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“Batman v Superman” รจ una bomba (tranne le parti ispirate ai fumetti)

by Carlomanno Adinolfi
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batman v supermanRoma, 29 mar – Ci si aspettava un film fumettone con una sana scazzottata tra Batman e Superman, con ammiccamenti continui ai nerd e con qualche tema โ€œserioโ€ lanciato qua e lร  per dare un tono al film. Non รจ stato cosรฌ. Perchรฉ leggendo di fumetti ci si รจ scordati di una cosa semplicissima: il regista di Batman v Superman: Dawn of Justice รจ Zack Snyder. Che giร  si era cimentato in cine-comics, da 300 a Watchmen, ma non a caso ha scelto di portare su schermo dei graphic novels di altissimo livello e ha sempre provato ad andare โ€œoltreโ€ il semplice impatto visivo e lโ€™orgasmo nerd. Incatenato tra due archetipi cinefumettistici, da un lato lโ€™iper-realismo epico e oscuro della trilogia nolaniana e dallโ€™altro il fomento nerd fracassone ma calato in contesti “seri” e anche duri dellโ€™universo Marvel, Snyder ha cercato di creare qualcosa di ancora diverso. E il risultato รจ sicuramente qualcosa di molto controverso. Prima di tutto il discrimine รจ tra chi odia Snyder e chi invece lo apprezza, ma diciamo da subito che chi ha criticato Snyder per 300 non puรฒ essere preso in considerazione e quindi passiamo oltre. Il discrimine vero semmai รจ su Man of Steel. Se vi รจ piaciuto, Batman v Superman vi piacerร  ancora di piรน. Se non vi รจ piaciuto, Batman v Superman non vi piacerร  affatto.

Ovviamente non parliamo delle critiche farlocche fatte sulla sceneggiatura non curata o sulle caratterizzazioni deboli o sullโ€™eccedenza di effetti speciali, tutte fandonie che per Man of Steel non avevano senso. Se il film supermaniano del 2013 รจ o non รจ piaciuto รจ stato solo per le atmosfere, per i toni e per il modo nuovo di concepire i cine-comics. Snyder aveva il difficile compito di rendere l’immagine “iconica” degli eroi DC, e lo ha fatto creando qualcosa che di fatto nonย รจ un cine-comic. Tanto MoS quando BvS sono film drammatici, impegnati, a tratti anche sin troppo seri per le tematiche che toccano. E questo puรฒ essere facilmente un boomerang perchรฉ puรฒ trovare la resistenza tanto di chi ama i film piรน seri ma poi ritrovandosi davanti un costume sgargiante da supereroe gli si storce il naso, quanto di chi magari avrebbe sognato un nerd-movie colorato e fumettone, magari pensando con invidia all’universo Marvel, e invece si รจ trovato di fronte un film.

Batman v Superman allโ€™inizio รจ quasi โ€œlentoโ€, รจ come se faticasse ad ingranare per tutte le tematiche che cerca di mettere insieme per costruire il puzzle finale. Abbiamo un mondo che si fa domande su Superman โ€“ รจ un dio? รˆ un uomo? Dovrebbe essere controllato dal governo? โ€“ fino al paradosso con la farsa del senatore Finch (Holly Hunter) che cerca di creare un protocollo per codificare la corretta e democratica procedura tramite cui Superman puรฒ agire. Abbiamo un Superman totalmente rovesciato rispetto al canovaccio classico, che stavolta non รจ lโ€™esecutore buonista del bene democratico ma che invece รจ โ€œil problemaโ€, di fronte a una massa subumana che lo vorrebbe salvatore messianico che la salva mentre attende passiva ma che รจ pronta a tradirlo quando le sue azioni causano effetti collaterali che dovrebbero presuppore unโ€™azione e una presa di posizione da parte del salvato che perรฒ ovviamente non ne vuole sapere.

Anche lโ€™iconografia โ€œmessianicaโ€ era stata giร  rovesciata nel primo film. Il Superman nato nel 1938 dalla matita di Siegel e Shuster come eroe millenarista e veterotestamentario, qua diventa un eroe che si rifiuta esplicitamente di essere dio e messia e che, attraverso le parole del padre alieno apparso nel primo film (Russel Crowe) decide di diventare un โ€œponteโ€ tra due mondi e un โ€œmonumentoโ€ che possa essere soprattutto da esempio. E questo rifiuto da parte dellโ€™umanitร  di essere qualcosa di diverso dal gregge da salvare ma che giudica chi รจ โ€œfuori dallโ€™alveo democraticoโ€ gli genererร  una frustrazione che lo porterร  allโ€™odio verso chi, invece, agendo con estrema violenza, brutalitร  e decisione, non trova ostacoli etici per il semplice motivo che questioni etiche non se ne pone lui stesso. E qui arriviamo al nuovo Batman, interpretato da Ben Affleck e aiutato da un Jeremy Irons nei panni di un Alfred un poโ€™ James Bond in pensione che purtroppo ha troppo poco spazio. Fare un nuovo Batman convincente dopo Nolan e Bale era un’impresa titanica. Il tutto รจ stato fatto ripartendo totalmente da zero, senza provare neanche a fare paragoni o imitazioni. Affleck senza maschera รจ il Bruce Wayne per eccellenza. Playboy sornione e viziato in pubblico, stanco e devastato in privato, angosciato e straziato, dilaniato da incubi a occhi aperti โ€“ che purtroppo sembreranno fuori luogo a chi, non lettore dei comics DC, non saprร  cogliere gli elementi che si ricollegano con la scena finale del film.

Il nuovo pipistrello ha molto del Batman di Miller, ma non รจ il Batman di Miller, ha la sua furia e cattiveria ma non ne ha la follia estrema. รˆ un Batman che vive di vita propria. Il suo “odio” verso Superman, verso qualcosa che non puรฒ controllare, alimentato dai sensi di colpa che alimentano a loro volta il senso di colpa primigenio che fin dalla morte dei genitori passando per la morte di Robin fornisce lo scopo stesso della sua lotta, รจ caratterizzato mattone per mattone in tutto il film. Ma Snyder ci fa capire che anche questo sia solo una scusa, perchรฉ tutto dipende dal suo essere “cacciatore”, dal suo aver abbracciato archetipicamente un modello arcaico che lo spinge comunque verso la lotta, verso la caccia, e che tutto il resto รจ solo un costrutto psicologico che serve a giustificarlo al โ€œmondo normaleโ€, al mondo del gregge.

Batman รจ la lotta e la notte, punto. รˆ cosรฌ, รจ il suo “retaggio del sangue”. DEVE affrontare Superman, perchรฉ DEVE avere un nemico e DEVE affrontarlo. Poi abbiamo Lex Luthor, interpretato da un istrionico Jesse Eisenberg, fantastico nella sua parte da nerd viziato e con deliri di onnipotenza e in cui i profondi monologhi psico-filosofici che toccano temi luciferini, prometeici e carichi di hybris che sconfinano nel satanismo del culto dellโ€™abisso tengono ancora alta lโ€™asticella dei temi della pellicola. La nota negativa รจ la sua labilitร  che sfocia nella psicosi e che sembra a tratti forzata, fino alla scena finale in cui tutto viene riconsiderato nellโ€™ottica della futura minaccia che sembra carica di oscure premesse e che sembra far ben sperare per la caratterizzazione โ€œdemoniacaโ€ del villain del prossimo capitolo. Nel film appare anche Wonder Woman, il terzo elemento della โ€œtrinitร  DCโ€ che deve porre le basi per il nuovo universo cinematografico che faccia convivere tutti gli eroi della storica casa editrice di Burbank.

Lโ€™israeliana Gal Gadot รจ piuttosto convincente finchรฉ indossa i panni della donna forte e sfuggente, molto meno quando indossa lโ€™armatura amazzone. Questo รจ forse il punto in cui Snyder deve ancora lavorare. Il film infatti รจ talmente “serio” e ben costruito nella sua drammaticitร  che le parti piรน puramente “fumettistiche” sembrano quasi rovinarlo, facendolo “cadere di tono”. Lo scontro Doomsday-Wonder Woman nel finale, con tanto di spada, bracciali e lazo dโ€™oro infatti sembra quasi troppo “fumettone” per un film di questa portata. E questo รจ forse un campanello d’allarme, perchรฉ se si vuole costruire un film corale con altri eroi in costume che per forza di cose devono “essere fumettosi”, questo deve riuscire a convivere con tutto l’impianto creato finora e in cui comunque Superman e Batman sono riusciti a vivere in maniera quasi naturale. Nota a parte su Hans Zimmer. Se il film raggiunge picchi di epicitร  e drammaticitร  lo dobbiamo anche e soprattutto alla sua colonna sonora. Riproposto il tema epico e sontuoso di Superman, ci dona un altro tema di Batman, ossessivo, rabbioso e combattivo come il personaggio e che riesce magnificamente a smarcarsi dal precedente tema fatto sempre da lui stesso per Nolan. Meraviglioso il tema tribale di guerra che caratterizza WW, come quello pazzoide e quasi dissonante per l’egocentrico e pazzo Luthor. E quello finale che presuppone la minaccia dellโ€™abisso prossima ventura.

Carlomanno Adinolfi

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