Roma, 17 gen – Non vi è nessuna necessità che un candidato al Quirinale sia super partes. Trattandosi di un politico, per definizione non può esserlo. Dovrà, in caso di elezioni, indubbiamente divenirlo. Ma questa è una condizione che tutti gli uomini intellettualmente onesti danno per scontato. Tutti, tranne la sinistra. Difatti il Pd e i suoi avi hanno sempre espresso, per varie alchimie parlamentari, dei presidenti della Repubblica abbondantemente di sinistra. O comunque rientranti nell’alveo del progressismo militante.
Il Pd e i suoi avi piazzano da anni presidenti della Repubblica anti centrodestra
Nell’ultimo trentennio, durante il quale si sono succeduti quattro presidenti della Repubblica, ben due di costoro hanno selvaggiamente boicottato il governo in carica poiché di centrodestra con Berlusconi premier, sino ad arrivare ad una sua anomala e anticipata dipartita rispetto allo scadere naturale di quelle legislature. Non a caso il Cav è ancora oggi e a buon diritto definito l’ultimo presidente del Consiglio eletto, sebbene in Italia non vi sia l’elezione diretta del capo del governo. Intendendo quindi con ciò l’ultima esperienza d’esercizio democratico realmente compiuto ma azzoppato dall’interventismo fazioso dell’allora inquilino del Colle.
Il “golpe” di Napolitano, con l’aiuto delle toghe rosse
Trattasi di Giorgio Napolitano, il quale, secondo vari cronisti certamente non di parte come Alan Friedman, già nell’estate del 2011, ossia quando il governo Berlusconi aveva ancora una solida maggioranza parlamentare, si diede un gran daffare con le cancellerie straniere per mettere all’angolo l’esecutivo. E in tutto ciò, la magistratura gli diede una gran mano attraverso la grottesca inchiesta su Ruby Rubacuori e sulle serate private dell’ex premier. Anni prima, all’inizio dell’epopea berlusconiana, il suo primo governo venne fatto cadere attraverso un’inchiesta della procura di Napoli la quale gli recapitò un avviso di comparizione mentre il Cav presiedeva il G8 a Napoli. Fu il Corriere della Sera a pubblicare quel documento riservato, sputtanando in tal modo l’allora premier che si trovò in una condizione incresciosa.
Berlusconi da sempre nel mirino della sinistra
Era il 1994 e l’allora presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, non seppe far meglio se non invitare il governo a presentare le dimissioni. Quell’inchiesta si risolse in un’archiviazione, ma intanto un governo scelto dal popolo italiano era stato mandato a casa tramite i sotterfugi di cui la sinistra godeva spudoratamente. Ed è la sinistra a non vincere un’elezione politica dal 2006. Quando Prodi soffiò per una manciata di voti il governo al solito Berlusconi, uomo di grandi unanimismi e di consensi. Ma ad ogni modo loro intendono oggi dettar legge su chi debba o possa candidarsi alle elezioni quirinalizie.
Stavolta il Cav non fa gioco al Pd
Ci vuole una bella faccia tosta soprattutto perché il Cav, a costo di far sbandare il proprio partito, dal 2011 garantisce il proprio appoggio a tutti i governi farlocchi. Che con cadenza annuale si susseguono uno dopo l’altro e che inspiegabilmente vengono presieduti dalla sinistra o sui quali, comunque sia, la sinistra impone il proprio potere. Siamo di fronte alla solita marchiana follia secondo la quale un avversario ha dignità ed è degno d’esistere fin quando fa comodo a loro e fin quando loro sono di buon umore. Al di fuori di queste casistiche, che francamente appaiono insulse rispetto all’importanza del momento in corso, i progressisti sputano veleno e spalano merda con un badile fatto di supponenza e vanità.
Il centrodestra fa bene a candidare il leader di FI al Quirinale
Di Berlusconi ognuno può pensare ciò che vuole, certo è che il centrodestra fa bene a candidarlo. Perché sfrutta così l’ampia possibilità di imporre la propria forza e la propria egemonia per i successivi sette anni. Ne abbiamo sempre parlato del grimaldello adatto: eccolo qui. E una seconda motivazione risiede nella goduria smisurata che proveremmo tutti noi a leggere Repubblica, il Fatto, Scanzi e la Lucarelli. A vedere i ministri giurare difronte all’Arcinemico e godersi lo spettacolo del Cav presidente del Consiglio superiore della magistratura. Come dicevano loro: se non ora, quando?
Lorenzo Zuppini
3 comments
B. si è dimostrato politicamente un incapace (su tutto la sua telefonata diretta in questura per una puttanella!), non penso che sia un fatto negabile (specialmente a dx, ritrovatasi anche con lui comunque ai margini sub-culturali pur essendo l’ unica cultura alternativa e costruttiva); l’ ometto, borghesetto paraculo, ha però un occasione più unica che rara: Imporre un giudice serio che anche lui non ha mai incontrato! Secondo Voi perché non lo farà ?! Vorrei che tutti noi non dimenticassimo mai tutti i camerati caduti in disgrazia, o peggio, per il rispetto di un credo vero !!!
a me berlusconi stava cordiamente antipatico:
fino a quando non lo hanno preso di mira in modo indecoroso,
trascinando tutta la politica italiana ed europea di sinistra nel letame più fetido…
e con essa anche la magistratura italiana e la stampa sia nazionale che non,
al punto che ormai ogni uomo con un minimo di cervello si è reso conto che sono
diventate marce come dei lebbrosi.
se questo delinquente diventa presidente della repubblica molti si sentiranno in diritto di commettere qualsiasi crimine! ma come si fa?? un pregiudicato mafioso presidente ? ma scherziamo?