del dirsi, in questo momento storico: romano repubblicano o ghibellino o fascista oppure platonico o hegeliano; alla luce di quanto abbiamo tentato di esplicitare, è evidente che in tali professioni di fede o di visione del mondo non è questione di voler restaurare la Res Publica Romana nelle sue pur magnifiche istituzioni pubbliche così come sono sussistite più di due millenni addietro, o restaurare la Camera dei Fasci e delle Corporazioni dello Stato totalitario fascista, oppure l’Accademia platonica così come la volle e la realizzò il Divino Maestro; è invece ciò che ha animato, cioè dato Spirito, Cuore e Intelletto a tali maestosi fenomeni storici passati, che dona oggi Vita e Anima all’uomo o alla donna attuali che con coraggio vivono tali Idee in quanto Idee Viventi poiché presenti, che inducono e formano questi uomini e queste donne in guisa simile ai loro Avi ma non uguale; solo l’Idea è eterna e sempre giovane, tutti gli strumenti che Essa usa per governare il Mondo sono transeunti e da giovani divengono vecchi e poi ineluttabilmente periscono. Tale è il senso e il profondo significato di quanto affermò Ezra Pound, nei primi anni ’70 del secolo scorso, quando, intervistato da Pasolini, chiese, con il candore del Poeta e lo stupore del Genio, al Pasolini medesimo, come mai egli, pur così giovane e intelligente, non fosse fascista, atteso che l’Idea fascista era la più giovane Idea del Novecento!

È indubbio che, nella sua profonda sapienza, Ezra Pound, evidenziando la fanciullezza di quell’Idea, abbia fatto riferimento alla Tradizione nella sua essenza sovratemporale, come Puer Aeternus sempre Vivente ed a quella giovane Idea come l’ultima irruzione dello Spirito indoeuropeo nel Mondo, l’ultima misteriosa riapparizione della Luce dell’Ellade e della Virtus Majestatis di Roma, quale misterioso tràdere e quindi consegna al Mondo moderno dell’unico Farmaco atto ad illuminare e vincere le Tenebre che lo avvolgono. Quanto il sommo Poeta del XX secolo, con ieratica convinzione, rivelava allo stupito Pasolini, è straordinariamente simile (la visione del Mondo, spirituale, guerriera e religiosamente comunitaria è la medesima!…) a ciò che profeticamente e in guisa esplosivamente rivoluzionaria enunciava Benito Mussolini oltre sessant’anni prima, nel novembre del 1914, appena espulso dal Partito Socialista, in una intervista al Resto del Carlino. Le parole pronunciate dall’ex direttore dell’Avanti!, la cui tiratura egli aveva fatto triplicare in pochissimo tempo, divenendo in pratica l’uomo nuovo del Partito e la garanzia unica per la conquista del potere da parte dello stesso (ed è il contemporaneo giudizio di Lenin!); hanno una tale natura profetica ed una così immensa e potente capacità di adesione alla profonda crisi del Mondo moderno, che squarciano le nubi dell’ignoranza e l’oscurità delle Tenebre e indicano verso il futuro che, nello Spirito, è passato e presente cioè Eterno, la Via, fisica e metafisica al contempo, della necessaria vittoria sul dualismo e sulla frattura diabolica della modernità che è la dolorosa separazione e l’alimentato odio tra gli stessi organi dell’essere vivente, tanto nell’uomo quanto nella Comunità degli uomini; nelle parole di Mussolini, nella sua visione, vi è, infatti, tutto già esplicito dinanzi al suo Spirito, il superamento proprio dei falsi ossimori e delle apparenti malefiche contraddizioni, in quanto tali parole sono la negazione del frutto dell’odio e della frattura che sono l’essenza della modernità medesima, poiché nelle stesse vi è la manifesta Idea di una nuova e diversa modernità, Idea che è al contempo Romana e quindi eterna: la Sovranità del Popolo di nuovo coniugata con il Sacro che la legittima e governa mentre la Res Publica cioè la Comunità organica degli Dei, degli uomini e delle donne, dei vivi e dei morti, governa e tutela il Sacro medesimo, legiferando intorno ad esso e al Diritto degli Dei, nella Libertà e nella dignità del Popolo Romano che è il Popolo degli Dei ed in Pace con Essi.

Tutto ciò quindi, e forse molto altro ancora, risiede pacificamente e per sempre, nelle seguenti sue parole:

“Io mi chiedo se alla nozione futura di Socialismo si possa coniugare la parola Dio”.

“Io mi chiedo se alla nozione futura di Socialismo si possa coniugare la parola Patria”.

“Io mi chiedo se alla nozione futura di Socialismo si possa coniugare la parola Spirito”.

“Io mi chiedo se alla nozione futura di Socialismo si possa coniugare la parola Famiglia”.

Qui è presente gioiosa e risplendente dinanzi agli occhi della Mente e dell’Animo tutta la nostra Tradizione indoeuropea, dai paesi Scandinavi ai Germani, Celti e Britanni, passando per Roma e l’Ellade sino all’India vedica; vi è, quindi, visto e conosciuto, il futuro tragico ed epocale del fallimento del socialismo ateo, materialista e quindi negatore della spirituale dignità e libertà della persona umana nella e per la Comunità politica; c’è la visione della natura più vera ed autentica del genere umano che è la natura spirituale dello stesso che non è e non deve mai essere pensato come un tubo digerente, come pretende che sia, contronatura, il satanismo del pensiero unico liberalcapitalista e tecno-finanziario dominante.

Se in quelle parole, pensieri ed immagini vi è “qualcosa” che appartiene alla Autorità, all’Ordine, alla Giustizia ed alla Gerarchia e dà Pace e Gioia all’Animo, allora è la Tradizione che parla e ci indica il Modello, il Paradigma che è nei Cieli, affinché sulla sua rituale imitazione si edifichi qui nel Mondo la Sancta Res Publica.

Giandomenico Casalino

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