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Alto Adige, Ulli Mair: “Così abbiamo fatto ritirare l’opuscolo pro-islam dalle scuole”

by Andrea Bonazza
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Bolzano, 10 aprile – Sta facendo molto discutere a livello nazionale, l’opuscolo per l’integrazione islamica di recente distribuito nelle scuole altoatesine di lingua tedesca. La brochure pro-islamici è stata però repentinamente ritirata nei giorni scorsi a causa della levata di scudi del consigliere provinciale Ulli Mair, storica segretaria dei Freiheitlichen, partito indipendentista della destra sudtirolese un tempo alleato della Lega Nord.

Abbiamo intervistato la consigliere Ulli Mair per spiegarci meglio la situazione e comprendere quale sia il reale approccio delle scuole altoatesine di lingua tedesca con un immigrazione sempre più invadente in ogni settore della società.

Di cosa parla la brochure in questione e con quali criteri è stata redatta?

L’opuscolo sull’Islam in Sudtirolo avrebbe voluto essere una guida per le autorità scolastiche e mirava a fornire direttive alle scuole e persino agli asili, per un trattamento “corretto” dei bambini musulmani. Questo opuscolo, scritto da uno spirito completamente di sinistra, immaginava la completa integrazione dei sudtirolesi nella società degli immigrati. Insomma, priorità alle presunte esigenze religiose e di costumi degli islamici e totale condizionamento del comportamento della nostra comunità alle usanze musulmane. Qualche esempio? Nessun esame durante il Ramadan, separazione per sesso nello sport scolastico (con annesso uso del burkini in piscina), accompagnatori musulmani durante le vacanze scolastiche, etc. La brochure, tra l’altro, è stata malamente scopiazzata da un analogo documento divulgato in Germania, guarda caso nella Renania-Palatinato, regione governata da verdi e socialisti.

Voi Freiheitlichen avete definito il testo come una resa di fronte ai musulmani: “L’opuscolo non mira all’integrazione nella nostra società liberale e democratica, ma consiglia di sottoporsi alle leggi religiose e fondamentaliste dell’Islam”. È la prima volta che accade un fatto del genere nella scuola tedesca dell’Alto Adige?

Per anni, anche decenni, noi Freiheitlichen abbiamo sottolineato come il Sudtirolo abbia segnato il passo sul fronte dell’immigrazione. O meglio, le politiche della SVP, da tempo alleata storica del PD, hanno condiviso l’impostazione che anche nella nostra terra, come in Italia, era meglio assuefarsi passivamente all’idea di una progressiva invasione di extracomunitari, senza praticare alcuna politica di contenimento e di gestione del fenomeno. Il fatto che apparentemente non ci siano stati fino ad oggi grossi problemi è dovuto semplicemente alla circostanza che il Sudtirolo non ha grandi centri (Bolzano supera appena i 100.000 abitanti) ma malgrado ciò, il risultato è che proprio nel capoluogo l’invivibilita di alcune zone della città, a partire dalla stazione, dal centro storico e nei parchi, è sotto gli occhi di tutti. Lo spaccio e il degrado sono visibili ogni giorno sempre di più, persino davanti alla sede istituzionale della Provincia e del Consiglio. D’altro canto, la legge sull’immigrazione, scritta dal PD e sostenuta dall’SVP, è una raccolta di frasi di puro romanticismo multiculturale che ogni giorno, purtroppo, fallisce clamorosamente a confronto con la realtà.

Nel settore scolastico e della scuola materna, poi, l’impostazione di sinistra prevale ormai da anni. Con argomenti pedagogici fragili, le feste tradizionali vengono cancellate sempre più spesso, mentre i nostri figli vengono introdotti alle tradizioni degli immigrati e persino nel periodo natalizio si pretende di assuefare le nostre usanze a quelle dei musulmani. E ciò perché in Sudtirolo l’ambito sociale e culturale è ormai saldamente nelle mani della sinistra. Chiunque sia contrario viene diffamato. Molti genitori e cittadini vorrebbero ribellarsi ma non lo fanno perché vittime di una sorta di intimidazione culturale.

Ci sono state altre tue precedenti battaglie sul tema nel consiglio provinciale altoatesino?

Per anni abbiamo chiesto che a tutti gli studenti, nelle scuole tedesche, venga insegnata l’Heimatkunde (cioè la materia degli studi regionali). Su questo ho condotto per anni tante battaglie considerato che, invece, nelle scuole tedesche, la propria storia si insegna in maniera parziale e non è certo considerata una materia importante. Questo lo trovo davvero assurdo. A tale richiesta, invece, l’SVP come risponde? Invitando i presidi ad adeguare le nostre tradizioni che discendono dalla nostra cultura e dalla nostra storia, ai bisogni dei musulmani.

D’altro canto è noto che questa cultura di sinistra vede nel termine “integrazione” un debito verso gli immigrati e nessun compromesso o consenso verso la nostra società autoctona. La stessa SVP ha sempre visto nell’integrazione un compromesso multiculturale. Nelle sue caratteristiche di base, nonostante sia ora alleata alla Lega, ormai è diventato un partito di sinistra che rifiuta il confronto sui contenuti.

In consiglio provinciale tutti i dibattiti significativi sull’immigrazione vengono impediti con stereotipi come “razzismo”, “xenofobia”, ecc. Solo prima delle elezioni, timorosi della sfiducia dei cittadini, fingono di farsi carico delle nostre richieste per poi dimenticarle dopo il voto. Questo comportamento è disonesto e tuttavia non funzionerà a lungo.

Da italiani, avendo un istruzione palesemente manipolata dalla sinistra, vediamo la scuola tedesca con invidia per la strenua difesa della cultura tradizionale. È realmente così o anche gli studenti di madrelingua tedesca stanno subendo un lavaggio del cervello buonista?

La popolazione sudtirolese è molto legata alla propria tradizione e attenta a preservare la propria storia. Non sarà quindi facile influenzarla e manipolarla attraverso gli educatori di sinistra che, peraltro, non sono tolleranti per niente. L’influenza tuttavia è forte. Ogni anno noi Freiheitlichen ci confrontiamo con gli studenti che si lamentano di una massiccia manipolazione politica nelle scuole. E ogni anno, puntualmente, l’assessore responsabile dichiara di non sapere nulla a riguardo. Ma se non ha nulla da temere, perché si rifiuta, ad esempio, di istituire, come da noi più volte richiesto, un ufficio reclami anonimo? Non lo fa per ragioni che si comprendono facilmente. E poi mi consenta: ma non le sembra davvero ridicolo che coloro che per anni si sono intestati, quali unici promotori, le battaglie per l’emancipazione della donna siano gli stessi che oggi invitano le nostre ragazze a frequentare nelle scuole ambienti separati da quelli degli uomini? Lo trovo a dir poco contraddittorio e al tempo stesso positivo, perché smaschera finalmente la vera natura falsa e ambigua di questa “sinistra” classe politica.

In seguito alla vostra dura presa di posizione, l’assessore Achammer ha ritirato l’opuscolo per rivedere alcuni punti che non lo convincevano. Chi si assumerà l’onere e la responsabilità di questo spreco di soldi pubblici?

L’assessore Achammer finge di non sapere nulla. In realtà mente perché lui stesso aveva annunciato, già nello scorso autunno, questa brochure, rispondendo ad una mia precedente interrogazione. È chiaro che l’opuscolo ritirato sarà pagato dai cittadini contribuenti ma ho già chiesto spiegazioni con una nuova interrogazione. In questa questione, peraltro, anche la costola tedesca dei grillini, chiamati in Sudtirolo “Team Köllensberger”, sono più che accondiscendenti perché non sono altro che un ulteriore partito di sinistra, mentre i media omettono di affrontare il tema dei costi. Mi chiedo quanto sarebbe costato non solo l’opuscolo ma l’intera operazione “assuefazione” così come immaginata dalla direzione dell’assessorato. L’assessore Achammer ha già detto che lavorerà su una nuova brochure sull’immigrazione dei musulmani, ma chi lo conosce sa che sarà nuovamente una raccolta di frasi timide ed una nuova genuflessione verso gli islamici. Noi, tuttavia, abbiamo annunciato di volerlo aiutare. Siamo curiosi di vedere se accetterà suggerimenti competenti o se, malgrado la nuova alleanza politica con la Lega, si piegherà nuovamente alle prevedibili raccomandazioni dalla sinistra.

Nel resto d’Italia in molti vedono i Freiheitlichen come un partito anti-italiano. In un era globalizzata che tende al meticciato, come la pensi su un tema oggi così anacronistico?

È completamente sbagliato raffigurarci come anti-italiani. Quello che noi vogliamo è decidere da soli sul nostro futuro e creare un nuovo Stato al quale appartenere tutti insieme, sudtirolesi di madre lingua tedesca, italiana e ladina. Come la Scozia, noi crediamo che 100 anni di discutibile appartenenza contino meno dei fatti storici e culturali ultrasecolari. Abbiamo valori identitari fondanti da difendere, da proteggere innanzitutto da una cultura di sinistra devastante che punta ad annientare il senso di appartenenza ad un territorio a cui noi ci sentiamo fortemente legati, oltre i confini nazionali. Crediamo convintamente che uno stato indipendente, nel quale si possa vivere tutti insieme, in forte collaborazione con l’Italia e l’Austria, sia un vero progetto di pace in un’Europa che fa i conti con una situazione di crisi ancora evidente, con stipendi sempre più bassi, con i costi della vita sempre più alti, con confini comunitari sempre più fragili. Immigrazione, globalizzazione e capitalismo aziendale sono i nemici da combattere e noi siamo convinti che se non cambieremo rotta e non ci staccheremo presto da questa debole Europa, e non prenderemo le distanze da questa classe politica che la governa, rischieremo presto di consegnarci indifesi nelle mani dei colossi stranieri, Cina e Paesi arabi tra tutti.

Andrea Bonazza

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