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Caso Smith ed elogio dello “schiaffo mascolino”. Specie se è per proteggere

by La Redazione
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Will Smith schiaffo protezione

Roma, 28 mar – Will Smith, da oggi, per gli amici, “lo schiaffo”. Schiaffo d’onore, di protezione, di rimbrottamento per il mancato rispetto alla consorte. Che sia stata preparata o meno, la scenetta vista durante la notte degli Oscar ha già fatto discutere. E vi spieghiamo da che parte stiamo noi in questo ipotetico gioco di ruolo.

Will Smith, lo schiaffo a Rock e la “mascolinità tossica”

Sì perché, finzione o meno, Smith “lo schiaffo” ha già generato i soliti commentini indignati delle cosiddette anime belle. E così sul Fatto Quotidiano (e dove altrimenti, le alternative d’altronde erano l’Huffington Post, Repubblica, ma magari anche Grazia o Oggi, se proprio dobbiamo…) tale Nadia Somma pubblica un articolo dal titolo inequivocabile: Will Smith e gli uomini che ‘proteggono’ a suon di sberle: anche questa è mascolinità tossica.

La signorina è autrice del saggio Le parole giuste. Come la comunicazione può contrastare la violenza maschile contro le donne. Tralasciando la usuale tendenza alle titolazioni lunghe, nel testo del pezzo di legge testualmente, in questo passaggio: “Lo schiaffo di Smith mostra anche quell’attitudine maschile, appresa, di non indietreggiare mai davanti all’offesa di un altro uomo per una malintesa affermazione di sé, pena la perdita di stima di se stessi o la riprovazione di altri. Non si parla mai abbastanza di quanto la violenza maschile causa vittime tra gli uomini, da tempo vado nelle scuole e mi rivolgo sempre più spesso ai ragazzi facendoli riflettere sulla mascolinità tossica, sul mito della violenza che ne estetizza la distruttività perché esistono ben altri gesti che possono lavar offese reali o presunte. Ci sono sempre altre strade ma gli uomini devono creare mappe per trovarle.”

Insomma, uno schiaffo di difesa deve trasformarsi per forza in qualcos’altro, di efferato e criminale. Smith secondo la Somma avrebbe “dovuto stringere la mano della moglie”, ovviamente in privato, mentre in pubblico qualcuno ironizzava su una sua “caratteristica” spiattellandola davanti a mezzo mondo. Magari lo schiaffo può considerarsi eccessivo o meno, ma per lo meno è mosso da buone intenzioni. La distruzione della mascolinità ad ogni costo condita da irritazione delle coronarie per una scenetta simile, in compenso, per lo meno fa morire dal ridere.

Elogiamo la viril reazione!

Ma tessiamo le lodi di questo nobile gesto cavalleresco, quasi d’altri tempi, il quale esagerato o meno, è virtualmente assente in questo mondo in cui le donne diventano uomini e gli uomini diventano donne. O nel quale, peggio ancora, non esistono neanche più maschi e femmine, semplicemente perché non si vuole che esistano. Dunque, viva Will Smith e il suo “manrovescio”, il suo gesto virile in fondo difensivo e protettore, che a proteggere le donne gli uomini oggi faticano tanto anche perché gli viene richiesto, anzi imposto, di non farlo affatto.

Con buona pace della mascolinità tossica e di chi la ritrova in ogni manifestazione umana di sessualità vagamente maschile, al punto di doverla correlazionare per forza a sviluppi degenerativi, criminogeni o peggio ancora assassini. Ode a te, caro Will “lo schiaffo”. E se era tutto preparato, grazie di cuore di averlo fatto, perché i fegati scoppiati dell’universo fuscia non hanno prezzo. Per tutto il resto, come si dice ormai in gergo, c’è Mastercard.

Alberto Celletti

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4 comments

Primula Nera 28 Marzo 2022 - 8:01

Onestamente, almeno in questo caso, non credo sia stata una “sceneggiata”, soprattutto perchè Chris Rock non ha certo fatto una gran figura in questa storia. Per il resto concordo con l’articolo, Will Smith ha fatto la cosa giusta.

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Stefano 28 Marzo 2022 - 9:50

Totalmente d’accordo

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brutta ciao 29 Marzo 2022 - 6:10

Quale d’ altri tempi? Nel parlamento ucraino, sino a poco tempo fa, si è visto che era all’ ordine del giorno darsele di santa ragione…

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Mark 29 Marzo 2022 - 12:35

Siete veramente ridicoli. Il gesto se non è fake sarà pure stato mosso da buone intenzioni, ma che senso ha parlare di cavalleria, virilità e tradizione in una società ultrafemminista fatta di promiscuità, tradimenti e coppie aperte nella quale rientrano perfettamente Will e sua moglie? È come mangiare un piatto di merda e poi dire che è stato salato bene

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