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Aumento dell'Iva, non disinnescarlo costerebbe un aumento di 242 euro a famiglia

by La Redazione
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Roma, 12 mag – L’aumento dell’Iva, il “regalo” del governo Monti alle tasche degli italiani, va disattivato. Anche perché se il prossimo governo non riuscisse a sterilizzarlo, nel corso del 2019 ogni famiglia italiana subirà un incremento medio di imposta pari a 242 euro.
Nel dettaglio, l’aumento sarà pari a 284 euro per famiglia al Nord, a 234 euro nel Centro e a 199 euro nel Mezzogiorno. A fare i calcoli è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che, con una simulazione, ha dimensionato gli effetti economici che – in caso di aumento dell’Iva – graveranno sulle famiglie a partire dal prossimo 1 gennaio. Sì, perché se non verranno recuperati entro la fine di quest’anno 12,4 miliardi di euro, l’aliquota ordinaria passerà dal 22 al 24,2%, mentre quella ridotta salirà dal 10 all’11,5%.
Ma non finisce qui. Se non verrà disinnescato l’aumento, dal 2019 l’Italia – tanto per collezionare un altro record negativo – sarà il Paese con l’aliquota Iva ordinaria più elevata dell’eurozona. Il balzo al 24,2% ci spedirebbe dritti in testa alla classifica dei più tartassati dalle imposte indirette.

La Cgia poi fa una breve “cronistoria” dell’imposta sul valore aggiunto. L’aliquota ordinaria dell’Iva, infatti, è stata introdotta per la prima volta nel 1973 e fino a quest’anno è aumentata nove volte. Tra i principali Paesi della zona euro siamo quello in cui è cresciuta di più: ben 10 punti. Se nel 1973 l’aliquota era al 12%, ora si attesta al 22%. Seguono la Germania, con una variazione di +8 punti (era all’11 adesso si attesta al 19%), l’Olanda, con un aumento di 5 punti (era al 16 oggi è al 21%), l’Austria e il Belgio, con degli aumenti registrati nel periodo preso in esame rispettivamente del +4% e del +3%. La Francia è l’unico Paese presente in questa comparazione che non ha registrato alcun incremento.
“Se è vero che in questi 45 anni – conclude il segretario della Cgia Renato Mason – abbiamo subito l’incremento d’aliquota più significativo, è altresì vero che nel 1973 quella applicata in Italia era, ad esclusione della Germania, la più contenuta. Tuttavia, se l’aumento previsto non sarà ulteriormente spostato in avanti, dal 2019 i consumatori italiani saranno sottoposti all’aliquota Iva ordinaria più elevata tra tutti i Paesi dell’area dell’euro, con un serio rischio che l’economia sommersa assuma dimensioni ancor più preoccupanti“.
Per il coordinatore dell’associazione, Paolo Zabeo, “bisogna assolutamente evitare l’aumento dell’Iva. Non solo perché colpirebbe in particolar modo le famiglie meno abbienti e quelle più numerose, ma anche perché il ritocco all’insù delle aliquote avrebbe un effetto recessivo per la nostra economia. Ricordo, infatti, che il 60% del Pil nazionale è riconducibile ai consumi delle famiglie. Se l’Iva dovesse salire ai livelli record previsti, per le botteghe artigiane e i piccoli commercianti sarebbe un danno enorme, visto che la stragrande maggioranza dei rispettivi fatturati è attribuibile alla domanda interna”, conclude Zabeo.

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4 comments

paolo 12 Maggio 2018 - 3:35

ma no…
portiamo l’iva al 25%.
tenendo conto che alle canarie la tassazione tra diretta e indiretta è sotto la soglia a cui arriverà la sola iva..
e quelle isole funzionano meglio dell’italia lo stesso,
un giorno di questi il cittadino italiano si sveglierà e vi manderà a kakare…tutti:
per quanto narcolettico sia l’italiano,
quando il confronto è TROPPO stridente…
diventa dura,continuare a dormire.

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blackwater 12 Maggio 2018 - 4:23

ho un feeling di odio ed amore nei confronti degli USA; ma essendo la prima economia del mondo pur con un numero non impressionante di abitanti (325 milioni) bisognerà anche rimarcare come quel sistema sociale ed economico si è sempre basato su:
– poca pressione fiscale
– welfare pari a zero
dalle nostre parti invece si è avuta la “bella pensata” che si potesse estendere welfare praticamente a tutti indiscriminatamente (da aggiungere poi fenomeni grotteschi come le decine di migliaia di forestali in Sicilia e Calabria,o i baby pensionati del passato i quali potevano andare in pensione già a 35 anni se donne e 40 se uomini) senzo che queste comportasse un aumento abnorme della pressione fiscale,a mio avviso una sorta di COMUNISMO 2.0, di cui gli “aspiranti profughi” rappresentano l’ultimo grottesco apice: quattro miliardi di euro bruciati all’anno per aver accolto e mantenuto al 99% migliaia di stranieri che nel prossimo futuro non potranno che delinquere per mantenersi.
a questo punto l’aumento dell’IVA (che comporterà solo un aumento della evasione fiscale e quindi MENO entrate per l’erario) è forse destinato ad essere l’ultimo dei problemi.

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Filippo 12 Maggio 2018 - 4:40

Paolo se per italiani intendi quelli marroni che ti chiedono la moneta e ti dicono “ciao capo buongiorno buona Pasqua” il 22 di agosto, non stiamo dormendo siamo già morti.

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paolo 13 Maggio 2018 - 5:46

se siamo già morti perchè paghiamo?
siamo morti,no?
scherzi a parte…è ora che noi cittadini ci mettiamo d’accordo,e troviamo la maniera di imporre allo stato un tetto
massimo di tassazione,
che NON è il 60\70 per cento che vorrebbero…
bensì il 35\40 globale,al massimo.
è pacifico che sto parlando di TUTTA la tassazione,no?
sia diretta che indiretta,comprensiva di accise,bolli,iva,contrassegni
e gabelle varie.
differentemente,non siamo cittadini,ma servi della gleba,
sudditi o comunque bestiame da sfruttare.
e non mi dire che non si può fare….
è facilissimo invece,basta mettersi tutti d’accordo.
troppi anni,abbiamo guardato dall’altra parte…permettendo a quelli sopra di noi di fare i loro porci comodi senza alcuna critica
e senza rischi di prendersi una scarpata nel kulo:
per semplice pigrizia,ci siamo limitati ad un votino ogni tanto…dato per abitudine o tifo,
pensando poi agli affaracci nostri,
cercando di evitarsi rotture di maroni e contemporaneamente schivando costi dello stato e conseguenti tasse fuori controllo,
per poi scaricare l’onere su chi non riesce ad evadere (nota che NON sto criticando l’evasione:anzi,a questi livelli di tassazione la considero semplice autodifesa,specie quella piccola)
è ora che ci svegliamo,no?
e troviamo un modo per costringere lo stato a rispondere a noi,di come spende…e di come gestisce,questa parodia di paese:
per la serie,vuoi un sacco di soldi?
ci può stare,
però solo se ti dico io come spenderli:
non ti sta bene?
ti arrangi.
il vecchio slogan
“No Taxation without Representation”
è roba del diciottesimo secolo…
ed è stato efficace,ma
in tempi di governi tecnici e di napolitani,renzi
e mattarelli
è meglio convertirlo in:
“NO TAXATION WITHOUT CONTROL”..
controllo nei due sensi,ovviamente…..
in quello del limite imposto all’avidità dello stato,
e in quello che impedisce tassazioni al buio…
senza un chiaro controllo di dove vanno i soldi e perchè,
(unita ovviamente,ad un reale potere di censura in mano al cittadino)
mi rendo conto che è un discorso molto prematuro…
ma è in quella direzione che dobbiamo andare.
e prima ci incamminiamo,meglio sarà.

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