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"Reddito di cittadinanza e legge Fornero": la sfida di Di Maio a Salvini

by Nicola Mattei
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Roma, 6 mag – “Un contratto di governo tra Lega e Cinque Stelle che si impegni a realizzare dei punti di un programma con un premier terzo. Oltre noi non andiamo, ora sta a loro decidere”. E’ un Luigi Di Maio pronto a governare con la Lega quello che oggi pomeriggio, a poche ore dalla riapertura delle consultazioni, si è presentato in televisione da Lucia Annunziata. E che lancia la palla nel campo di Salvini, con l’intenzione forse di capire a che gioco stia giocando il leader del centrodestra soprattutto in termini di rapporti con la sua coalizione.
La retorica è sempre quella del contratto, non dell’alleanza. Un accordo basato su pochi elementi essenziali, non si sa se a scadenza o meno (Mattarella è notoriamente allergico a soluzioni di questo tipo): “Il punto – spiega Di Maio – è realizzare qualcosa per gli italiani, un programma elettorale, a Salvini dico: scegliamo insieme il presidente del Consiglio a condizione che realizzi il reddito di cittadinanza e l’abolizione della legge Fornero“. Il capo politico dei pentastellati conferma poi la disponibilità a fare un passo indietro, non mettendo alcun veto ad un nome che non sia il suo: “Non voglio impuntarmi sul mio nome, io e Salvini possiamo metterci attorno a un tavolo e scegliere il nome di un premier che può non essere della Lega né dei Cinquestelle”.
Se sui punti, sul nome del presidente del consiglio, sulla durata e sui termini del “contratto” si può discutere, condizione sulla quale non sembra esserci margine di trattativa è invece quella relativa a Berlusconi: “Apparteniamo – ha tagliato corto Di Maio – a epoche politiche diverse. Ora siamo in un’altra fase, i politici fanno un passo indietro e i cittadini uno avanti. E’ difficile immaginare che un vecchio politico possa realizzare il reddito di cittadinanza”. Stesso discorso per quanto riguarda un governo tecnico: il M5S non è disponibile ad appoggiare alcun esecutivo che non sia di espressione politica.
Questa sera il centrodestra sarà chiamato a raccolta a Palazzo Grazioli per fare il punto della situazione. Una sorta di – per usare una metafora calcistica – intervallo, in attesa del secondo tempo che si aprirà domani al Colle. E’ solo pretattica o la partita si avvicina già al 90esimo?
Nicola Mattei

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