Roma, 26 apr – Condannato a morte per spaccio di cannabis, un uomo viene poi impiccato. È quanto accaduto a Singapore, come riporta Tgcom24, dopo che le stesse autorità hanno annunciato l’esecuzione della sentenza.
Un chilo di cannabis, così lo spacciatore viene impiccato a Singapore
“Il cittadino di Singapore Tangaraju Suppiah, 46 anni, è stato giustiziato oggi nella prigione di Changi”, dicono i portavoce dell’amministrazione penitenziaria. Sono, per l’appunto, le stesse autorità di Singapore a comunicare quanto avvenuto. Un uomo condannato a morte per lo spaccio di un chilo di cannabis, viene impiccato. A nulla sono valsi i numerosi appelli a fermare tutto provenienti da gran parte del globo: la decisione è stata irremovibile. Torna in gioco, in particolare, la protesta generalizzata contro la pena di morte.
La condanna
Suppiah, 46 anni, era stato condannato nel 2018. La sentenza citava come causa il “favoreggiamento nel traffico di più di un chilogrammo di cannabis“.La sua morte ha scatenato il prevedibile putiferio contro la pena capitale, coinvolgente anche le associazioni per i diritti civili. Da più parte si chiedeva almeno una sentenza più leggera, sottolineando come molti Paesi asiatici abbiano avuto ultimamente un approccio meno severo per quel che concerne lo spaccio delle cosiddette “droghe leggere”. Difficile in un contesto come Singapore, dove le leggi in materia sono molto severe.
Alberto Celletti
2 comments
Sono sfavorevole alla pena di morte specie in considerazione del livello attuale della umana giustizia. Però nel settore dello spaccio all’ ingrosso, non occasionale, sarei portato alla eccezione, una volta beccato il soggetto per la seconda volta, ovvero a reiterare nel medesimo infame reato. Ne va della vita di una moltitudine di sprovveduti allo sbaraglio nella tossicità grave con implicazioni comunitarie ben più pericolose e temibili.
La prova che la droga è morte… Comunque.