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Conte, prove tecniche di inciucio: “Dialogo con Pd? Dipende da agenda”

by La Redazione
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Pd M5s inciucio

Roma, 27 set – Pd e M5s, l’inciucio: potrebbero tornare d’amore e d’accordo? Il tema esiste, non da oggi, ma dallo scioglimento delle camere. I due partiti, ufficialmente, si sono allontanati e beccati di continuo. Giuseppe Conte però, nel suo intervento di “dura” critica ad Enrico Letta e ai dem, ha lasciato aperto uno spiraglio sul quale bisognerebbe riflettere più a fondo.

Conte, il Pd e il M5s e il possibile inciucio

Le dichiarazioni di Conte contro Letta, durante la conferenza stampa, vengono riportate anche su Adnkronos: “Letta oggi ha puntato il dito contro di me in modo esplicito e univoco. Credo che quando c’è una sconfitta, un leader non debba cercare capri espiatori o nemici esterni. Non voglio entrare nelle dinamiche del Pd, vorrei però ricordare che bisogna dire pane al pane vino al vino: Letta ha accettato col Pd di metterci un dito negli occhi, inserendo una norma su un inceneritore”. Poi le altre critiche alla “solita” agenda, nelle quali però si insinua una piccola apertura: “Con l’agenda Draghi Letta ha venduto un progetto politico che non c’era. Come avevamo detto in campagna elettorale non ci sarà alcun dialogo. Non è una questione personale con Letta o di gruppo dirigente ma di un’agenda: bisogna capire che Pd verrà fuori dal confronto interno che ci sarà, all’esito di quello vedremo se ci saranno le condizioni per riallacciare il dialogo“. Insomma, nella stessa frase, Conte prima parla di assenza totale di dialogo, poi alla fine riapre. Se non è una supercazzola questa…

Come fanno a non stare insieme?

Noi ce lo chiediamo da tanto, e ci sembra impossibile che prima o poi i due litiganti (veri o presunti) non scendano a miti consigli. Per Pd e M5s l’inciucio non potrebbe essere un’opzione ma una necessità: hanno, insieme, un potenziale elettorale di oltre il 40% dei voti. Alla Camera, insieme, contano più di 130 deputati. Non tanti da scalfire la maggioranza ma, considerando che la loro collocazione sarà l’opposizione, è altrettando desumibile un riavvicinamento. Insomma, a grillini e piddini non conviene separarsi. Dunque la sensazione resta la medesima: non capire sé si riavvicineranno, ma quando tutto ciò avverrà.

Alberto Celletti

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