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Cagliari ostaggio degli antifascisti, con la complicità delle istituzioni

by La Redazione
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Cagliari, 26 lug – La vicenda dei manifesti apparsi a Cagliari due settimane fa, inneggianti all’attentato contro la sede di Casapound Firenze del 1° gennaio 2017 e al ferimento dell’artificiere di polizia Mario Vece, che perse una mano e un occhio, ha avuto nei giorni scorsi un preoccupante seguito, che suona come una sfida che non preannuncia niente di buono per l’ordine pubblico in città, da tempo turbato dalle intemperanze dei soliti pseudo-antagonisti di sinistra.

Nella notte del 24 luglio sono infatti apparsi sui muri della città di Cagliari manifesti firmati «Compagni e compagne contro la repressione» e contenenti nuove, deliranti affermazioni: «Quattro antifascisti vengono indagati con l’accusa di “istigazione a delinquere” per un manifesto di solidarietà con dei compagni in carcere. Uno spazio occupato in università viene sgomberato dalla polizia in assetto antisommossa. La quantità di sfratti per chi occupa o non può pagare l’affitto aumenta, così come lo schieramento di polizia e carabinieri utilizzati in queste operazioni. Venti milioni di euro vengono investiti per la nuova rete di videosorveglianza in 377 comuni sardi. A Cagliari e in Sardegna, così come in giro per l’Italia, la morsa della repressione si fa sempre più stretta attorno a chi non si può permettere una vita ordinaria o che sogna e si batte per una vita diversa. Il neo-ministro dell’interno Salvini, sulla scia del predecessore Minniti, appellandosi alla retorica della legalità e del decoro, fa della repressione poliziesca il suo migliore alleato. Lo stato mostra la sua forza con i deboli, chi ha l’ambizione di contrastrarlo non può permettersi il lusso di stare a guardare. VENERDI’ 27 LUGLIO ORE 19 /PIAZZA GARIBALDI CI SARANNO CIBO, BEVANDE E MATERIALE INFORMATIVO».

I manifesti fanno seguito a un’ulteriore affissione avvenuta nella notte tra il 9 e il 10 luglio, con i quali veniva presentata una serata cosiddetta di benefit antifascista, convocata per domani in viale Fra Ignazio a Cagliari. I manifesti allora affissi contenevano le seguenti, deliranti affermazioni: «In solidarietà con Ghespe, Paska e Giovanni, accusati di tentato omicidio per l’attacco contro la libreria di Casapound “Il Bargello”, avvenuto a Firenze nella notte di Capodanno 2017. Durante quest’azione è rimasto ferito lo sbirro ficcanaso che cercava di disinnescare l’ordigno, lasciando sul posto una mano e un occhio. A noi non interessa sapere chi sia stato e continueremo a gioire ogni volta che qualcuno attacca i fascisti, meglio ancora se uno sbirro ci va di mezzo».

La vicenda, ripresa anche da organi di stampa nazionali, era stata incomprensibilmente ignorata dalla stampa locale, sempre benevola con la sinistra antagonista cittadina ed evidentemente poco propensa a divulgare notizie che possono mettere in difficoltà i politici locali ad essa legati. Dal 2014 in poi, infatti, Cagliari è stata continuamente messa sotto scacco da un gruppuscolo di delinquenti antifascisti, poco significativo per entità ma in possesso di protezioni e appoggi consistenti a livello politico, istituzionale e giornalistico.

Una città in precedenza assolutamente tranquilla dal punto di vista dell’ordine pubblico, è stata funestata da vari atti di delinquenza politica. Il movimento antimilitarista ha in varie occasioni dato vita a manifestazioni violente e non autorizzate contro le forze armate di stanza in Sardegna. Il professor Giacomo Cao, presidente del Distretto Aerospaziale Sardo, è stato oggetto di minacce gravi alla propria persona. Lo scorso anno diciassette estremisti cagliaritani sono stati destinatari di altrettanti decreti di condanna e 200mila euro di ammenda per violenza privata per aver impedito un convegno con il Rettore dell’Università. Nel 2016 un esponente di Noi con Salvini nel 2016 subì la lesione del timpano auricolare. Ci sono stati vari tentativi di impedire ai cittadini l’esercizio delle proprie libertà di riunione e associazione dei cittadini, come nel caso dell’inaugurazione della sede di CasaPound Cagliari il 21 ottobre 2017. Sono comparse anche scritte inneggianti alle foibe, o di minaccia verso esponenti delle forze dell’ordine e persino rivendicazioni di atti terroristici degli anni ’70, come la strage di Acca Larentia, da parte del c.d. Coordinamento Antifascista Cagliaritano.

Carlo Altoviti

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Raffo 26 Luglio 2018 - 10:01

Comunisti ignobili, il braccio armato delle sinistre italiche,protetti e foraggiati dai piddini e dalla loro nauseabonda stampa,la vera fogna comunistoide che ci ammorba e che rende questo paese ridicolo nel mondo……. Indegni di una società civile.

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Fabio 28 Luglio 2018 - 1:08

La domanda sorge spontanea. ..
Se a questi ambigui personaggi non piace come è governata Cagliari e la Sardegna, ma perché cazzo non rompono le palle ai diretti interessati in comune e regione …??!!
Chissà come mai ? ??
Amici di amici ???!!!

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