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Crisi idrica: ma quale privatizzazione, basterebbe aggiustare i tubi rotti

by La Redazione
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Roma, 25 lug – Ieri mattina (24 luglio) al solito caffè, sigaretta e televisore coi talk show mattutini tutti sulla Grande Sete e in particolare su Roma: vediamo che dicono i media mainstream. C’era quello che invocava la privatizzazione (superare il referendum!), quello che gli teneva bordone (ma bisogna pure aumentare le tariffe per scoraggiare gli sprechi!), la giornalista tardona Radical Chic tutta Ecologia & Migranti… Ci fosse stato uno a dire: ma aggiustiamo i tubi rotti!

Con centinaia di aziende del settore alla canna del gas si fanno le ispezioni (volendo anche coi robot che camminano nel condotte, li uso da anni, ti danno il video in diretta, costano circa 60.000 €) e scovata la perdita significativa ebbene, si fa una buca per terra, si raggiunge la condotta rotta, e la si elimina! Ma così non ci mangia nessuno tranne chi lavora, meglio evocare la “privatizzazione”, condannare “gli sprechi”, l’inevitabile “aumento delle tariffe”, il “lago che muore”, lo “educhiamo il popolo”, e ancora “risparmiamo l’acqua”. Ogni lobby era rappresentata tranne quelli in grado di aggiustare i tubi, rapidamente e a costi irrisori piuttosto che “ai miliardi” che subito ingolosiscono i vari lobbisti: che se li prende?!

Se venti o trenta anni fa mi avessero detto che sarei finito a vivere in una Italia di cialtroni, buffoni, incapaci e imbecilli non ci avrei creduto, gli avrei riso in faccia. Lavoro nel settore “Trattamento Acque” dal 1994 e questo video dimostra come si fa quando una condotta va ispezionata e riparata: lo ho usato diverse volte sulle condotte degli impianti di depurazione e su youtube ci sono decine di video come questo delle nostre aziende che pubblicizzano i loro sistemi di ispezione per il rilevamento guasti. In tutto il mondo. Abbiamo centinaia di aziende del settore che da quando è arrivata la famigerata II Repubblica falliscono e vanno in dissesto per mancanza di commesse, proprio perché non si fa né la manutenzione ordinaria (controlli e interventi programmati) né la manutenzione straordinaria (riparazione dei guasti) e men che meno le opere necessarie a sanare il dissesto idrogeologico (manutenzione di fossi, invasi e canali) arrivando al punto che d’estate c’è l’emergenza siccità, e d’inverno l’emergenza alluvioni.

E ogni volta la risposta è la “privatizzazione” del territorio: ci vogliono i miliardi! Voi non ce li avete! Ce li mettiamo noi basta che poi possiamo decidere il prezzo dell’acqua! E vi mettiamo dei rubinetti che funzionano con la carta prepagata. Ci mettono i miliardi che hanno saccheggiato a banche e previdenza. E stamattina 25 luglio sento che già hanno iniziato il razionamento i Comuni dei Castelli Romani, che sono i 22 Comuni alimentati dall’acquedotto del Simbrivio iniziato nel 1923 e inaugurato nel 1932, qui potete vedere la cerimonia del giorno dell’inaugurazione. E qui potete leggere un bel libro di Luigi Cesa, Maestro Elementare di Arcinazzo che racconta “l’epopea del Simbrivio”, di quando gli acquedotti si aprivano e non si chiudevano. La gestione dell’acqua è una cosa da Romani, da Papi, da Re, da Fascisti e da I Repubblica. Completamente fuori portata per i minus habens della II Repubblica e non posso che concludere col discorso di Olivier Cromwell al Parlamento inglese il 20 aprile 1653:

È tempo per me di fare qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa: mettere fine alla vostra permanenza in questo posto, che avete disonorato disprezzandone tutte le virtù e profanato con ogni vizio; siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie; come Giuda tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli. Avete conservato almeno una virtù? C’è almeno un vizio che non avete preso? Il mio cavallo crede più di voi; l’oro è il vostro Dio; chi fra voi non baratterebbe la propria coscienza in cambio di soldi? È rimasto qualcuno a cui almeno interessa il bene del Commonwealth? Voi, sporche prostitute, non avete forse profanato questo sacro luogo, trasformato il tempio del Signore in una tana di lupi con immorali principi e atti malvagi? Siete diventati intollerabilmente odiosi per un’intera nazione; il popolo vi aveva scelto per riparare le ingiustizie, siete voi ora l’ingiustizia! Basta! Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave. In nome di Dio, andatevene!

Luigi Di Stefano

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Ecco perché Roma sta crollando. Tra colpe decennali e inerzia a Cinque Stelle 23 Marzo 2018 - 4:37

[…] E poi ci sarebbero le circa 50.000 buche censite dopo la nevicata. A proposito di acqua. Ci siamo occupati del problema l’estate scorsa per la “crisi idrica” dovuta alla mancanza di manutenzione delle condotte che si perdono circa il 40% dell’acqua che vi […]

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