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Presidenzialismo, la riforma del centrodestra? Esito tristemente prevedibile, ecco perché

by Stelio Fergola
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Presidenzialismo riforma centrodestra

Roma, 27 set – Il presidenzialismo, riforma ambita dal centrodestra, e le sue strade tortuose quanto amaramente prevedibili. Questo è l’incipit di un ragionamento che scrive nella storia (anche recente) dei copioni piuttosto ripetitivi.

Presidenzialismo, l’ambizione del centrodestra

Secondo quanto riporta Adnkronos, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Francesco Lollobrigida ha così definito la questione, in modo peraltro già visto in passato, durante la conferenza stampa al Parco dei Principi di Roma: “La Costituzione italiana è bella ma ha anche 70 anni di età”.Poi ha aggiunto: “Vorremmo che la nostra Costituzione venisse applicata nel senso più pieno. La prima parte della Costituzione è sacra, parla di diritti e di principi: è intangibile. E’ una priorità per Fratelli d’Italia tentare di rendere lo Stato più vicino al popolo con il decentramento, compensato dalla possibilità di garantire l’unità della nazione. Il presidenzialismo è stato da sempre una proposta della destra italiana. Credo che le riforme costituzionali debbano essere approcciate con tutto il parlamento ove ci sia la possibilità. La sinistra ha fatto riforme epocali a maggioranza”.

Come potrebbe andare (ancora una volta)

Il centrodestra, si sa, non ha i due terzi dei seggi nel nuovo Parlamento: 237 deputati su 400 alla Camera e almeno 113 senatori su 206 al Senato (quest’ultimo numero include i senatori a vita). Di conseguenza, non ha i numeri per passare esclusivamente la via dell’aula. Nel caso in cui approvi una riforma, dovrà farla passare con tutta probabilità anche con un referendum. Che sarà il solito, noioso referendum, richiesto a gran voce da Pd e soci, che urleranno all’avvento della onnipresente dittatura, si allarmeranno per la tirannide che comporterà aver toccato la sacra pergamena costituzionale, e ovviamente scateneranno ogni tipo di psicosi sui media che, tra influenze e controlli diretti, diffondendo le loro suggestioni all’opinione pubblica. L’esito del referendum? Un noioso, ripetitivo, ridondante No, con successiva esplosione di gioia per aver “salvato la democrazia”. Chi vivrà vedrà (e chissà che non ci siano sorprese), ma la storia su certe questioni appare davvero prevedibilissima.

Stelio Fergola

 

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