Roma, 26 feb – Bruxelles nuovamente assediata dai trattori. Come riporta l’Agi, sono centinaia i mezzi fisici condotti dagli agricoltori in protesta verso la capitale belga. L’occasione è ghiotta e propizia: la rinunione del Consiglio Agricoltura che discuterà le prossime mosse europee sul tema.
Bruxelles, i trattori nuovamente all’attacco
Sono centinaia a Bruxelles i trattori, e la protesta promette di essere tra quelle più dilaganti da quando sono iniziati i disordini sul tema delle coltivazioni. I manifestanti hanno dichiarato di voler arrivare proprio davanti alla sede del Consiglio Agricoltura. La città, in pratica, è blindata. Sono stati chiusi quattro tunnel al traffico e bloccate alcune stazioni metro, come quelle Schuman e Maelbeek, vicine alle sedi interessate alle rimostranze. Le organizzazioni coinvolte sono due: la Fugea (la Federazione degli allevatori belgi), la Fwa (la Federazione vallone dell’agricoltura) e da Fja, la Federazione dei giovani agricoltori. Di fronte al Parlamento europeo ci sarà anche una delegazione di Coldiretti.
Verso i due mesi di protesta: tanto, ma non basta
Erano i primi giorni del 2024 quando la protesta degli agricoltori alla guida di trattori in giro per le strade di Berlino faceva partire una rimostranza che nel giro di poche settimane sarebbe divenuta continentale, coinvolgendo praticamente tutti i Paesi membri dell’Unione. Siamo a fine febbraio e la protesta non si è ancora esaurita. Il fenomeno dunque è di portata piuttosto grossa, un fatto che per molti era evidente da subito ma che adesso può essere evidenziato al di là di ogni ragionevole dubbio. Il punto è: servirà a qualcosa? Difficile dirlo: quando si parla di manifestazioni, il fattore decisivo è sempre l’appoggio di poteri economici interessati a sostenerle per invertire le tendenze in atto. Un fattore tanto per cambiare mancante. Anche la protesta dei gilet gialli in Francia era durata molto e aveva ottenuto qualche concessione, ma non aveva certamente raggiunto il proposito della caduta di Emmanuelle Macron. Vedremo cosa accadrà in questo caso.
Alberto Celletti