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Cosa dice la proposta Ue sui diritti Lgbt e perché è giusto opporsi

by Andrea Grieco
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Roma, 18 mag – Sono scoppiate polemiche infuocate da parte della schiera progressista nostrana, dal Partito democratico di Elly Schlein fino alle sigle arcobaleno più intransigenti e radicali, per il mancato voto dell’Italia sulla dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbt presentata dalla presidenza di turno belga agli Stati membri. Oltre all’Italia altre otto nazioni europee (Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) hanno deciso di non firmare il testo in questione. Ma al di là delle polemiche e delle strumentalizzazioni dell’opposizione, cosa si trova all’interno di quello che sembra essere nient’altro che un ddl Zan in salsa europea?

Dogmi Lgbt e spazio al gender

Ad un primo sguardo la “dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbt” segue la solita retorica censoria e talebana incarnata dall’ideologia gender. Una dichiarazione integralista che coi l’istituzione di veri e propri diktat punta a negare l’identità maschile e femminile in nome della solita “inclusività”. In particolare, sul tavolo anche strategie nazionali per le persone Lgbt e l’impegno a sostenere la nomina di un nuovo commissario per l’uguaglianza per la prossima Commissione. Per il ministro Roccella la proposta “era in realtà sbilanciata sull’identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto della legge Zan”. 

Attacco diretto alla nostra civiltà

Il tentativo della sinistra di stabilire a livello legislativo la follia del gender aprendo la strada a matrimoni e adozioni gayl’utero in affitto e fluidità sessuale (soprattutto nelle scuole) porta con sé uno dei più pericolosi attacchi alla nostra civiltà. Oltre al pericolo reale per la libertà di espressione, aspetto che andrebbe fortemente intaccato qualora venissero attuati tali provvedimenti dogmatici stile ddl Zan. A livello politico, la resistenza di alcuni Stati verso queste derive della società neoliberale mostra come sia possibile contrastare il gioco progressista, facendo attenzione a non tenere ben alta la guardia.

Andrea Grieco

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