Roma, 20 feb – Che oggigiorno vi fosse un doppio standard per la valutazione del sessismo, si sapeva già. Ma la decisione della Rai di sospendere Fulvio Collovati dalla trasmissione Quelli che il Calcio fino al 9 marzo ha veramente del beffardo. C’è infatti in Rai un precedente di “frasi sessiste” pronunciato però da donne, e che quindi non è passato sopra la graticola della censura. Ricordiamo che la scorsa domenica, in diretta su Rai2, il commentatore ha pronunciato dichiarazioni sulla scarsa competenza calcistica delle donne: “Le donne non possono parlare di tattica, quando sento che lo fanno mi si rivolta lo stomaco“, perché “le donne non capiscono come gli uomini”. Dopo la conseguente bufera mediatica, il tentativo di scuse: “Non era mia intenzione offendere nessuno”.

Due pesi e due misure

Ma le scuse dell’ex difensore del Milan non sono bastate e da Piazzale Mazzini è calata la scure censoria sotto forma di sospensione per due giornate da ogni attività di commentatore. Collovati quindi non parteciperà a Quelli che il calcio fino al 9 marzo, che, guarda caso, è proprio il giorno della Festa della donna. Non solo: i vertici di Rai2 sono stati richiamati “affinché in tutte le trasmissioni siano utilizzati un linguaggio e delle immagini rispettosi, non discriminatori e non stereotipati nei confronti delle donne”. Che tradotto, significa “sospensione di ogni critica nei confronti dell’universo femminile e di ogni forma di libertà di pensiero”.

Peccato che la stessa punizione non sia stata applicata ad Angela Finocchiaro quando, lo scorso novembre, durante la trasmissione La tv delle ragazze condotta da Serena Dandini, si presentò in veste di “fatina” davanti ad un gruppo di bambine dichiarando urbi et orbi che i maschi sono tutti pezzi di merda. E alla bambina che domanda: “Ma anche il mio papà?” lei risponde “soprattutto il tuo papà”.

Nessun cartellino rosso, nessun “penality box”, nessuna sospensione per la Finocchiaro, che ha incontrato tante critiche ma anche tante sostenitrici, e di certo non ha dovuto affrontare conseguenze disciplinari. Ma la Finocchiaro è donna e progressista (perché sappiamo bene che questo tipo di immunità non viene riconosciuta se hai un orientamento ideologico diverso da quello liberal) e quindi l’ha fatta franca. E, c’è da scommetterci, che proprio lei e la Dandini saranno state le prime ad oltraggiarsi per le frasi di Collovati.

Cristina Gauri

Ti è piaciuto l’articolo?
Ogni riga che scriviamo è frutto dell’impegno e della passione di una testata che non ha né padrini né padroni.
Il Primato Nazionale è infatti una voce libera e indipendente. Ma libertà e indipendenza hanno un costo.
Aiutaci a proseguire il nostro lavoro attraverso un abbonamento o una donazione.

La tua mail per essere sempre aggiornato

Articolo precedenteEuropee, Salvini: “Dopo il voto nessun gruppo unico Lega-M5S”
Articolo successivoManovra bis, Salvini smentisce: “Non ci saranno nuove tasse”
Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

1 commento

  1. Ora non si può più dire che le donne non ne capiscono di calcio? La mia opinione non è più rispettata? Se la penso così, cosa dovrei fare? Castrare la mia opinione o mentire a me stesso? (Naturalmente le donne possono dire altrettanto degli uomini, a parti invertite non sarebbe scoppiato il putiferio, diciamo la verità). Ad esempio per me le donne sono inferiori agli uomini alla guida di un auto ma sono superiori per certi lavori di precisione e per certe materie scolastiche: ebbene, il primo concetto è tabù mentre posso liberamente esporre il secondo? Il problema più grave, però, non si limita al calcio ma riguarda la libertà di pensiero tout court: è allucinante che nonostante il martellamento continuo sulla “libertà” e sul “progresso”, poi si criminalizzi chi non si adegua al pensiero dominante.

Commenta