Fin qui nulla di strano quindi, si tratta dell’ennesima dedica ad un nero brutalmente ucciso da dei bianchi, il contrario di solito non è fonte di particolari ispirazioni artistiche, ma in questo caso davvero poco importa. Perché l’opera della Schutz ha scatenato l’ira di un gruppo di antirazzisti capitati da Parker Bright, un artista afrocamericano, che ha deciso di manifestare di fronte al quadro per impedirne la visione. E di cosa sarebbe colpevole la pittrice che ha realizzato l’opera in questione? Di essere bianca e di conseguenza di essere una “razzista subliminale” per essersi permessa di utilizzare la vicenda tragica di un nero ammazzato (e dire che voleva ricordare il linciaggio da lui subito). Accusa surreale che a suo tempo non ricevette il ben più famoso Bob Dylan.
Non solo però, un’altra artista nera di origine inglese, Hannah Black, ha scritto una lettera ai curatori della biennale chiedendo che il quadro venga addirittura distrutto per evitare che a qualche altro museo salti in mente di esporlo. La lettera, come riportato dal New Yorker, è stata firmata da altri trenta artisti che giudicano il dipinto un esempio di “supremazia bianca”. Tra questi non pare esserci l’iconoclasta di casa nostra Laura Boldrini, ma chiaramente se in vena di spirito creativo è sempre in tempo per aggiungersi ai firmatari. Perché d’altronde la madre degli antirazzisti è sempre incinta. E in questo caso ci ricorda tanto la Medea di Tiziano che uccide i propri figli.
Eugenio Palazzini