Roma, 9 dic – Cr7 frigna per la panchina con la Svizzera durante i mondiali. Per carità, niente di così scandaloso o indegno in senso assoluto come molti moralisti del calcio fanno notare. Si tratta anche di un atteggiamento che ci sta e che, se non altro, esprime passione, in un mondo inquadrato nel sentire comune esclusivamente nel novero del lusso e degli stipendi miliardari. Ciò non toglie che denoti anche altro: di criticabile, per non rimanere nell’equivoco.
Caro Cr7, non sei eterno
Fa un po’ sgomento, tristezza e tenerezza, caro Cr7, che per una panchina contro la Svizzera tu stia minacciando addirittura di lasciare in Mondiali di calcio in Qatar, come riporta Sportmediaset. Le discussioni con il tecnico Fernando Santos, i malumori, insomma, tanta caciara. A quanto pare, la frattura si sarebbe ricomposta (e ci mancherebbe altro, aggiungeremmo noi). Ma in ogni caso, la semplice idea di lagnarsi così per una esclusione, per di più alla veneranda età di 37 anni. Non certo nel pieno della carriera, per usare un eufemismo. Ma la paura di invecchiare, si sa, probabilmente colpisce tutti. Al netto, va ripetuto anche questo, di un genuino amore per il gioco del pallone che, nonostante tutto, è una nota di merito (nel “demerito” generale). Il fenomeno Cristiano Ronaldo resta tale, al di là di ogni considerazione: del resto, anche l’ennesimo record stabilito anche in questa competizione (cioè di essere il primo calciatore della storia ad aver segnato in cinque edizioni diverse dei mondiali) dimostra che qualcosa da dire, per un fuoriclasse assoluto, c’è sempre. E magari ci sarà ancora, nel proseguo del torneo.
Sei stato e sei un grande campione: ma anche basta
Sì, Cr7, sei stato un grande campione, ma non è così scandaloso che la panchina possa essere una tua destinazione più stabile nel prossimo futuro. Diciamolo: sei un grande campione, perché appellativi simili restano per sempre, almeno fin quando si è in attività, che sia essa ridotta o meno per inevitabili ragioni d’età. Di certo, l’ultima stagione a Manchester (soltanto dieci presenze in premier quest’anno) manifesta un’evidenza banale: il tempo passa per tutti. Anche per uno straordinario atleta, estremamente attento alla sua forma fisica e all’allenamento costante, a cui si possono rimproverare antipatia, arroganza e vanità, ma non certo la professionalità.
Alle critiche caratteriali che hanno contraddistinto la carriera di Cristiano Ronaldo possiamo aggiungere la malinconica critica al tempo presente. Il fuoriclasse portoghese riempie le pagine dei giornali ma non è immortale né invincibile. Probabilmente, per chi recita un ruolo assoluto nello scenario calcistico mondiale, venendo giustamente annoverato tra i più grandi calciatori di tutti i tempi, è ancora difficile da accettare. In bocca al lupo, Cristiano.
Stelio Fergola