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Buenos Aires, tripudio di tricolori e Sol de Mayo: suonano le band di CasaPound

by Alessandro Della Guglia
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CasaPound BairesBuenos Aires, 5 apr – Un tripudio di tricolori e bandiere bianco azzurre con al centro il Sol de Mayo, simbolo di una divinità solare argentina che scelse per il vessillo nazionale il generale Manuel Belgrano (figlio di un ligure nato ad Oneglia) ispirato da uno sguardo verso il cielo mentre si trovava sulle rive del fiume Paraná. E’ una festa per celebrare il legame di fratellanza tra due popoli uniti dallo stesso sangue e vede esibirsi sul palco tre tra le principali band di CasaPound: Bronson, Spqr e Zetazeroalfa. Un’idea nata dall’associazione culturale Littoria guidata da Fernando Raddrizzi, che in Argentina opera guardando anche all’esempio politico del movimento italiano.

Baires“Ci siamo incontrati in Italia e ci eravamo promessi di rivederci in Argentina – dichiara Sébastien de Boëldieu di CasaPound – una nazione con cui la comunità politica dalla quale poi è nato il nostro movimento aveva stretto un legame ideale e concreto con la raccolta di viveri che organizzammo ai tempi del disastro provocato dal Fondo monetario internazionale”. All’evento di Buenos Aires, il primo di questo genere nella terra più italiana del Sudamerica e preceduto dalla conferenza “Dos Naciones una Idea” che ha visto anche l’intervento del presidente di CasaPound Gianluca Iannone, hanno partecipato centinaia di persone provenienti anche da Brasile, Cile, Venezuela e Colombia.

Un’accoglienza impressionante per la delegazione e per le band di CasaPound, con il significativo motto inaugurale “due Nazioni, un’Idea” che suona come riscatto per un popolo martoriato dalla speculazione finanziaria. Un vero e proprio ricatto che in realtà in Argentina non è mai finito. Perché come cantavano proprio gli Zetazeroalfa all’indomani del disastro provocato dal FMI in un brano dedicato proprio a Buenos Aires: “Quello che è successo tutto il mondo l’ha capito. Usura del presente oggi unico partito”. Qualcuno a questo ricatto non ci sta e ha deciso anche in Argentina di non arrendersi.

Alessandro Della Guglia

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