Roma, 6 mag – Nell’epoca dell’omologazione planetaria, in cui la complessità è stata bandita nel nome della semplificazione demenziale ed appiattente persino nelle scuole, è raro che un prodotto d’intrattenimento di massa possa sottrarsi a questa regola. È il caso per esempio del recente Avengers: Infinity War, prima parte della trasposizione cinematografica di una delle saghe più epiche dell’intera storia della Marvel, appunto quella delle guerre dell’infinito, incentrata sul titano pazzo Thanos ed il suo desiderio di genocidio universale.
Per chi è cresciuto con questi fumetti, il nome Thanos evoca da subito un sentimento angosciante. È senza dubbio il villain più carismatico della Marvel ed al contempo il più oscuro, nel più puro senso della parola. Sempre alla ricerca di artefatti dalla potenza infinita (come appunto le gemme alla base di questa saga cinematografica), non sogna il potere, o la vendetta o analoghe motivazioni tipiche di tanti supercriminali. Non cerca nemmeno di “cambiare il mondo”, seppur in modo distorto, come molti altri. La sua unica ragione di vita è un nichilismo purissimo, senza alcuna elaborazione filosofica particolare o limitazione di sorta, che si manifesta all’atto pratico nell’amore disperato che nutre per l’avatar della morte, una delle entità che reggono l’equilibrio dell’Universo.
In altre parole, Thanos desidera il potere assoluto semplicemente per poter fare un massacro su scala cosmica, e conquistare così il cuore della morte. Nella sua agghiacciante semplicità, questo movente oscuro è stato in grado per anni di atterrire i giovani lettori, in quanto in questo personaggio-capolavoro gli autori avevano realizzato un capolavoro. Non può esistere qualcosa di più alieno, di più incomprensibile, ma al contempo di più umano del disperato desiderio di annientamento di un cuore di tenebra, che arriva a legare in maniera inestricabile amore e morte.
Ebbene, forse non si è giudicato un tema del genere adatto agli spettatori perché troppo lontano dal piagnonismo politicamente corretto della cinematografia attuale, indi per il film si è deciso di cambiare profondamente il personaggio in questione, stuprandone l’inenarrabile e terribile bellezza. In pratica, questo Thanos cinematografico è semplicemente una sorta di Malthus cinematografico che vuole dimezzare la popolazione senziente dell’Universo perché “le risorse sono finite”.
Tutto qui.
La grandezza del male puro ridotta alla miseria di un Bill Gates qualunque, il paradigma oligarchico della scarsità che occhieggia allo spettatore in modo da suggerirgli che si, Thanos sarà pure fuori di testa, ma in fondo non ha tutti i torti. Anzi, si è deciso di nobilitarlo e di umanizzarlo ulteriormente, mostrandolo addirittura a provare amore e sentimenti famigliari, nonché lo straziante dolore della perdita.
Come rovinare un personaggio di per se già perfetto, che sarebbe bastato copiare pari e patta, un capolavoro del grottesco che rimpiangeremo amaramente. Del resto, le trasposizioni cinematografiche dei fumetti Marvel ci hanno abituato da tempo alla decadenza dei grandi villain, dal Dr Destino a Magneto, passando per il Teschio Rosso. Sembra quasi che sia offensivo per lo spettatore medio l’idea che un cattivo possa essere realmente un figlio di puttana.
Tanti e meravigliosi effetti speciali certo, ma per coprire la banalità delle idee, sempre più livellate al punto zero del buonismo holliwoodiano.
Matteo Rovatti
Avengers: così la Marvel stupra Thanos e la terribile bellezza del male
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4 comments
Articolo bellissimo (e lo dice uno che è stato lettore Marvel).
Analisi ineccepibile! Un Thanos che ha a cuore gli equilibri dell’universo non si può vedere!!!!
Il vero Thanos uccide perché può o per puro piacere a cui non interessa niente se non compiacere lady Morte! L’equilibrio dell’universo è affare di Galactus !!!!
Ridateci il folle e sanguinario Titano!!!!!
Quale gemma si utilizzerebbe per creare il dobbio delle risorse? La gemma della realtà modifica solo temporaneamente, il tempo agisce sullo stesso, lo spazio serve a manipolare cioè che già esiste e creare portali (almeno per quanto riguarda i poteri esposti sul grande schermo), la gemma di visione non ho ben capito cosa fa ma credo abbia la capacità di potenziare le altre e l’unica che rimane quella dell’anima deve per forza avere la capacità di “gestire” le anime dell universo, altro motivo per cui possiamo mandare meta popolazione nella soul world ma non possiamo raddoppiare le pagnotte di pane. Ma non credo che ortolani volesse farne una parodia perfetta nel minimo dettaglio, quindi non va interpretata come una critica al film, magari gli è anche piaciuto ( infatti non ha trovato modo di trollare Tony Stark che non compare mai nella parodia)
Yes! Finally something about avengers.