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“Audizioni per ospiti contro immigrazione e matrimoni gay”: scontro regione Piemonte-Ciao Darwin

by Lorenzo Cafarchio
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Il logo di “Ciao Darwin”, celebre programma in onda su Canale 5

Torino, 22 gen – La regione Piemonte contro Ciao Darwin, il fortunato programma di Canale 5 condotto da Paolo Bonolis e Luca Laurenti. Da dove nasce la diatriba? Dal fatto che la trasmissione, in data 12 gennaio, abbia effettuato un casting a Torino cercando, per rimpolpare le proprie fila, “uomini o donne contrarie all’integrazione degli stranieri in Italia e contro i diritti delle unioni gay”. Apriti cielo.

L’assessore piemontese alle pari opportunità e all’immigrazione, Monica Cerutti – ça va sans dire esponente di Sinistra, Ecologia e Libertà – senza perdere tempo punta il dito indice accusatore contro Mediaset: “Si tratta di un vero e proprio schiaffo al rispetto delle persone e dei diritti di tutti e tutte. È inaccettabile che in un momento come questo, durante il quale l’odio nei confronti del diverso è sempre maggiore, ci siano programmi televisivi che vogliono alimentari xenofobia e omofobia. I media devono assumersi la responsabilità che hanno sulle spalle. Ci sono milioni di persone che purtroppo affidano la propria informazione e formazione esclusivamente alla televisione ed è impensabile che questa parli loro attraverso stereotipi, populismi e strumentalizzazioni“.

Cosa non si fa per un po’ di pubblicità gratuita. Un’inutile polemica basata sul fil rouge boldriniano che in questi anni ha pervaso il dibattito politico. Essere contro i flussi immigratori, all’indomani dei fatti di Colonia, all’indomani della volontà di sospendere il trattato di Schengen – parole di Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea – e nei giorni del mutamento profondo ed indelebile delle nostre città è un crimine? Essere contro i matrimoni gay a favore della famiglia naturale – se non questa quale, ndr – generatrice di vita e perno di una società sana con lo sguardo al futuro è sinonimo di populismo? Capiamo l’accanimento dell’assessore Cerutti: del resto, le pari opportunità sono sempre quelle degli altri.

Lorenzo Cafarchio 

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