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Chiamò la Kyenge “orango”: per Calderoli 18 mesi con aggravante razziale

by Cristina Gauri
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Roma, 14 gen – Il tribunale di Bergamo ha condannato a un anno e sei mesi il senatore Roberto Calderoli per avere chiamato Cécile Kyenge “orango”. La sentenza è stata emessa in primo grado di giudizio. I giudici hanno riconosciuto l’aggravante razziale. “Abbiamo vinto un’altra volta. Evviva evviva evviva. Il razzismo la paga cara”, è stato il commento trionfante dell’ex ministro di origine congolese sulla sua pagina Facebook.

“Anche se si tratta del primo grado di giudizio, e anche se la pena è sospesa – continua ancora l’europarlamentare – è una sentenza incoraggiante per tutti quelli che si battono contro il razzismo. Perciò esprimo la mia soddisfazione per questa vicenda: non solo per questioni personali, ma anche perché la decisione del Tribunale di Bergamo conferma che il razzismo si può e si deve combattere per vie legali, oltre che civili, civiche e politiche“. Quindi, conclude Kyenge, “un grande riconoscimento per i pm che avviarono le indagini, dimostrando che lo spazio pubblico non può diventare un terreno di incitamento all’odio razziale. È un grande insegnamento per tutti quelli che hanno avuto e che hanno a che fare con pratiche discriminatorie: il razzismo va condannato ovunque si mostra!”.

I fatti risalgono al Luglio 2013, quando Calderoli si trovava alla festa della Lega Nord di Treviglio. Le dichiarazioni del linguacciuto senatore scatenarono un vero e proprio putiferio con l’allora presidente della Repubblica Napolitano, che si disse “colpito e indignato”. Investito dalle polemiche, Calderoli cercò di minimizzare affermando che la sua era soltanto “una battuta simpatica”. Lo scherzetto non venne recepito positivamente e la questione approdò anche al Senato: l’Aula autorizzò a procedere per il reato di diffamazione, escludendo però l’aggravante razziale. Ma il Tribunale di Bergamo fece ricorso alla Consulta che infine diede ragione ai magistrati lombardi: la dichiarazione del senatore era di natura razzista. L’ex ministro non si è costituita parte civile, per cui non sono previsti risarcimenti di natura economica.

Cristina Gauri

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3 comments

altravox 14 Gennaio 2019 - 5:07

C’è caduto come un pirla questo Calderoni;

A mio modestissimo avviso, tal Kyenge fu fatta diventare ministro dal Governo Letta per far dimenticare l’alleanza politica con il Berlusca,il nemico di sempre,la persona più invisa in assoluto all’elettorato Piddino; giusto per ricordare erano quelli che si eccitavano per quella boiata di “ahhh ti smacchio il giaguaro ahhh” pronunciata da un perdente per autonomasia come Bersani.

Era ovvio che questa politica non proprio somigliante a Naomi Campbell,avrebbe veicolato mediaticamente tutti i pirla come un Calderoli assolutamente improvvidi con battute del genere, con il
risultato di distrarre tutti i Piddini dal fatto che la prima governava con l’appoggio del Berlusca,catturati dall’emergenza “rassismo”,come un vero e proprio effetto “parafulmini”.

Bene comunque aggiungere che in un Paese ove si esercita la giustizia con il pugno di ferro in casi come questi, non si dovrebbe certo nominare una ex clandestina (overstayer,ossia una cittadina straniera rimasta clandestinamente allo scadere del visto,come già riportato dalla stampa) Ministro della Repubblica.

Per evitare conseguenze legale,voglio specificare che a mio avviso tal Keynge pur non avendo il look di una top model come la Naomi Cambell, è bellissima,magrissima ed intelligentissima…

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Raffo 14 Gennaio 2019 - 10:29

Per cui abbiamo magistrati sinistri che perdono tempo con simili cazzate………..questa codarda , inadeguata e autoreferenziale , ha sempre piagnucolato contro un presunto razzismo per coprire la propria incompetenza e dabbenaggine……..i suoi pseudo pensieri e la sua figura politica umiliano ogni giorno milioni di italiani,costretti alla servitù ed alla fame per pagare la casta sinistra inetta di cui la congolese fa parte. Peggio di lei solo migliore, la lucarelli e qualche pennivendolo del giornalismo sinistro. Che pena.

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luis r. 16 Gennaio 2019 - 7:28

quasi nessuno, a parte il resto del carlino, ha poi detto che la signora ha chiesto un risarcimento spropositato per quell’offesa, qualcosa come 250mila euro. Se si considera che lui si era scusato, e ora è pure un uomo che non sta bene, visto che durante il processo si era ritirato in ospedale per accertamenti (chissà se ha influito la makumba che gli fece fare da suo padre?), la cosa è ancora più triste

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