Roma, 25 gen – Si sta diffondendo in tutta Europa la protesta degli agricoltori contro le politiche “green” dell’Unione Europea: il movimento dei “gilet verdi” in Francia contagia anche Germania ed Olanda e arriva anche in Italia, tra blocchi stradali e manifestazioni. Nel mirino di questa contestazione trasversale ci sono i tagli dei governi, la politica europea, ma anche “l’ecologia punitiva” del nuovo Green Deal, come denunciano i leader della protesta francese.
Gli agricoltori contro Bruxelles
Di fronte a questa vera e propria “insurrezione” che coinvolge molti Paesi europei, è arrivata la risposta della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che alla prima sessione del dialogo strategico con gli agricoltori europei, a Palazzo Berlaymont ha dichiarato: “Dobbiamo superare questa polarizzazione con il dialogo. E voi meritate una giusta remunerazione per il vostro lavoro. Il nostro obiettivo è sostenere i vostri mezzi di sussistenza e garantire la sicurezza alimentare dell’Europa. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere in questo senso. Urge che le cose migliorino, al settore serve una prospettiva di lungo termine“. E stavolta l’Italia non è rimasta sorda: la tensione sta salendo velocemente e gli agricoltori da giorni scendono in piazza con i loro trattori da Vercelli a Frosinone, da Torino a Viterbo, da Pescara a Bari. Tutti insieme per contestare farine d’insetti e burocrazia, carne coltivata e caro-gasolio. La “Stampa” scrive di Franco Clerico, titolare di un’azienda nel Cuneese, che racconta di aver lanciato una protesta “alla quale non sapevo se avrebbe partecipato qualcuno” e di essersi ritrovato in piazza con un centinaio di trattori e quasi 200 persone. “Adesso mi chiamano colleghi ogni giorno: vogliono protestare, vogliono cambiare le cose”. Nel mirino c’è il governo, “prostrato a Europa e multinazionali”, dice Calvani del Cra, ma anche i sindacati agricoli “corrotti, venduti, volgari criminali”. L’obiettivo – da come traspare dalla dichiarazioni – è difendere l’agricoltura italiana contro norme europee che agevolano invece prodotti esteri. Il leitmotiv europeo è del medesimo avviso: difendere la sovranità alimentare dalla concorrenza e dalle multinazionali e combattere le misure green dell’Ue che depotenziano il settore invece di farlo crescere.
Occasione storica
Che si tratti di una congiuntura eccezionale è evidente: gli agricoltori europei sono riuniti da medesimi scopi e stesse idee. Dare corpo politico a queste sacrosante rivendicazione potrebbe risultare essenziale per far raddrizzare la barra dell’Unione Europea ed iniziare a pensare politiche ambientali che non mettano a repentaglio la produzione esponendola alle aggressioni finanziarie. Nella speranza che non si esaurisca come un fuoco di paglia quella che potrebbe essere una ventata di rinnovamento senza precedenti per tutto il continente.
Sergio Filacchioni