Roma, 4 giu – Da “eroe” decaduto all’inaspettato rilancio, Mario Balotelli è tornato tronfio alla carica. Il centravanti del Nizza infatti, richiamato dal cittì Roberto Mancini dopo un “purgatorio” durato ben quattro anni, è più deciso che mai a rilanciare la sua immagine. E lo fa rispolverando la più classica delle foglie di fico: l’antirazzismo. «Fare il capitano per me non cambierebbe più di tanto, io sono in questa Nazionale per fare gol, non per fare il capitano. Si può benissimo essere un esempio anche senza fascia. Secondo me però per gli altri potrebbe essere un bel segnale, soprattutto per gli immigrati africani che vivono in Italia», ha dichiarato il figliol prodigo degli Azzurri.
Mascotte dell’antirazzismo per eccellenza, “Supermario” ha però più volte deluso i suoi sponsor, tra continue “balotellate” (cioè bravate indegne di un calciatore professionista) ed esclusioni forzate dal giro della Nazionale per volere dei “senatori” (in primis Buffon e De Rossi). Furono infatti la sua indolenza e la sua totale mancanza di attaccamento alla maglia durante il disastroso Mondiale del 2014 a mandare su tutte le furie i suoi compagni di squadra, che ne chiesero la testa al nuovo commissario tecnico Antonio Conte, che di fatti gli preferì il meno talentuoso ma più umile Graziano Pellè. Da allora Balotelli si è perso tra continui fallimenti ed effimere “rinascite”. Fino a che il “progressista” Mancini non ha deciso di dargli l’ennesima nuova chance.
Ed eccolo quindi, davanti alla stampa, a rimarcare la sua appartenenza “italiana”, ovviamente sorvolando sul fatto che in passato, quando non era sicuro di essere convocato, aveva “minacciato” di rispondere alla chiamata del Ghana: «Rappresentare il mio Paese da originario africano sarebbe un segnale forte», ha dichiarato. E per non farsi mancare nulla, Balotelli si improvvisa anche politico: «Basta razzismo, l’Italia deve essere più aperta all’integrazione. È ora che l’Italia diventi più aperta e cominci a integrare le persone da fuori, come fa la Francia o l’Inghilterra. Come ho scritto, è ora di svegliarsi». Certo, il riferimento alla Francia delle banlieue e alla Gran Bretagna degli attentati terroristici non è che vada proprio a sostegno delle sue tesi immigrazioniste, ma tant’è. Infine, rispondendo a una domanda su Salvini nuovo ministro dell’Interno, Balotelli glissa: «Non sono ancora un politico». Strano, sembrava proprio il contrario.
Federico Pagi
Balotelli ci riprova: “Fatemi capitano della Nazionale, è per gli immigrati”
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5 comments
Il pensiero è: “non sono razzista ma prima gli africani”
…ma perché… qualcuno a parlato?? Mai ascoltare la voce del ”nulla”…..
..pardon…”ha…”
Il solito BINGO-BONGO rifatto….. Ma su certo materiale biologico è perfettamente inutile spruzzare & sprecare deodorante…..
Ignorante,idiota,illetterato e pessimo esempio di uomo e calciatore……. Inguardabile e inascoltabile.