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Anpi: conto di 47mila Euro per merce “prelevata” dai partigiani nel 1945

by Francesco Meneguzzo
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Prova del “prelevamento” della merce da parte dei partigiani nel 1945

Udine, 13 giu – Giacomino Fabris, classe 1951, di Turrida di Sedegliano, sulle rive del Tagliamento in provincia di Udine, ha scoperto tra i documenti dei genitori – la madre è deceduta da poco tempo – una strana ricevuta, datata 5 febbraio 1946, firmata e timbrata dal comando dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi), comitato provincia di Udine – e riferita al “prelevamento” dal 9 al 30 aprile 1945 di generi alimentari tra cui vino e cognac per un importo complessivo di 7.995 Lire presso la ditta del padre Antonio Fabris: una cifra molto grande per quei tempi.

Così inizia la storia quasi inverosimile raccontata dal Gazzettino di Udine.

Accertatosi che nessun pagamento fu mai eseguito a fronte del “prelevamento” partigiano, il Fabris si è rivolto prontamente ai legittimi eredi cioè all’Anpi di Udine per ottenerlo, anche a distanza di 70 anni: “Mi hanno detto che i danni di guerra sono stati liquidati già negli anni Ottanta e che quindi non mi devono nulla”, racconta Giacomino Fabris. “Io ho spiegato che quelli non erano danni ma una regolare fornitura, mai pagata. Mio padre, infatti, che al tempo aveva una bottega in centro paese, non ricevette mai quella somma: difatti non sono mai stati trovati documenti con scritto ‘pagato’. Allora ho deciso di rivolgermi a un’associazione per recuperare la somma”.

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Gorizia, marzo 1945. Cittadini italiani arrestati dai soldati di Tito vengono condotti per le strade seguiti da una piccola folla di filojugoslavi e di comunisti

Del caso si sta occupando l’agenzia Agitalia: “Abbiamo proceduto a un conteggio analitico della somma, tramite un nostro consulente contabile, ed è risultato un credito di 47mila euro in favore del signor Fabris”, spiega Giovanni Rossetti della direzione di Agitalia, che aggiunge: “La somma è comprensiva di interessi, rivalutazione e capitalizzazione, e riguarda il periodo che va, appunto, dal 6 febbraio del 1946 al 9 giugno di quest’anno, data, questa ultima, della diffida inviata all’Anpi in cui si chiede la restituzione della somma rivalutata”.

Forse a far dimenticare il pagamento avranno contribuito gli alcolici, magari prelevati dalle bande comuniste per lavarsi la coscienza in quelle terre dove il conflitto non sarebbe finito con il 25 aprile 1945 ma proseguito tutto a danno e sulla pelle degli Italiani residenti nelle terre occupate dalle orde titine, responsabili degli infoibamenti di decine di migliaia di persone colpevoli solo della loro italianità, con l’appoggio e la protezione proprio dei partigiani rossi.

Francesco Meneguzzo

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2 comments

pierzac 13 Giugno 2015 - 3:22

Ladri erano e purtroppo ladri sono rimasti oggi…

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salvatore 13 Giugno 2015 - 10:09

ovviamente a guerra finita dopo che gli americani avevano vinto la guerra i tagliagole partigianiassassini rubavano indisturbati. maledetti per sempre

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