Roma, 3 feb – Il Covid ha provocato indirettamente un aumento dei tumori in stadio avanzato. È l’allarme degli oncologi rilanciato da Tgcom24.
Covid e aumento dei tumori non diagnosticati
L’era del Covid denuncia quindi un aumento dei tumori in fase avanzata, e la causa è piuttosto lineare: i ritardi delle diagnosi se non addirittura l’annullamento in un buon numero di casi. I due anni della gestione del coronavirus hanno portato – come se il resto non fosse abbastanza – pure a questa ennesima, spiacevole conseguenza. L’Associazione italiana di oncologia medica si esprime, in occasione della Giornata mondiale contro il cancro: “Serve subito un Recovery plan, ovvero un Piano di recupero dell’oncologia, per colmare i ritardi nell’assistenza. Senza un’adeguata programmazione, le oncologie non saranno in grado di affrontare l’ondata di casi in fase avanzata stimati nei prossimi mesi e anni”. L’Associazione ricorda che nel nostro Paese sono in attività 371 oncologie, di cui l’85% con supporto psicologico. Le sezioni dedicate al tumore della mammella sono 287, e l’80% di esse analizza circa 150 casi ogni anno. Ma i problemi risiedono nell’assistenza domiciliare, disponibile solo nel 68% dei centri, e nell’aumento di casi di tumore in fase avanzata. E le diagnosi, purtroppo, incidono molto.
Riduzione drastica delle diagnosi rispetto al 2019
Nel primo anno del Covid, ovvero nel 2020, oltre a quelle dei tumori anche altre diagnosi e interventi sono crollati verticalmente: i nuovi trattamenti farmacologi sono scesi del 13%, gli interventi chirugici del 18%. Meno 11% anche per le diagnosi di neoplasia. Crollo degli screening dei tumori della mammella, della cervice uterina e del colon retto: in tutto, una riduzione di circa due milioni e mezzo di esami rispetto al 2019. E c’è una stima anche delle “mancate diagnosi”: circa 13.000 per il colon-retto, 3.330 per il seno, e 2.782 per le lesioni precancerose della cervice uterina.
Alberto Celletti
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