Roma, 17 feb – La Bce alza i tassi d’interesse per combattere l’inflazione. L’inflazione non si abbassa, o quanto meno non in modo significativo, restando assestata intorno al 9,2% annuo nel dicembre scorso. Per tutta risposta, Christine Lagarde insiste e li alza ancora. Adesso, dagli ambienti di Bruxelles, giungono nuove conferme di ulteriori pressioni verso l’alto.
Bce, ancora tassi su? Le preoccupanti parole di Isabel Schnabel, membro del direttorio
Qualcuno potrebbe sottostimare l’inflazione, dicono dalla Bce, dai cui illuminati ambienti ancora si parla di alzare i tassi di interesse e, di conseguenza, di continuare a scaricare su imprese e – conseguentemente – lavoratori il peso della lotta all’inflazione. Le parole di Isabel Schnabel, membro del direttorio Bce, riportate dall’Ansa, non sono molto confortanti: “Siamo ancora lontani dal poter cantare vittoria” sulla lotta all’inflazione, e quindi “potremmo dover agire con più forza”. A causa del”livello e la persistenza dell’inflazione sottostante, un rialzo dei tassi di 50 punti base è necessario in base a praticamente tutti gli scenari plausibili al fine di riportare l’inflazione al 2%”. La misura, da quanto si dice, sarebbe prevista per marzo. Qualcuno, dagli stessi ambienti, però aveva criticato la tendenza della Banca centrale. Tra questi, Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce, sottolineando “il rischio di una restrizione eccessiva”.
Inflazione giù a qualsiasi costo, anche della recessione
L’inflazione al 2% è una priorità assoluta. Più del lavoro e della crescita economica, a quanto pare. Addirittura quando non si manifesta la classica “inflazione da domanda”, che effettivamente è molto orientata in quelle direzioni. Senza negare il fatto che l’ascesa dei prezzi sia un problema per tutti, l’ossessione della cultura europeista inflazione-centrica in questi mesi sta trovando nuove espressioni di estremismo. Con tutto ciò che potrebbe conseguirne per la crescita economica dei Paesi membri, già notevolmente strozzata in anni di austerità.
Alberto Celletti
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Prima indebiti poi alzi i tassi… una norma più chiara di così… Da bocconiani a boccaloni ? Speriamo finalmente di no.
L’inflazione attuale è causata dalla scarsità di prodotti, che perciò aumentano di prezzo, dovuta ai “lockdown” ed al conseguente blocco di trasporti, scambio merci, produzione…
Inoltre le demenziali restrizioni per la “transizione ecologica” e l’embargo al gas russo, hanno aumentato i prezzi dell’energia, dunque di tutto quanto: prodotti, trasporti…
Alzare il costo del denaro è il colpo di grazia alle economie dell’Europa
il “Grande Reset” è in atto