Home » Arriva il “decreto beneficenza”: ma uno Stato costretto a farvi fronte è morto e sepolto

Arriva il “decreto beneficenza”: ma uno Stato costretto a farvi fronte è morto e sepolto

by Stelio Fergola
0 commento
stato beneficenza

Roma, 25 gen – Ne avevamo parlato già quando era scoppiato il caso Ferragni, vale la pena di approfondire dopo l’approvazione al Consiglio dei ministri del cosiddetto “decreto beneficenza”, il quale stabilisce regole e orientamenti più precisi per ostacolare le eventuali furberie o “errori di comunicazione”, per usare una terminologia ben nota alla cara influencer.

Stato e beneficenza

Con il decreto, lo Stato si pone in una posizione più rigida nei confronti delle inziative benefiche dei privati e delle aziende, stabilendo margini precisi e le relative sanzioni incrementate. Come riporta l’Agi, i cinque articoli del testo precisano tutte le informazioni che i produttori sono tenuti a dare sull’eventuale donazione, oltre che le modalità e i tempi di comunicazione all’Autorità garante per il mercato e la concorrenza. Sanzioni grosse se non si rispettano le regole, che vanno dai 5mila ai 50mila euro fino alla sospensione dell’attività. I proventi destinati alla beneficenza di prodotti commerciali dovranno essere etichettati dando una certificazione già dalla confezione, con tanto di specifica sulle finalità che incamereranno gli stessi, quanto sarà l’importo solidale, la predeterminazione.

Nel testo si legge: “I produttori e i professionisti forniscono le indicazioni anche nell’ambito delle pratiche commerciali e in particolare nelle comunicazioni commerciali, compresa la pubblicità del prodotto. Il medesimo obbligo è previsto per i soggetti che svolgono attività di pubblicità del prodotto”. Inoltre, “prima di porre in vendita i prodotti il produttore o il professionista comunica all’Autorità garante della concorrenza e del mercato: le informazioni” e “il termine entro cui sarà effettuato il versamento dell’importo destinato alla beneficenza”.  E per concludere: “Entro tre mesi dalla scadenza del termine” va poi comunicato all’Autorità garante della concorrenza e del mercato il “versamento dell’importo destinato alla beneficenza”. Tutto ciò è un bene o un male? Per carità, sul fatto che regolamentare in modo organico sia sempre una buona azione, specialmente nella giungla economica in cui ci addentriamo sempre di più da decenni, non c’è alcun dubbio. Il problema è un altro.

Lo Stato costretto a puntare sulla beneficenza

Già il caso Ferragni, come spiegavamo nell’introduzione, è stata una drammatica testimonianza di una sintesi ancora più triste: i soldi di un influencer di successo per contribuire alla spesa di macchinari essenziali per le cure di malattie molto serie. La triste verità è che una società sana dovrebbe poter disporre in modo pressoché infinito delle spese relative alle questioni “strutturali”, strategiche (quindi industriali), scolastiche e sanitarie in primis. Discorso che non c’entra nulla con un’organizzazione sana delle spese stesse, con il non sprecare e non sperperare, non gettare a vuoto tonnellate di denaro utile a “ingrassare” soltanto l’inflazione. Spesso, con la seconda argomentazione (che per carità, è giustissima in senso assoluto) si commette l’errore giustifica l’andazzo drammatico della Sanità italiana, ancora relativamente potente per ovvi motivi (non si distrugge in appena 30 anni un sistema così mastodontico) ma in via di dismissione costante nel corso dei prossimi decenni tra posti letto in disuso, stipendi di medici e infermieri sempre più bassi e carenze di personale. Sono due cose diverse. Dell’ammontare di quattrini, per usare un’espressione gergale, c’è sempre bisogno. Di sprecare – ovviamente – no. L’esistenza dello spreco non giustifica la dismissione. Che sta avvenendo fattualmente da trent’anni e forse perfino una cinquantina. La stessa secondo cui il capitolo “beneficenza” diventa addirittura una speranza terminale per uno Stato incapace di gestire qualsiasi cosa.

Stelio Fergola

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati