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Leonardo in trincea: i "mercati" si accaniscono contro il piano industriale

by La Redazione
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Roma, 1 feb – Due giorni fa il consiglio di amministrazione di Leonardo ha approvato il Piano Industriale 2018-2022, successivamente presentato al pubblico (scelta non casuale) presso lo stabilimento della ex Agusta Westland, oggi Divisione Elicotteri. Nella stessa sede il Cda ha esaminato le più recenti stime relative all’esercizio 2017 ed approvato le linee guida relative all’esercizio 2018. L’obbiettivo è di puntare ad una crescita sostenibile, attraverso una fase di consolidamento che interesserà il 2018 e 2019, per poi passare ad una fase di crescita a partire dal 2020.
La prudenza non è stata apprezzata da Piazza Affari, dove si è verificata una vera e propria fuga dal titolo (che ha perso martedì il 12%, seguito da un altro tracollo ieri con –2%). Se questa discesa sia dovuta ad una “reazione” dei mercati o ad un preciso intento di minare ulteriormente il colosso italiano della difesa non ci è dato saperlo, ma i dubbi rimangono. Pazzesca anche la reazione della stampa nazionale che, incurante del fatto che si parli di un azienda da oltre 45mila dipendenti (dettagli in un momento di forte crisi occupazionale), si lanciano in analisi disfattiste.
“Il piano Profumo abbatte Leonardo” titola Il Giornale, dando “ l’impressione che un gioiello dell’industria pubblica italiana sia ormai ridotto ai minimi termini da una serie di attacchi giudiziari – da cui però è stata completamente assolta – lotte interne e girandole di manager”. “Leonardo precipita in Borsa” tuona invece Repubblica, che con un tono quasi sarcastico commenta: “La società, ovviamente, è sicura di riuscirci e ha fissato tra due anni il ritorno alla redditività a doppia cifra: nell’attesa, il mercato non è disponibile a firmare una cambiale in bianco”.
Toni sicuramente poco adatti a commentare il futuro dell’ex Finmeccanica, la cui immagine è già stata fin troppo danneggiata da atteggiamenti irresponsabili provenienti da più fronti. Non è chiaro inoltre quali fossero le aspettative: un miracolo che avrebbe risollevato le sorti di Leonardo in un solo anno? Purtroppo il mercato della difesa non è così semplice, così come i prodotti in campo.
“Dopo un 2017 sfidante in cui abbiamo resettato le attese con questo Piano Industriale intendiamo riportare Leonardo ad un percorso di crescita sostenibile nel lungo periodo – ha commentato Alessandro Profumo, amministratore delegato della società . Abbiamo un mercato di riferimento con interessanti profili di crescita, stiamo mettendo in atto una nuova strategia commerciale, possiamo contare su un solido portafoglio ordini e possiamo investire per la crescita, migliorando ulteriormente i nostri prodotti eccellenti e concentrandoci sulle tecnologie chiave. Abbiamo intrapreso azioni per risolvere difficoltà temporanee emerse nel business degli elicotteri, un settore di eccellenza a livello internazionale. Il 2018 sarà quindi un anno di consolidamento e siamo certi che questo Piano fornirà le basi per una nuova fase di crescita sostenibile, caratterizzata da costante miglioramento della nostra top line, della redditività e flusso di cassa per la creazione di valore a beneficio di tutti gli stakeholder.”
Chiare anche le linee guida, descritte dalla stessa azienda in un comunicato:
Sul breve periodo:

  • 2017 – confermato il “reset” annunciato lo scorso Novembre, con il debito di gruppo in linea con le previsioni
  • 2018 – anno di consolidamento: ordini in aumento e ricavi stabili

Sul medio periodo:

  • Nuova fase di crescita sostenibile, in accelerazione fino al 2022
  • Attesa una crescita degli ordini nei prossimi cinque anni superiore al 6%, con redditività a doppia cifra già dal 2020

 Da questo piano nascerà la nuova Leonardo 2.0, per utilizzare gli stessi termini di Profumo. Il suo operato in questi cinque anni mirerà a:

  • Ottimizzare il modello operativo attraverso una struttura organizzativa centrale;
  • Realizzare un approccio al cliente più efficace;
  • Garantire una maggiore focalizzazione sui costi trasversale a tutto il gruppo, con l’obiettivo di migliorare la competitività dei prodotti e investire nella crescita;

Un analisi più lucida ci viene fornita dal generale Tricarico, ex capo di stato maggiore dell’aeronautica e presidente della fondazione Icsa (Intelligence Culture and Strategic Analysis), intervistato da Airpress. “A giudicare da quanto emerso fino ad ora, mi sembra che il Piano presenti concetti manageriali e obiettivi corretti”, ha spiegato il generale.
Particolare apprezzamento per la nuova struttura Chief Commercial Officer, ideata da profumo ed affidata a Lorenzo Mariani ed il conseguente “rilancio delle iniziative commerciali internazionali”. Positivo anche il parere sui programmi chiave, uno su tutti il trainer M346 Master prodotto dalla Divisione Velivoli. “Se su altri prodotti si può disquisire, su questo no; è universalmente riconosciuto come l’addestratore più avanzato e performante del mercato”, ha aggiunto. “Ricordo che circa una decina di anni fa, durante un salone internazionale, il collaudatore capo di Boeing volò su un M-346 e, appena sceso, stilò un report con cui raccomandava alla sua azienda di tenere d’occhio quel velivolo per le sue qualità eccelse”. Non mancano anche riferimenti ad “altri prodotti di eccellenza come i radar ad apertura sintetica o il velivolo da trasporto C27J”.
Particolarmente critico invece sul supporto da parte del governo, reo di non aver nessun “coinvolgimento attivo” sulle attività e le aspettative di Leonardo. Secondo il Generale, “questo è forse l’aspetto più importante da conseguire perché lo si può fare nel perimetro domestico senza andare a interloquire a livello internazionale”. Ad oggi invece “il governo non ha mai supportato in maniera strutturata, organizzata e onnicomprensiva il mondo dell’industria, e in particolare Leonardo”.
Il monito del Generale è chiarissimo: politica e Parlamento devono “interessarsi alle sorti di Leonardo” ed evitare che un asset strategico come questo sia abbandonato, come nel caso Orsi e Spagnolini, “alle sorti della giustizia anche quando essa entra a gamba tesa nelle vicende industriali”.
Aldo Campiglio

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2 comments

Tony 1 Febbraio 2018 - 10:01

….se non si vende in modo ”forte” all’estero c’è poco da fare….una possibilità buona sarebbe una cooperazione con la Russia..Putin è capace di vendere sommergibili anche agli esquimesi…

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Alm 2 Febbraio 2018 - 7:54

È altamente colpevole un governo che non sostiene un’azienda strategica per la propria nazione come Leonardo – Un ex AgustaWestland

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