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L'incapacità di fare i conti con la storia: Augias e i meriti del fascismo

by La Redazione
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augias

Roma, 1 feb – Ricordate la bufera che si era sollevata quando un esponente del Pd aveva ammesso che durante il Ventennio erano state fatte anche cose buone? Era stato attaccato da tutte le parti, compreso il suo stesso partito e il suo giornale di fiducia, ovvero Repubblica. Oggi si può assistere ad un fenomeno strano: un giornalista proprio di Repubblica che scrive qualcosa di (parzialmente) sensato.
Parliamo di Corrado Augias, che nella rubrica “Le lettere di Corrado Augias” risponde ad un lettore che lo interroga sul tema del riconoscimento di alcune azioni positive compiute da Mussolini. La risposta di Augias si apre con un’ammissione non scontata, sopratutto se proveniente da quell’ambiente: “La frase “Il fascismo ha fatto anche cose buone“ non è sbagliata in sé, rispecchia una parte della verità di quel periodo; però non è tutta la verità e comunque non basta“.
Ovviamente Augias, nonostante il tentativo di essere obiettivo nei contenuti, non può tradire la linea del suo giornale e, poche righe dopo, aggiunge: “Per un giudizio storico-politico è insignificante“. Ma come, non aveva appena ammesso che, storicamente, il fascismo ha fatto cose buone? Non è questo un giudizio storico? Il gioco di parole per cui ammette una verità ma la giudica insignificante storicamente è il sintomo di un giornalismo poco libero, che di fronte ai fatti da lui stesso enunciati fa marcia indietro, contraddicendosi dopo poco. Dire che Mussolini ha fatto del bene è un giudizio storico, chiunque sappia leggere può cogliere la contraddizione. Si può dire che moralmente le leggi razziali e l’entrata in guerra (poi citate da Augias) rendono insignificanti le azioni precedenti, ma la storia è oggettiva e nulla della storia può essere reso “insignificante“.
Nell’articolo si ricordano poi due grandi meriti del fascismo: la bonifica delle paludi e le grandi opere architettoniche costruite in quell’epoca. Opere volte al modernismo e al futurismo, nonostante alcuni intellettuali e critici descrivano il fascismo come epoca della morte della cultura, a loro dire soppressa dal regime.
Le realtà sono incontestabili. Il regime fascista come tutti i regimi ha meriti e demeriti, che vanno universalmente riconosciuti. Ma combattere contro la storia, distorcendola, ci mostra chi oggi ha paura di fare i conti con il passato.
Dario Dedi

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3 comments

Tony 1 Febbraio 2018 - 9:23

….ma non ci perdete tempo…è un rincitrullito di nascita DOC…..perfettamente inutile..

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Raffo 1 Febbraio 2018 - 11:45

Io il suo nome non lo scrivo,non credo ad una delle sue ipotetiche frasi democratiche,non vedo nessun futuro nei modi e nelle idee di questo comunista, ricco e sempre con la pancia piena……..e’ a causa di gente come questa , presunti intellettuali , che viviamo in una cloaca indegna, servi e sudditi di un sistema marcio e malato.

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ANTERO 2 Febbraio 2018 - 8:56

https://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=https://www.washingtonpost.com/world/europe/the-surprising-reason-mussolinis-home-town-wants-to-build-a-fascism-museum/2018/01/31/c5f6f8ac-fbd6-11e7-9b5d-bbf0da31214d_story.html&prev=search :
” Un piccolo gruppo di estrema destra, CasaPound Italia, è stato più esplicito nel suo abbraccio a MUSSOLINI. E sebbene il suo sostegno nazionale rimanga basso, sta crescendo e ha vinto alcuni uffici locali. “

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